NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Elezioni a Thiene,
sfida a cinque!

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Elezioni a Thiene, <br>
sfida a cinque!

Sulla presenza di profughi distribuiti nei vari comuni come giudica l'attuale situazione a Thiene e come intende muoversi se venisse eletto?

Elezioni a Thiene, <br>sfida a cinque! (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)AZZOLIN: «È evidente che grazie all'ipocrisia interessata di molti benpensanti, si è creata una vera e propria industria che fa della tratta di esseri umani un business. Emerge ogni giorno di più la consapevolezza che stiamo subendo l'ennesimo schiaffo da un’Europa matrigna, una vera e propria dittatura europea diretta a colpire e annullare le identità dei popoli. È in atto un vero e proprio crimine che mira all'eliminazione delle nazioni, con la violazione del diritto di autodeterminazione dei popoli. È un favore offerto a movimenti che guadagnano sull'immigrazione di massa, per creare una popolazione europea di etnia omogenea, sempre più povera e quindi più facilmente controllabile dalle elite senza volto che decidono per le nostre sorti. Dobbiamo combattere e opporci a questo scempio, la lotta deve partire dal nostro territorio».

Elezioni a Thiene, <br>sfida a cinque! (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)CASAROTTO: «Obiettivamente, ad oggi, il problema “richiedenti asilo” a Thiene non ha creato particolari attriti o, peggio ancora, tensioni sociali, perché è stato gestito con equilibrio ed intelligenza. Se poi si vogliono fare polemiche politiche, allora è un altro discorso. Oggi a Thiene, Comune che a suo tempo ha aderito al Protocollo d’Intesa con la Prefettura con altri 24 Comuni dell’Alto Vicentino, sono ospitati 42 “richiedenti asilo” distribuiti in vari appartamenti, secondo il modello dell’accoglienza diffusa, che sta funzionando egregiamente. La regola in sintesi è molto semplice: “Thiene vi ospita e vi rispetta, ma voi dovete rispettare le nostre regole e la nostra città!” È chiaro, comunque, che il discorso non può andare oltre un determinato tetto di presenza, se si vuole garantire che il modello dell’accoglienza diffusa funzioni e, pertanto, per il futuro, dovremo, come 32 sindaci dell’Alto Vicentino, ritrovarci a condividere, se possibile, un progetto comune da portare all’attenzione delle autorità governative preposte».

Elezioni a Thiene, <br>sfida a cinque! (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LAZZARI: «Nel nostro programma non trovate nessun accenno all’immigrazione o ai profughi perché reputiamo fondamentale, soprattutto in un momento di grave crisi economica, sociale e culturale che il nostro paese e l’Europa stessa stanno attraversando, dare risposte chiare ai nostri cittadini e creare per loro e per le generazioni che verranno stabilità. Sicurezza, lavoro, sociale, giovani, anziani, famiglie, scuola, cultura, sport e turismo: questi sono i temi che a noi premono maggiormente. Reputiamo che l’immigrazione sia un problema che Europa e Italia come stato debbano sobbarcarsi e risolvere. Qualora diventassi io sindaco e pertanto portavoce di tutti i cittadini italiani thienesi, non potrò adottare una politica che ad oggi la maggior parte delle persone non sente come priorità. Qualora prefetto o ministro ci obbligasse ad avere in Paese una quota di richiedenti asilo, ci impegneremo a verificare e monitorare i gestori dell'accoglienza, responsabilizzandoli e rendendoli attori principali della loro vigilanza nel rispetto della nostra cultura e delle nostre regole».

Elezioni a Thiene, <br>sfida a cinque! (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)COMBERLATO: «La situazione a Thiene non è drammatica ma necessita di un costante monitoraggio, intervenendo laddove si verifichino casi di mancato rispetto delle regole di convivenza e di mancato rispetto della nostra cittadina e dei suoi abitanti».

Elezioni a Thiene, <br>sfida a cinque! (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SCHNECK: «Se per profughi ci si riferisce a coloro che scappano dalle guerre vi provvede, giustamente, lo Stato con il ministero degli interni e il Prefetto; e questi sono il 5% di tutti gli arrivi! Gli altri vanno aiutati con veri programmi di sostegno, in primis da parte di coloro che hanno creato i presupposti e cioè i paesi coloniali. Non possiamo accogliere l'Africa intera disastrata da Inghilterra, Francia, Belgio e altri Paesi. Sia fatta una strategia europea, e non solo, per risolvere il problema nei singoli stati da cui arriva questa grande pressione di sopravvivenza a cui dovremmo, già da ieri, esserci mossi. I fenomeni vanno anticipati dai politici non tamponati e raffazzonati quando sono già esplosi. A cosa serve l'Europa! In Gran Bretagna con la Brexit non entra più nessuno. Usciremo dall'Europa per difendere le nostre frontiere da questa invasione? Quelli che scappano sono i giovani che rischiano la vita prima nel deserto e poi nel mare, ma quelli che restano nei loro paesi, meno giovani, donne, bambini che non hanno la forza per affrontare i rischi a questi chi ci pensa?».



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