NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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È "la" piazza della città: si usa anche così

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È "la" piazza della città: si usa anche così

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MEGLIO PENSARE A CAMPO MARZO- Gli spazi alternativi non ci sono? Certo che sì, dice Vladimiro Riva, responsabile di VicenzaÈ, che non apre polemiche ma sviluppa alcune considerazioni sull'opportunità di ritenere sempre e comunque Piazza dei Signori come l'unica naturale destinazione di qualsiasi manifestazione si voglia fare in città. Il principale degli spazi alternativi, dice, è Campo Marzo: "Si fa tanto parlare da anni sulle condizioni di Campo Marzo che nasconde delinquenza e grossi pericoli proprio nel pieno centro della città. Direi che se lo si vuole sottrarre a questa brutta vocazione maturata nel tempo il miglior modo sia quello di destinarlo alle manifestazioni che vi possono trovare ospitalità. In questa occasione c'era la mostra delle auto storiche e va benissimo che sia andata così, ma serve secondo me che questo angolo di città sia più considerato proprio per strapparlo ai guai che vi si verificano continuamente. Credo anche che di fronte a luoghi di grande valore simbolico come Piazza dei Signori sia obbligatorio individuare un meccanismo efficace che riservi qui determinate manifestazioni e altrove, anche sempre nel centro, tutte le altre. La Piazza è già appesantita dal mercato del giovedì: non si è ancora riusciti a mantenerlo lì facendo rispettare alcune regole essenziali a cominciare da quella della uniformità dei banchi. Sotto la Basilica è questo che mi aspetterei. Arrivare a questa conclusione vorrebbe dire risolvere il problema e dare alle varie manifestazioni una specie di bollino di categoria per stabilire se occorre che si svolga qui o se sia più opportuno spostarla altrove. Ricordo ancora le feste del baccalà degli anni 70 e ricordo ancora di più il basket che faceva campionato nel salone della Basilica: non è arrivato il momento di metterci una pietra sopra e cambiare decisamente i termini della questione?".

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MENO CURA PER LE COSE ARTISTICHE- Il problema più autentico e grave, dice Fernando Rigon, ex direttore dei musei di Vicenza e Bassano, risiede nella noncuranza dilagante che caratterizza il mondo di adesso per quanto riguarda le cose artistiche, le cose significative: "Sono lontano da Vicenza ormai da parecchio tempo, ma non ho perso i contatti con la realtà più in generale che evidentemente non può non condizionare anche Vicenza; il fatto che la Piazza sia utilizzata in modo anomalo o per manifestazioni che non meritano di essere portate ai piedi della Basilica non mi stupisce più perché in tutto il mondo ci troviamo regolarmente di fronte ad una straordinaria incuria nei confronti del mondo dell'arte, del monto del sacro. La sensibilità verso arte e sacralità, verso la storia e la vocazione più profonde delle nostre città secondo me si è ridotta così violentemente che oggi come oggi è vicina allo zero. Credo che per noi che la pensiamo in un certo modo l'unica soluzione praticabile sia quella di sedersi e aspettare. Aspettare per vedere che cosa succede e cosa succederà. Non vedo che cosa di diverso si possa tentare in un mondo che sembra votato con la più grande convinzione ad ignorare i propri valori e la propria arte. Che cosa si può fare di diverso? La perdita di sensibilità alla quale sto assistendo è talmente grave che non mi senso di aggiungere altro se non che non mi stupisco affatto che in Piazza dei Signori si sia svolta anche una partita di calcetto. Non è certo la cosa peggiore che le sia capitata da tanti anni a questa parte. In più, qui c'è il credibilissimo alibi dello scopo benefico. Perché si sarebbe dovuto negare l'ingresso in Piazza di una manifestazione come questa?".

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)UNA TANTUM CHE NON PUO' NUOCERE- Una sola volta all'anno: che male può fare? a chi può nuocere? Questo parere è bene rappresentato dalle parole di Giacomo Possamai, capogruppo pd in consiglio comunale. Non si vede il problema, dice, se lo mettiamo in questi termini e si in aggiunta ci mettiamo anche le finalità benefiche dell'iniziativa. Anzi: "Penso che proprio la finalità benefica tagli di netto la testa a qualsiasi polemica. Credo anche che per la verità l'iniziativa sia interessante perché non nuoce a nessuno e crea una certa adesione, come abbiamo visto, anche se indubbiamente non si tratta certo di un uso da considerare naturale della Piazza. Non è nata per questo, ma è anche vero che il cuore della città si apre proprio alla città e ai suoi cittadini. Diciamo insomma che anche se l'uso può sembrare anomalo lo scopo per il quale l'evento è stato promosso giustifica che si sia realizzato così ed in quel luogo".

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SI MANTENGA LA VISIONE PALLADIANA- Di altro tenore è la posizione di Mario Bagnara che avendo lavorato per la città come amministratore per qualcosa come una trentina d'anni, da assessore, presidente di commissione, consigliere comunale, ecc., oggi si sente di dire che non è propriamente questa la destinazione di un gioiello come la Piazza: "Non chiamatemi conservatore se dico quel che dico e cioè che un luogo eccezionalmente marcato dall'arte, dalla storia e dalla civiltà di questa città dovrebbe essere maggiormente tutelato quando si sceglie che cosa e come occuparlo. Non ho niente da obiettare sul fine benefico dell'iniziativa, dico solo che la Piazza andrebbe adeguatamente protetta e gestita; c'è una chiara visione palladiana che occorrerebbe rispettare e salvaguardare. Ovviamente in questo modo non lo si fa perché si va oltre e si finisce col trascurare il fondamento profondo del luogo. Non dico che la Piazza debba essere deserta, può essere molto bene arricchita anche con attività di plateatico che sicuramente aumentano l'appeal anche turistico. Trovo inadeguato invece l'uso di uno spazio come questo rispetto a quel che dovrebbe appunto essere la preoccupazione di conservarlo bene e gestirlo di conseguenza. La visione palladiana di cui parlavo prima dovrebbe essere la prima preoccupazione quando ci si trova di fronte alla necessità di decidere se aprire o no. In tanti anni trascorsi a lavorare come amministratore debbo dire che questa visione palladiana è sempre stata al centro di quel che pensavo e decidevo per un verso o per l'altro".

È "la" piazza della città: si usa anche così (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DALLO SMOKING ALLA TUTA GINNICA- Come sempre interessante l'analisi di Marco Cavalli, critico letterario, traduttore e scrittore, il quale va perfino otre il fatto in sÈ che pure non condivide ,e ne spiega il perché, ma solo per disegnare una cupa teoria sulla nobiltà dei formalismi che questa città ha conosciuto e conoscerà, forse trasformando il proprio rigoroso aplomb in una completamente diversa vocazione che ha per obiettivo finale vero la popolarizzazione dell'indumento più socialmente corretto, trasferendosi dallo smoking alla tuta da ginnastica: “Sulla partita di calcio in Piazza dei Signori, seppure a scopo benefico, non saprei che dire, a parte che non vedo un gran beneficio nel portare il calcio anche lì, visto che se ne vede fin troppo e dappertutto, per non parlare delle lezioni di antisportività e istinto di rapina impartite di recente dal sistema del calcio italiano e internazionale. Rispetto al buon uso di Piazza dei Signori, è inevitabile che subentri un mutamento o un aggiornamento di sensibilità. Non credo che Piazza dei Signori non sia più considerata, come in passato, il salotto di Vicenza. È il salotto che non è più lo stesso di un tempo, persino nelle abitazioni private. Una volta vi si riceveva con tutti i crismi, secondo le regole di un cerimoniale solenne, solennemente scandito e condiviso. Ora non è che vi si facciano meno cerimonie, stanno solo cambiando i formalismi. Scommetto che in questo passaggio di consegne l’unica a restare immutata sarà la fermezza del contegno. Quando saranno in maggioranza, i partigiani della tuta da ginnastica si mostreranno, circa l’uso del “salotto”, irremovibili nelle loro posizioni quanto lo sono stati fino a ieri i partigiani dello smoking a tutti i costi. Spero di sbagliarmi, ma temo che andrà così”.

 

nr. 26 anno XX del 4 luglio 2015

 



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