Alla domanda se questa difficoltà di approccio alla comunicazione scritta sia particolarmente diffusa nella categoria anche tenendo conto di una categoria che inventa e produce tradizionalmente "per il mondo", Marangoni risponde con dei distinguo importanti e anche arriva a conclusioni interessanti: "Ne farei soprattutto una questione generazionale, non così secca nella differenziazione, ma vicina alla realtà: succede che nei colleghi che hanno più di cinquant'anni si riscontrano abbastanza spesso più difficoltà di comunicazione rispetto a quelli che invece sono di età uguale o inferiore ai cinquanta.

Questione di abitudini, di facilità di approccio ai mezzi di comunicazione entrati nell'uso comune da non tantissimo tempo, ma è certo che una differenziazione c'è. Dopo di che se devo parlare in quanto imprenditore delle mie scelte personali dico che quando mi accorgo che un certo messaggio ha bisogno di un professionista in grado di trasmetterlo e renderlo efficace, allora mi rivolgo all'esterno dell'azienda. Esistono consulenti, agenzie, pubblicitari, la gamma su cui scegliere è vasta. Sicuramente in tanti non hanno ancora capito l'importanza di queste soluzioni e della necessità di chiarezza ed efficacia della comunicazione, ma io credo che, stando come stiamo noi immersi in questo splendido territorio storicamente è legato alle attività produttive di maggiore importanza, sia sempre più ampia la fascia di quelli che hanno capito e seguono il percorso della specializzazione anche in tema di comunicazione. Noi sappiamo che pubblicità, logistica e comunicazione sono i tre raggi di uno stesso motore che rende noti i nostri prodotti e li promuove nel modo più efficace. Se non agissimo di conseguenza e non tenessimo conto del fatto che il mercato per essere tenuto sotto controllo in modo vincente deve essere studiato e avvicinato con un approccio più adeguato e soddisfacente per il progetto".

Lasciare insoluto il tema di come presentarsi sul mercato e come spiegare il proprio prodotto nel migliore dei modi è quindi un possibile incubo da cancellare. Anche se esistono ancora e permangono in percentuali sia pure calanti quelle differenze generazionali di cui parla Gaetano Marangoni, rimane il fatto che quando si parla di comunicazione e di modi della comunicazione si maneggia un meccanismo complicatissimo, difficile nelle tecniche di esecuzione, ma al contrario semplicissime sul versante delle formule da utilizzare. perché di qualsiasi prodotto si parli e di qualunque fetta di mercato si voglia andare ad interessare e coinvolgere sperando nel successo dell'operazione, non perde mai di forza il concetto basilare di tutto il ragionamento che è poi quello affermato chiarissimamente dal manuale di Alessandro Zaltron: comunicare correttamente e in modo semplice non è soltanto un modo per rispondere alle esigenze della grammatica italiana non sempre osservate e rispettate, ma anche il sistema migliore per farsi ascoltare e capire da chi è destinatario del messaggio.

Quel che invece sembrerebbe rimanere del tutto estraneo a pentimenti, ritorni di fiamma, preoccupazioni sintattico-grammaticali di qualsiasi spessore e significato è il mondo della politica, quella nazionale e quella che abbiamo molto più vicina a noi. Chi conserva l'allarmata memoria di altro genere di déjà vu, cioè di formule del tipo "compromesso storico, convergenze parallele, disaccordo misurato, disponibilità illimitata ma a tempo, la COSA, il modulo elastico" (e non infieriamo oltre), si rende conto che per convertire questi signori alla fede della semplicità comunicativa non basterà una vita (nostra) e nemmeno basterà anche la serie più convincente di manuali di istruzione.

È perché, semplicemente, il lessico politichese è inventore di una formula letteralmente rovesciata, vero e proprio antidoto alla ragionevolezza: è la scienza di come imbrogliare le carte fino al punto che nessuno ci possa capire più niente. A parte chi il politichese lo parla sempre e agevolmente. E senza il minimo pentimento.

nr. 17 anno XX del 2 maggio 2015



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