NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Ospedale Unico Montecchio-Arzignano, serve una "coesione vera"

di C.R.

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Ospedale Unico Montecchio-Arzignano, serve una "co

Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano: «I due ospedali dovranno lavorare in piena sintonia: nella "Cittadella della salute" previste nuove opere per 18 milioni di euro»

Chi guarda con grande attenzione alla futura nuova sinergia fra i comuni dell'Ulss 5 per la "messa in rete" tra la nuova struttura che sorgerà a Montecchio Maggiore e gli altri nosocomi del territorio è naturalmente Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano.

Ospedale Unico Montecchio-Arzignano, serve una "co (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«L’attuale ospedale arzignanese diventerà la "Cittadella della salute" – spiega – che completerà il polo di Montecchio e sarà di fatto complementare, visto che i due ospedali distano tra loro poco più di 5 chilometri. Qui per la verità non si tratta di inventare nulla o pensare a come realizzare le cose, visto che il progetto della "Cittadella della salute" ad Arzignano è stato già sottoscritto dei vertici regionali, che dunque sono attesi nel proseguimento di questo ieri. Da noi, oltre alla conferma di tutti i reparti esistenti ora, in particolare quelli legati alla riabilitazione, troveranno posto tutti quei servizi dirigenziali, amministrativi e sanitari non inseriti nella struttura di Montecchio Maggiore, in quanto identificata come ospedale per acuti, quindi per le emergenze. Per essere dal più precisi, usando un termine sanitario, l'ospedale di Arzignano ospiterà anche tutti quei servizi che sono di "elezione", comprendenti poliambulatori, servizi territoriali e raggruppamenti dei medici di base, dove di fatto si gioca la sfida al servizio dei cittadini».

Nuove opere al via all'Ospedale Unico a Montecchio, ma importanti lavori previsti anche ad Arzignano. «Parte della struttura verrà riconvertita - precisa Gentilin - ad iniziare dal primo nucleo inaugurato nel 1962 e per il quale quattro anni fa si è festeggiato il mezzo secolo di vita, che richiede ad esempio la messa a norma delle criticità legate alla situazione anti-sismica. Esiste un progetto preliminare, non ancora ufficiale, che attualmente sto analizzando con la mia amministrazione, per un investimento complessivo attorno ai 18 milioni di euro. Si tratta di una serie di interventi, spalmati in più anni e che saranno realizzati a stralci, visto che dovranno garantire la piena funzionalità dello stesso ospedale».

Ospedale Unico Montecchio-Arzignano, serve una "co (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Mi auguro - conclude il primo cittadino di Arzignano - che promesse e accordi proseguano in pieno accordo, sia a livello sanitario che tra singole amministrazioni. Io posso dire che comunità arzignanese ha capito in anticipo questa strategia, dandomi ragione anche alle ultime elezioni, qui si sta lavorando non per interessi personali, ma per il futuro a lunga distanza».

 

Giancarlo Giuseppe Acerbi, sindaco di Valdagno: «Garantita l'efficienza del nostro ospedale che ha un bacino di 50 mila persone: le scelte future sono anche manageriali»

«L'Ulss 5, che è a tutti gli effetti un'azienda, ha tutto l'interesse a tutelare l'ospedale di Valdagno, che vanta un bacino di quasi 50 mila abitanti. Dovessero togliere qualche servizio i nostri cittadini sarebbero più comodi andare all'ospedale di Santorso piuttosto che a Montecchio Maggiore, che dista 20 km ma di fatto in auto si percorrono in 40 minuti di auto, con il rischio quindi di rivolgersi ad un altra Ulss, una scelta». A parlare è Giancarlo Giuseppe Acerbi, sindaco di Valdagno, che spiega la questione da un punto di vista manageriale e di scelte imprenditoriali.

Ospedale Unico Montecchio-Arzignano, serve una "co (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«In realtà questo rischio non esiste - tiene a precisare il primo cittadino valdagnese - anche perché il nostro è un ospedale moderno ed efficiente, dove in mezzo secolo non si è mai verificato un caso di malasanità, al contrario di quanto avvenuto in ospedali più grandi ma dove probabilmente non esiste la cura e l'attenzione verso i pazienti che può vantare un nosocomio medio-piccolo come il nostro. Il San Lorenzo (questo il nome dell'ospedale di Valdagno, ndr.) è una struttura nuova e moderna, il nuovo direttore generale Pavesi ne è rimasto favorevolmente sorpreso durante la sua recente visita». Ma quali sono le richieste fatte dagli amministratori valdagnesi per il loro ospedale nell'ambito della "nuova epoca" sanitaria nella vallata dell'Agno? A rispondere è lo stesso sindaco. «Per la verità non abbiamo chiesto nulla di particolare - precisa Acerbi - diciamo che la nostra priorità è la conferma di tutti i servizi attuali, che però devono continuare a funzionare bene, quindi con la presenza adeguata riferita al numero di medici, infermieri e personale sanitario».

Al "San Lorenzo" sono attualmente in corso degli interventi importanti, tra cui l'ampliamento del nuovo Centro dialisi, che dovrebbe essere completato entro l'estate, così come i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso dell'area della terapia intensiva e semi-intensiva. «Il nostro ospedale - conclude Giancarlo Giuseppe Acerbi - vanta ottime credenziali, in particolari in quei reparti, come ad esempio ortopedia e geriatria, dove esiste per l'appunto una grande attenzione al paziente. Io credo che la scelta di costruire un grande ospedale, come lo è quello di Santorso e in futuro quello di Montecchio-Arzignano, sia strategica per la Regione, che però ha il dovere di tutelare anche quelli minori che completano l'offerta».

 

nr. 04 anno XXI del 6 febbraio 2016



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