NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L'edilizia "minore" può darci la ripresa

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L'edilizia "minore" può darci la ripresa

L'edilizia "minore" può darci la ripresa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ANCE/CONFINDUSTRIA: 15 ANNI FA...- Tanto tempo è passato da quando Confindustria ha cominciato a segnalare la necessità di cambiare marcia sul tema dei lavori pubblici e degli investimenti: dare impulso ai lavori "normali", piccoli però numerosi, che possono rilanciare il settore della costruzione, e lasciar stare la fissazione dei grandi progetti, delle grandi opere, obiettivi regolarmente mancati. Se si va a fare i conti di quante grandi opere sono state realizzate in questo periodo che vale almeno quattro governi si scopre che a parte la variante di valico dell'Autostrada del Sole e la Milano/Torino (nel mirino per le spese faraoniche che hanno toccato una moltiplicazione per quattro del preventivo) non c'è stato altro risultato. L'ANCE di oggi non fa che confermare il concetto. Lo dice a Roma Paolo Buzzetti, lo ribadisce dal Veneto il presidente regionale, Luigi Schiavo: "Le nostre proposte sono note, comprendono anche l'efficientazione energetica degli edifici, la ristrutturazione e la messa a norma delle scuole, l'intervento sui centri storici: tutto questo abbiamo sempre sostenuto che ridarà respiro alle imprese e imprimerà all'edilizia un nuovo ruolo trainante dell'economia. Oggi di fronte a questo nuovo dialogo posso dire che il dubbio riguarda soltanto ed esclusivamente che cosa ha intenzione di fare il governo: dopo gli annunci andrà a fondo della questione mettendo in pratica un progetto? La risposta non l'ho, ma ovviamente spero che si passi davvero alle decisioni concrete e visibili. Il passato è lì a dimostrare che ad ogni cambio di governo ci sono state promesse poi non mantenute: dove sono andati a finire i 6000 campanili del ministro Lupis? Non se n'è fatto niente. Oggi c'è Delrio al suo posto, spero che le cose vadano diversamente. In caso contrario resteremo esattamente al punto in cui siamo arrivati, con attività che languono da anni e imprese che non possono permettersi piani verso il futuro. Teniamo presente anche che tutto questo coinvolge pesantemente anche i Comuni, soffocati dal patto di stabilità che ora peggiore ancora di più la loro autonomia finanziaria con le nuove disposizioni. Gli appalti sono poi l'altro capitolo che deve subire variazioni consistenti: è un brutto capitolo che presta troppi spazi alla corruzione o al malaffare: c'è bisogno di regole meno asfissianti e in compenso di controlli a monte molto più efficaci.

L'edilizia "minore" può darci la ripresa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)IL RECUPERO SECONDO GLI ARTIGIANI- L'altro versante produttivo delle categorie che si occupano di costruzioni è costituito dagli Artigiani. Confartigianato Vicenza rappresenta istituzionalmente oltre alle imprese che si occupano di edilizia, anche le categorie cosiddette complementari come idraulici, falegnami, produttori di infissi e di impianti. La posizione complessiva di questo settore imprenditoriale è fortemente unitaria e identificabile nelle parole di Giovanni Lovato, presidente degli Edili di Confartigianato Vicenza che dice: “Il recente rapporto di Edilcassa e Unioncamere del Veneto conferma che, a fronte di un andamento ancora negativo per il mercato delle costruzioni, nel 2014 l’unico dato positivo (+3,3%) lo ha registrato il settore del recupero residenziale, grazie soprattutto alle opportunità del Piano Casa e agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici. Anche le previsioni sul 2015 sono buone per il recupero e l’aggiornamento del patrimonio edilizio esistente. Difatti il 27% delle imprese, sia del settore artigiano che non artigiano, esprime buone aspettative, segno che tale mercato è un segmento di particolare interesse per l’intera filiera”. Come dire che si sottolinea in questa dichiarazione un fatto inequivocabile: se si parla di edilizia i dati dell'anno scorso e le previsioni di quest'anno sono decisamente positive se si parla di limitati interventi localizzati e non di grande opere. È la dimostrazione che la doppia presa di posizione di ANCE e governo indica la direzione più opportuna: se è provato che si può rimettere in moto la macchina dell'edilizia lavorando su ristrutturazioni, messa a norma, recupero abitativo anche nei centri storici, è chiaro che una soluzione c'è e va cercata da subito.

ANCHE I COMUNI IN ASPETTATIVA- L'attesa per quanto si farà a seguito di questa che per ora è una dichiarazione di intenti e niente di più coinvolge anche i Comuni che quanto a ritardi cronici determinati dalle strette successive imposte dai vari governi non hanno proprio niente da imparare: ogni immaginazione è stata superata. i Comuni sono quelli che con i soldi in cassa debbono dire sì al patto di stabilità e non solo non spendere un centesimo del loro patrimonio che pure hanno, ma contribuire in varia misura alla spesa dello Stato. In questo modo si vanno disperdendo  possibili finanziamenti che cercati e trovati in loco risparmierebbero montagne di denaro anche al bilancio statale. L'esempio di Schio, che segue queste osservazioni, è quanto di più evidente per dimostrare la follia finanziaria che sta governando il paese senza più la minima capacità di distinguere tra ciò che è dovuto e ciò che invece produce altri sperperi: quattro miliardi di deficit tenendo conto dei tre che arrivavano dallo Stato e non arrivano più e del miliardo che invece allo Stato bisogna dare con il prossimo bilancio. I Comuni sono insomma uno dei centri vitali di tutto questo ragionamento: preoccuparsi delle piccole opere contribuirebbe fattivamente a migliorare lo stato del territorio oltre che la condizione finanziaria delle varie amministrazioni. È proprio questo, insieme con gli appalti, il punto chiave di un'analisi alla quale deve seguire un progetto politico ed esecutivo senza più incertezze o pentimenti.

L'edilizia "minore" può darci la ripresa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SCHIO/STATO: - 4 MILIARDI- La città di Schio rappresenta un esempio formidabile per spiegare che cosa i Comuni si aspettano di veder realizzato senza averlo ancora ottenuto. Valter Orsi spiega che siamo passati con il nuovo governo attraverso un'altra fase delle promesse elettorali assicurate e non mantenute mentre è essenziale sbloccare risorse per dedicarle al territorio: manutenzione dell'abitato e degli edifici pubblici, territorio: "È fondamentale il significato di poter tenere qui quelle risorse e impiegarle. Non so se risolverebbe il problema della crisi, ma certo sarebbe mettere a disposizione dell'economia  locale un volano che aiuterebbe e migliorare la situazione. Se a Schio fosse consentito di utilizzare 2.800 bloccati dal patto di stabilità capite bene che su un totale di 9miliardi in bilancio sarebbe avere a disposizione una risorsa importante nuovamente disponibile. Mettiamoci anche il discorso sulle vecchie ripartizioni, sulle somme che lo Stato inviava al Comune: da tre milioni che ci arrivavano siamo ora ad una svolta fondamentale: questa volte non solo non ci arriva più un centesimo, ma dobbiamo pagare noi un milione allo Stato. Io dico che i Comuni più virtuosi possono avere un ruolo importante anche in questo caso: se le banche cominciassero a distribuire sul territorio i finanziamenti della Banca Europea che non possono più dirottare verso i buoni del tesoro si creerebbe un nuovo circuito e gli stessi istituti di credito sarebbero più garantiti, ci sarebbero meno problemi di quelli che abbiamo oggi quando le amministrazioni si indebitano e debbono fare acrobazie per restare nell'ambito di conti pubblici corretti. Ripeto: la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio edilizio e abitativo delle città, insieme con gli interventi per la messa a norma delle scuole, può essere davvero la strada giusta per cominciare a rimettere a posto le cose".

 

nr. 15 anno XX del 18 aprile 2015



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