NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Grancona e San Germano futuri "sposi"

di C.R.

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Grancona e San Germano futuri "sposi"

Roberto Ciambetti, assessore regionale a bilancio ed enti locali: «Nel Bellunese già fatte alcune fusioni, nel Vicentino studio per fattibilità anche per Lusiana e Conco»

Non solo Grancona e San Germano dei Berici pronte ad unirsi in uno stesso comune. Nel Vicentino ci sono altre due amministrazioni, Lusiana e Conco, centri montani dell'Altopiano di Asiago, che hanno avviato il cosiddetto "studio di fattibilità" per studiare una possibile fusione. La conferma arriva dal vicentino Roberto Ciambetti, assessore regionale agli enti locali e bilancio, che per conto di Palazzo Nievo sta seguendo gli iter ormai in atto in tutte le province del Veneto che con la legge regionale  n. 18 del 27 aprile 2012 “valorizza ed incentiva la costituzione di gestioni associate tra i comuni, promuovendo, in particolare, lo sviluppo delle unioni e delle convenzioni, nonché la fusione di comuni, al fine di assicurare l’effettivo e più efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi loro spettanti e individuando, tramite un processo concertativo, la dimensione territoriale ottimale e le modalità di esercizio associato".

Grancona e San Germano futuri "sposi" (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Non c'è dubbio - spiega l'assessore Ciambetti - che il 2015 abbia rappresentato per il Veneto un anno storico per questo tipo di procedure, se non altro per il fatto che l'anno scorso sono andati andati a votare per le elezioni amministrative gli abitanti dei due nuovi comuni bellunesi, sorti dalle fusioni tra Quero e Vas (Quero Vas il nuovo nome del comune, ndr.) e tra Longarone e Castellavazzo (Longarone, ndr.)».

Ora, seguendo l'ordine delle varie pratiche, toccherà ad altri cinque comuni del Bellunese, i cui residenti lo scorso 17 gennaio sono andati al voto referendario: si tratta degli abitanti di Zoldo Alto e Forno di Zoldo per formare il comune di Val di Zoldo; Farra d'Alpago, Puos d'Alpago e Pieve d'Alpago votano per costituire il comune di Alpago. Il parere favorevole al voto è stato schiacciante. «L'iter verrà concluso nelle prossime settimane - assicura Ciambetti - quando la proposta di legge verrà portata in consiglio regionale, dove avverrà il via libera. E nelle elezioni amministrative di domenica 12 giugno i cittadini dei due nuovi comuni accorpati sceglieranno il loro sindaco. Se sono sorpreso delle vittorie schiaccianti nei referendum? Assolutamente no, perchè sono convinto che per molti comuni i tempi siano maturi ma soprattutto che ormai i cittadini guardino al di là del proprio campanile, preoccupandosi soprattutto della qualità dei servizi che il comune dovrebbe erogare. Un esempio su tutti: un cittadino è disposto a rivolgersi ad un tale ufficio più distante da casa, pur di ricevere le risposte giuste».

A ruota ne arriveranno sicuramente degli altri. «In Veneto - precisa l'assessore a bilancio ed enti locali - sono attualmente 15 gli eventuali nuovi gruppi di comuni che stanno procedendo con lo studio di fattibilità, tra cui per l'appunto Lusiana e Conco: tutti loro hanno chiesto, come prevede la normativa, un contributo regionale, pari a circa 10-12 mila, da utilizzare per le consulenze di tecnici e professioni per l'analisi della situazione e dei conti economici. Al momento Grancona e San Germano dei Berici non fanno parte di questo gruppo, ma ritengo che a breve chiederanno anche loro la richiesta di finanziamento. Altri fusioni in arrivo nel Vicentino? Non mi sbilancio, anche perchè ogni comune deve restare un presidio di democrazia e tale scelta deve essere fatta per convinzione, non per convenienza».

 

L'indagine di Confartigianato Vicenza conferma la strada intrapresa da Governo e Regione: «Il riordino amministrativo dei comuni è una fonte di risparmio»

La conferma che il riordino amministrativo dei comuni è una fonte di risparmio emerge da un'interessante indagine, correlata da dati, grafici e statistiche, realizzata da Confartigianato Vicenza, che ha approfondito questo specifico tema un paio d'anni fa: un lavoro pubblicato dall'Ufficio Studi, su coordinamento del direttore generale Pietro Francesco De Lotto e direzione scientifica affidata ad Enrico Quintavalle, responsabile proprio dell'Ufficio Studi della Confartigianato berica.

Grancona e San Germano futuri "sposi" (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«La provincia di Vicenza - veniva spiegato nello studio, i cui dati relativi alla popolazione sono praticamente gli stessi, vista la crescita ridotta nell'ultimo biennio in ambito provinciale - è prevalentemente composta da piccole realtà urbane: oltre metà dei comuni (57,8%), pari a 70 su 121, hanno meno di 5 mila abitanti; 43 comuni (35,6%) hanno una popolazione compresa tra i 5 mila e i 15 mila abitanti, mentre soltanto 8 comuni (6,6%) superano i 15 mila abitanti. L'elevata spesa pro capite dei grandi comuni – nel Vicentino sono 3 i comuni con oltre 30 mila abitanti (nell'ordine Vicenza, Bassano del Grappa e Schio, ndr.) - trova spiegazione sia nella presenza di un’offerta più ampia di servizi, ad esempio e funzioni relative alla giustizia, sia dalla presenza di inefficienze di spesa. A tal proposito, va ricordato che una analisi effettuata per il Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa ha indicato nei comuni capoluoghi italiani un tasso di inefficienza della spesa pari al 23,4%. Tale indicatore è calcolato come rapporto tra la riduzione di spesa potenziale e la spesa effettuata per beni e servizi da ciascun ente considerato. Il comune di Vicenza registra un Indice di inefficienza pari a 19,39% e, sebbene mostri un valore relativamente più contenuto tra i capoluoghi di provincia italiani, presenta comunque un eccesso di spesa».

«Per quanto riguarda invece, i piccoli comuni - proseguiva l'inchiesta di Confartigianato Vicenza - l’elevata spesa per abitante è dovuta ad una maggiore incidenza anche dei costi fissi relativi alle funzioni primarie. L’esercizio associato di queste funzioni determinerebbe economie di scala permettendo un abbattimento delle spese delle amministrazioni comunali».

«In base al criterio adottato per il riordino amministrativo - veniva poi specificato nello studio - i comuni della provincia di Vicenza obbligati all’esercizio associato delle funzioni primarie sono 61, ovvero la metà dei comuni berici (50,4%), e rappresentano il 15,4% della popolazione della provincia. Di questi 27 comuni (pari al 22,3% della provincia) sono in aree parzialmente o totalmente montane. Tra i 61 comuni coinvolti nel riordino amministrativo la spesa va da un minimo di 696 euro ad un massimo di 4.831 euro per abitante, con una forte correlazione inversa con la dimensione demografica. Il range negli altri comuni, invece, è più ristretto: la spesa per abitante varia da un minimo di 572 euro ad un massimo di 1.835 euro».

 

nr. 05 anno XXI del 13 febbraio 2016

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