NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Non stimola e rischia di stordire… il territorio

di Giulio Ardinghi

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Non stimola e rischia di stordire… il territorio

VENDERE IN BLOCCO O NON VENDERE- La strategia che viene sottoposta alla Regione e a tutti gli enti che hanno finto di non vedere è quella di sollecitare una presa di responsabilità fondata quanto meno su un principio di elementare preoccupazione nei confronti delle attività delle zone montane e dell’ulteriore pericolo di spopolamento. Dice Raffaele Consiglio che è proprio questo il punto: “Nessuno contesta il diritto dell’azienda di vendere, si tratta di un’azienda privata estranea come del resto quelle che l’hanno preceduta al nostro territorio. Non è questo il punto da cui partire, bisogna invece partire dal rifiuto totale che verrà opposto alle modalità di vendita; intendo dire che se il rapporto col compratore prevede l’interezza dell’azienda Recoaro, prodotti e impianti, non ci sarà alcuna opposizione da parte nostra perché si tratta di una normale operazione di mercato. Se al contrario si pensa di procedere ad uno spacchettamento dei beni in vendita, cedendo uno alla volta l’acqua, l’imbottigliamento, le bibite, gli impianti, allora è bene che tutti sappiano, a partire dalla regione, che non ci stiamo perché questo sarebbe il modo per affondare definitivamente non soltanto l’azienda, ma per creare danni irreparabili al paese di Recoaro, alla sua economia che si regge ormai su attività miste già difficoltose per il fatto di trovarsi in un territorio di difficile gestione per definizione visto che si tratta di montagna. Alcuni dei prodotti di Recoaro sono legatissimi al territorio, per questo sottolineiamo l’esigenza di non spacchettare l’offerta, ma di renderla un’operazione compatta. In conclusione, non si può pensare di vendere il marchio e di lasciare che tutto il resto sia ceduto in varie tappe e a vari interlocutori favorendo uno spezzettamento che favorirebbe un danno forse definitivo, irrimediabile”.

Non stimola e rischia di stordire… il territorio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)INCREDIBILI SCIVOLATE DI VICENZA- Mauro Fabris è stato sottosegretario in vari governi oltre che segretario cittadino della DC. Oggi prende atto con amarezza delle scivolate che da una ventina di anni a questa parte caratterizzano la politica di Vicenza, una cecità quasi completa che dopo aver portato alla perdita dell’aeroporto invece oggetto di un tentativo di rilancio da parte di Ciarrapico (penultimo proprietario della Recoaro spa) ci mette di fronte oggi al sostanziale fallimento dei progetti vicentini sull’alta velocità ferroviaria dato che Verona e Padova ci hanno pensato in proprio ed hanno risolto il problema cancellando l’esigenza di servirsi del territorio vicentino: “Abbiamo fatto ridere tutta Italia in questi ultimi vent’anni. Pensate che molti anni fa, molto prima che venisse fuori il progetto del tunnel, insieme con Emanuela Dal Lago e Lia Sartori avevamo prodotto una proposta semplice e fattibile, far transitare l’alta velocità nel Basso Vicentino, risparmiando del tutto i Berici e anche un sacco di soldi. Naturalmente l’hanno lasciato cadere dando il via ad una serie di ipotesi che non hanno mai avuto alcuna possibilità di realizzazione. Il risultato è che Vicenza come al solito ha fatto l’ennesimo scivolone, ha perso quel che poteva avere e a quanto pare ancora adesso non sembra rendersene conto. Aeroporto, alta velocità, Valdastico Nord, sempre scavalcati e preceduti, quando non addirittura respinti. Ora c’è questa questione della Recoaro che doveva essere affrontata e risolta quando era effettivamente possibile riuscirci. Ciarrapico aveva comprato e subito dopo aveva creato la linea aerea Vicenza-Roma; lo dico perché essendo l’uomo un imprenditore e non un benefattore aveva intuito che cosa si poteva fare di quell’azienda che tra l’altro veniva da lui stesso collegata a Fiuggi. Non so come andrà a finire questa volta, ma certo la Regione che pure ha un vicentino in vicepresidenza non sembra muovere un dito e la capacità di influenza della politica vicentina verso i centri decisionali è praticamente equivalente a zero. Sarà un altro, gravissimo danno, per l’economia della montagna vicentina?”.

Non stimola e rischia di stordire… il territorio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DECISIONI E TERRITORIO- Giovanni Ceola è sindaco di Recoaro. La chiarezza della prospettiva preoccupante che potrebbe accompagnare la nuova vendita dell’azienda ha fatto sì che si sia deciso con anticipo di riunire una seduta extra del consiglio comunale per poter discutere con gli interlocutori più importanti o collaborativi quale sia il futuro che accompagnerà questa vicenda e tutto il territorio che ne risentirà gli effetti. Da quale punto prende il via l’invito del Comune a Regione, Provincia e sindacato? Dal fatto dice Ceola “che occorre preoccuparsi molto alla svelta delle conseguenze di questa operazione sul territorio e sulla economia del territorio. Non sappiamo quali scelte farà la San Pellegrino, né prevediamo che la vendita in sé può suscitare qualche opposizione, il problema non è questo. Il problema è che bisogna capire quali saranno le ripercussioni sul nostro territorio e sulla nostra comunità. La Regione deve svolgere un ruolo importante, ad esempio sul capitolo della concessione delle acque, ed è importante la collaborazione dei sindacati perché qui c’è anche un problema occupazionale. Vedremo quali saranno le posizioni, ma era obbligatorio indire questo consiglio comunale straordinario”.

Non stimola e rischia di stordire… il territorio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) Purtroppo, sottolinea a sua volta Bruno Oboe, non è più nemmeno soltanto questione di livelli occupazionali perché il monte dipendenti è ridotto al lumicino: “Non so se siano una cinquantina o poco più, so però che erano ottocento e più al tempo in cui le terme funzionavano e gli alberghi si riempivano d’estate; agli ottocento si aggiungevano almeno altri trecento occupati a tempo determinato come stagionali ed altri ancora erano assunti sempre a tempo negli alberghi. Ora credo che il vero grande problema sia quello di non spezzettare gli elementi aziendali nell’operazione di vendita e ancora di più credo sia necessario che la testa dell’azienda rimanga in Italia. Perché uno dei pericoli di questi tempi, come dimostrano tante altre operazioni, è proprio che il contratto di vendita preveda un acquirente proveniente da altri paesi o da altri continenti”.

Conclusione: l’immagine della bibita che stimolava ma non stordiva è brutalmente sostituita da qualcosa che non stimola, ma in compenso potrebbe stordire, e stordire prima di tutto un territorio che non ne ha nessun bisogno.

 

nr. 20 anno XXI del 28 maggio 2016



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