NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Autonomia veneta: colpo che vale il match-point

di Giulio Ardinghi

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Autonomia veneta: colpo che vale il match-point

Autonomia veneta: colpo che vale il match-point (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)È DEMOCRAZIA DIRETTA: CI SIAMO ANCHE NOI- Jacopo Berti, del Movimento 5Stelle, ha una posizione favorevole alla consultazione perché, dice, corrisponde perfettamente a quel concetto di valorizzare la democrazia diretta che è uno dei punti saldi degli stellati: “Credo proprio che ci saremo anche noi a sostenere questa iniziativa dal momento che corrisponde a quanto pensiamo in materia di gestione del territorio, ruolo degli elettori, forma dello stato che si amministra. Secondo me il vero esempio da seguire sempre è quello della Svizzera dove è normale e consolidata l’abitudine del governo confederale di rivolgersi ai cittadini per le questioni di maggior peso collettivo sociale: si conferma o si elimina una legge e qualsiasi altra iniziativa, ed è l’unico modo che conosciamo per affermare la funzione vincente della democrazia diretta, della democrazia che, come si dice, viene dal basso. Quello ci proponiamo noi come movimento è la costituzione degli stati uniti d’Italia in cui l’entità nazionale è riunita e le scelte territoriali vengono sottoposte alle vere esigenze del territorio a cui si rivolgono e per il quale sono pensate. In questa chiave è chiave è chiaro che ci troviamo in sintonia con questa iniziativa che vuole chiedere ai cittadini veneti che cosa ne pensano della loro autonomia. Questo è l’unico modo che conosciamo per perfezionare quel lavoro di consegna del potere ai cittadini che va considerato la base di tutto. Non ci si può affidare ad uno solo, isolato, che standosene a Roma decide per tutti. La tendenza che si rinnova ad accentrare i poteri è pericolosa e va combattuta”.

Autonomia veneta: colpo che vale il match-point (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PRIMA TRATTARE COL GOVERNO E POI…- Una obiezione arriva da Stefano Fracasso, vicepresidente della commissione regionale Affari istituzionali. Non è una dichiarazione contraria a prescindere, ma una richiesta che il PD farà alla giunta Zaia perché il meccanismo del referendum sull’autonomia venga ribaltato con una operazione logica e si trasformi in un obbiettivo meglio studiato: “Quel che mi domando principalmente è perché bisogna mettere in cantiere un’operazione come questa che costa 14milioni di euro senza avere prima la garanzia di una trattativa avviata col governo. Secondo noi bisognerebbe aprire il confronto col governo mettendo a punto i temi che si vogliono proporre per la realizzazione concreta dell’autonomia (scuola, attività produttive, lavoro, sanità, assistenza sociale, ecc.) e una volta conclusa la trattativa andare a vedere l’opinione dei cittadini per sapere che cosa ne pensano. Il meccanismo scelto per ora dalla Regione non prevede invece questo passaggio, non si preoccupa di confrontarsi sui temi importanti identificabili e sulle possibili risposte del governo, e va invece direttamente alla consultazione popolare per chiedere ai veneti se vorrebbero o no l’autonomia. Per me bisognerebbe restare allo stesso concetto del referendum in quanto tale: o è confermativo o è abrogativo. Per questo in questo modo penso che si rischi di mettere a punto una iniziativa di puro contrasto politico e non di ricerca delle cose che effettivamente si possono fare”.

Autonomia veneta: colpo che vale il match-point (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SPENDERE COSI’ ORA CON QUESTA CRISI?- L’altra obiezione, più o meno su una linea simile, arriva da Manuela Dal Lago, ex parlamentare leghista oltre che ex presidente della Provincia di Vicenza. Il tema del costo dell’operazione referendum regionale si ripresenta dal momento che il giudizio rimane sospeso una volta che si considera la parte/costo, l’investimento in euro che la Regione si prepara a fare: “Non discuto sul fatto che l’esigenza dell’autonomia sia reale e sentita, mi domando però se questo è il momento più adatto per lanciarsi in una operazione come questa che come noto costa davvero molto; in poche parole mi chiedo se il momento di grave crisi economica che sta strangolando le attività produttive dei veneti e mette in difficoltà tutti, compresa la ricerca di occupazione, rende ragionevole una spesa come questa. Teniamo presente che tutti questi soldi potrebbero essere indirizzati ad altro e cioè proprio al territorio, alle attività produttive, ai problemi che emergono sempre più gravi in vari settori della vita dei cittadini e del sociale. Ecco, questa è la mia perplessità, al di là dell’obbiettivo che non si può non condividere. Quel che bisogna verificare è se ci sono altre priorità…”.

 

nr. 24 anno XXI del 24 giugno 2016

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