L'ultima cosa che è utile al nostro Paese è una crisi del Governo in questo momento estremamente delicato per la nostra economia, per la ripresa, per la sicurezza del territorio. Eppure vi è stato chi, pur riconoscendogli alcune ragioni e alcune verità, non ha inteso quale sia effettivamente la priorità: quella del bene comune posta di fronte alla personale visione, certamente legittima, politica e ha dato voce a questa seconda. Abbiamo sentito da non pochi protagonisti della vita politica nazionale far coro alla domanda sacrosanta della gente di mettere in soffitta il "gioco politico del palazzo" per avviare una stagione nella quale le scelte fondamentali, e quindi anche l'assetto governativo dell'intero Paese, siano fatte nella trasparenza e nelle scia tracciata dalla volontà popolare. Chiarezza e trasparenza erano le parole chiave che si sentivano pronunciare ad ogni piè sospinto. A Destra e Sinistra, e così pure al Centro. In tutta la vicenda Fini/Berlusconi non vi è nulla di chiaro e trasparente e tutto appare come un tristo e logoro gioco di palazzo. Personalmente ritengo che la politica italiana abbia urgente necessità di un rilancio "sinceramente e autenticamente" democratico e che l'indispensabile rinnovo della classe dirigente non possa avvenire per l'appunto all'interno del "palazzo". Deve essere una scelta autenticamente popolare. Non ho l'impressione che gli spostamenti da un fronte all'altro di settori della Maggioranza che, al di la delle belle intenzioni dichiarate, alla fin fine non fanno altro che alterare la volontà popolare. Cosa che è avvenuta, in passato, anche in Vicenza, ma fortunatamente, al tempo, le conseguenze hanno influito solo sulla nostra realtà e non hanno dato avvio a dirompenze nazionali. In questa circostanza invece le scelte di questo tipo, soprattutto fatte in questo delicatissimo momento, causeranno disagi e sempre maggiori difficoltà alla gente comune. Le belle parole, le grandi e nobili espressioni che solitamente si sprecano in simili circostanze, non aiuteranno a riempire la borsa della spesa delle famiglie italiane, sulle quali saltellerà il maligno folletto della ambizione frustrata.
nr. 42 anno XV del 20 novembre 2010