NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Addio ad un inverno mite e con poche precipitazioni

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Addio ad un inverno mite e con poche precipitazion

Marco Rabito, meteorologo: «Inverno mite ma non come l'anno scorso, valori più alti di 1°C rispetto alla media. Ad inizio settimana si supereranno i 20 gradi»

Per stilare un bilancio dell'inverno 2014-2015 abbiamo interpellato il meteorologo Marco Rabito, uno dei fondatori e responsabile di Serenissima Meteo, "volto noto" (e apprezzato) anche per i telespettatori di Tva Vicenza.

Addio ad un inverno mite e con poche precipitazion (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«L'inverno meteorologico - la premessa di Rabito - comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, quindi risulta sfalsato rispetto all'inverno astronomico, conclusosi il 21 marzo, in concomitanza con l'inizio della primavera. Detto questo l'inverno meteorologico è stata complessivamente di 1° grado superiore alla media generale, che emerge dai valori registrati nel trentennio compreso tra il 1971 e il 2000. Questo valore rappresenta la media dei valori registrati nei tre mesi, prendendo ogni giorno il valore centrale tra minima e massima». «Complessivamente possiamo dire - la disamina del meteorologo vicentino - che si è trattato di un inverno mite, anche se più freddo mediamente rispetto alla stagione scorsa, che era stata davvero anomala in fatto di temperature. Complessivamente sono stati maggiori i giorni in cui la temperatura è scesa sotto lo zero, ma solo in pochi di essi si sono registrati valori davvero rigidi. Quella di inverni miti, con temperature sopra la media, rappresenta una costante degli ultimi anni, ma questo non significa necessariamente che questo avverrà anche nei prossimi inverni».

Nella media o quasi il discorso legato alle precipitazioni durante l'inverno 2014-2015. «Anche qui è necessaria una premessa - precisa Rabito - ossia che l'inverno meteorologico rappresenta il trimestre in cui mediamente si registra una minore piovosità rispetto agli altri. Nel Vicentino la media è compresa tra 200 e 250 millimetri, quest'anno siamo sotto a questo range, ma non di molto, quindi direi che non c'è stato nulla di anomalo. La vera anomalia si era registrata ad inizio 2014, con i mesi di gennaio e febbraio che alla fine sono risultati tra i più piovosi dell'anno». Proprio mercoledì 25 marzo, giorno in cui è stata effettuata l'intervista, si è registrato un "colpo di coda" dell'inverno. «Pochi minuti fa (erano le 18.30, ndr.) - ha detto Rabito - mi sono collegato con la "web-cam" a Monte Corno di Lusiana, a 1250 metri d'altezza e i tetti delle case erano imbiancate. Ma per il periodo la neve sopra i mille metri non è poi questa rarità».

Le temperature primaverili arriveranno nei prossimi giorni. «Ad inizio settimana, presumibilmente tra lunedì e martedì - conclude Marco Rabito - si raggiungeranno per la prima volta nel 2015 i 20 gradi, non è escluso che si possano anche raggiungere i 22 gradi. È prevista una fase di tempo stabile, ma in questo momento è troppo presto per dire in maniera attendibile che tempo ci sarà a Pasqua, ad inizio settimana avremo una prima indicazione. Il record del caldo primaverile si registrò il 9 aprile 2011 quando a Trissino si raggiunse una massima di 34,2°C e circa 32° a Vicenza: una situazione davvero anomala, quanto eccezionale». 

 

Lorenzo Altissimo, direttore del Centro Idrico Novoledo: «Inverno piuttosto siccitoso, ma l'altezza della falda è un oltre metro sopra la media»

Nonostante un inverno con poche precipitazioni, buone notizie arrivano dal Centro idrico di Novoledo, società partecipata da Acque Vicentine Spa, Acegas-Aps di Padova e Aim Vicenza Spa. Il Centro Idrico Novoledo, che ha sede a Villaverla, all'interno dell'area naturalistica da cui prende origine l'acquedotto di Padova, è una società di servizi nata nel 1996 ed ha come oggetto il rilevamento dei parametri idrogeologici, idraulici, biologici, chimici e chimico-fisici che caratterizzano il sistema idrologico "Astico-Bacchiglione", utilizzato per l'approvvigionamento idropotabile dagli acquedotti di Vicenza e Padova. L'azienda, tra gli altri compiti, effettua il controllo gestionale interno sulla qualità dell'acqua distribuita nelle due città e su quella erogata da altri importanti acquedotti del Veneto. La struttura riveste grande importanza in quanto in qualsiasi momento è in grado di fornire esattamente l'altezza della falda acquifera.

Addio ad un inverno mite e con poche precipitazion (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)A parlare è Lorenzo Altissimo, direttore uscente del Centro Idrico di Novoledo, anche se il momento continuerà ad operare per l'ente con un contratto di collaborazione. «In questo momento (l'intervista è stata realizzata martedì 24 marzo, quindi prima delle abbondanti piogge cadute a metà settimana, ndr) - nel pozzo situato tra Caldogno e Motta di Costabissara, che è il nostro osservatorio privilegiato da 40 anni, il livello della falda misura di aggira attorno a 53.60 metri sul livello del mare, un valore di oltre un metro sopra la media del periodo, che è di 52 metri e mezzo. Tanto per avere un paragone di riferimento, lo scorso anno eravamo circa un metro e mezzo più alti, ma quello del 2014, soprattutto nei primi mesi, ha rappresentato uno dei valori record della storia».

Scarse precipitazioni nell'inverno 2014-2015, ma situazione come si diceva più che tranquillizzante. «In effetti negli ultimi mesi - tiene a precisare Altissimo, laureato in chimica industriale e uno dei massimi esperti al riguardo - si è registrato un abbassamento della falda, ma va sottolineato un aspetto fondamentale, ossia il fatto che il 2014 si era concluso con un livello molto alto, oltre due metri rispetto alla media, in virtù delle abbondanti precipitazioni registrate negli ultimi mesi dello scorso anno.

La situazione viene monitorata giorno per giorno e facendo che l'ipotesi che non piovesse più, si registrerebbe un calo di circa 20 centimetri ogni settimana, quindi un metro ogni 35-40 giorni. In realtà si tratta di un'ipotesi abbastanza improbabile per due motivi: il primo che nelle montagne vicentine, neppure neanche troppo in alto, è presente ancora la neve e quindi sciogliendosi contribuirà all'innalzamento della falda: il secondo è legato al fatto che ad aprile e maggio sono due mesi primaverili dove statisticamente piove spesso, quindi non è da escludere che all'inizio dell'estate il valore attuale possa essere rimasto tale o addirittura cresciuto».



nr. 12 anno XX del 28 marzo 2015

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