NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Referendum e fusioni
la svolta dei Comuni

di L.P.

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Referendum e fusioni<br>
la svolta dei Comuni

Antonella Corradin, sindaco di Lusiana: «Impossibile far quadrare i conti. In corso lo studio di fattibilità con Conco, insieme sfioriamo i 5 mila abitanti»

Nel Vicentino ci sono altre due amministrazioni, Lusiana e Conco, centri montani dell'Altopiano di Asiago, che hanno avviato il cosiddetto "studio di fattibilità" per studiare una possibile fusione, che garantisce un contributo regionale di 10-12 mila, da utilizzare per le consulenze di tecnici e professioni per l'analisi della situazione e dei conti economici nell'ipotesi di una fusione.

Referendum e fusioni<br>la svolta dei Comuni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«In effetti è proprio quello che abbiamo fatto congiuntamente all'amministrazione di Conco - spiega Antonella Corradin, sindaco di Lusiana - nello specifico abbiamo dato l'incarico a un consulente dell'Anci, che sta esaminando i conti dei due comuni. In termini di legge non raggiungiamo, seppur di poco i 5 mila abitanti - in base ai dati Istat 2015 la somma indica 4.865, in virtù dei 2.691 di Lusiana (80° nel Vicentino) e dei 2.174 di Conco (88°) - come richiederebbe la legge regionale, anche se sembra possibile una deroga (già concessa nel Bellunese ai comuni montani, ndr.). La cosa fondamentale e ormai chiara a tutti è che risulta sempre più difficile far quadrare i conti, per non dire che negli ultimi anni è quasi impossibile. I servizi ai cittadini sono sempre di più, mentre le risorse sono sempre minori. Di fronte a questa situazione la riduzione delle spese è ormai un passo fondamentale, visto che il patrimonio delle cave, risorsa fondamentale per decenni (anche per Conco, ndr.) è sempre più a rischio».

«Premesso questo - aggiunge il sindaco di Lusiana - la decisione di un'eventuale fusione spetta ai cittadini, solo a loro. Noi stessi, vivendo qui da sempre, ci rendiamo conto come per un "montanaro" il nome, la storia, le tradizioni e le radici siamo fondamentali: e non parlo solamente di comune, perchè molto spesso l'abitante della montagna è legato soprattutto alla propria frazione e alla proprio contrada. Per questo motivo stiamo procedendo con cautela, ma nel contempo vogliamo che se ne parli tanto, insomma che la gente capisca sino in fondo il problema. Già dall'inizio del prossimo anno organizzeremo una serie di incontri e dibattiti, sia a Lusiana, per approfondire le tematiche per arrivare eventualmente al referendum nel 2018. In caso di esito positivo toccherà a noi amministratori procedere successivamente tutte quelle modalità in grado di garantire la salvaguardia delle tradizioni, ma anche delle zone e delle ricchezze di ciascun territorio».

 

Roberto Ciambetti, assessore regionale a bilancio ed enti locali: «Nel Bellunese fusioni già avvenute anche fra tre comuni. Ma la scelta va condivida con i cittadini»

L'ente che a tutti gli effetti vanta il controllo sulla fusione tra comuni è la Regione Veneto, la cui la legge n° 18 del 27 aprile 2012 «valorizza ed incentiva la costituzione di gestioni associate tra i comuni, promuovendo, in particolare, lo sviluppo delle unioni e delle convenzioni, nonché la fusione di comuni, al fine di assicurare l’effettivo e più efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi loro spettanti e individuando, tramite un processo concertativo, la dimensione territoriale ottimale e le modalità di esercizio associato».

Referendum e fusioni<br>la svolta dei Comuni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)In prima linea c'è proprio un vicentino, Roberto Ciambetti, assessore regionale agli enti locali e bilancio, che per conto di Palazzo Nievo sta seguendo gli iter ormai in atto in tutte le province del Veneto. «Dati alla mano possiamo dire - spiega Ciambetti - che si tratta di un iter al quale si stanno avvicinando sempre più comuni. Tutte è iniziato 4 anni fa, ma l'anno che possiamo considerare il 2015 l'anno storico per il Veneto per questo tipo di procedure, se non altro per il fatto che l'anno scorso sono andati a votare per le elezioni amministrative i primi comuni nati dalla fusione, ossia quelli di Quero e Vas (Quero Vas il nuovo nome del comune, ndr.) e tra Longarone e Castellavazzo (Longarone, ndr.). Quest'anno, precisamente il 17 gennaio, sono andati al voto referendario gli abitanti di Zoldo Alto e Forno di Zoldo per formare il comune Val di Zoldo. Nel Bellunese c'è anche una fusione a tre, tra Farra d'Alpago, Puos d'Alpago e Pieve d'Alpago per costituire il comune Alpago. La provincia bellunese, in virtù di piccoli paesi montani in difficoltà economica, è stata la prima a muoversi. Ma attenzione nel Veronese questo iter viene portato avanti da due comuni di una certa consistenza come Roncà e San Giovanni Ilarione».

«Nella mia posizione non mi sbilancio – tiene a precisare l'assessore Ciambetti – anche perchè ogni comune deve restare un presidio di democrazia e tale scelta deve essere fatta per convinzione, non per una convenienza economica. In altre parole è fondamentale che il processo sia condiviso con i cittadini e non calato dall’alto. Da qui l’importanza del referendum, necessario dal momento che si va ad incidere in maniera importante sull’assetto istituzionale. Come Regione Veneto non facciamo nessuna pressione, abbiamo creato dei percorsi sia legislativi che di accompagnamento tecnico per i comuni che vogliono fare questa operazione. Inoltre forniamo anche supporto finanziario per studi di fattibilità per capire opportunità o criticità di queste forme di associazionismo comunale».



nr. 37 anno XXI del 22 ottobre 2016

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