NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La tentazione del sabato riagita la scuola

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La tentazione del sabato riagita la scuola

Ripartiamo domandandoci quale interlocutore hanno a disposizione le famiglie quando vogliono discutere di scuola con la scuola: non è evidentemente soltanto la scuola, o no?

PIERANGELO PERETTI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PIERANGELO PERETTI- Bella domanda. Il nostro primo interlocutore è la scuola di nostro figlio anche se l’interesse verso la scuola da parte dei genitori prende forma in modo consistente fino alle medie comprese, più o meno, poi salendo di grado si attenua un po’ la disponibilità ad impegnarsi anche negli organi collegiale o nelle attività di supporto. Interistituti è nato per questo cercando di aggregare i genitori che vogliono dedicare tempo al mondo della scuola; è un centro di formazione ma anche un momento per interloquire poi con la politica oltre la scuola; finora abbiamo parlato soprattutto parlato con la Provincia con cui siamo stati propositivi nel momento in cui abbiamo parlato di poli anziché di istituti. Sono anni che discutiamo con la politica della cittadella degli studi che oggi come si vede è isolata e abbandonata a se stessa e si tratta di oltre tremila ragazzi in tre istituti; ora interistituti si sta allargando perché riceve ad esempio adesioni da Schio; ma il genitore pur considerato è sempre considerato un po’ come un rompiscatole. Certo che Vicenza ha tre o quattro punti molto lontani tra loro per cui parlare di rete e arrivarci, parlare di campus e realizzarlo, è tutto molto difficile. In passato si era ipotizzato lo spostamento di alcune scuole ma non se ne è fatto più niente anche perché si rischiava di creare un’altra isola scollegata dal resto.

ELENA DONAZZAN- Bisogna naturalmente sfruttare le occasioni di stimolo. Tanta resistenza viene anche dal mondo della scuola, ci sono stili di vita e comportamenti a cui ci si abitua. Il preside Zen ha fatto un intervento sul giornale locale per dire che il tempo del docente non è solo quello della scuola, dell’insegnamento; va molto oltre con aggiornamento con presenza e disponibilità anche nei permessi estivi; Zen si chiedeva perché non utilizzare gli insegnanti appieno e me lo chiedo anch’io. Immaginiamoci una temporalità diversa nell’anno scolastico, dei periodi di sospensione di una decina di giorni ogni tanti mesi. La proposta l’ho fatta anche per posticipare l’inizio di settembre. Non c’è stata molta approvazione allora, ma forse bisogna tornare pensare ad una organizzazione della scuola misurata sul tempo del lavoro com’è oggi non come era anni fa. La società è cambiata, famiglie con genitori separati, tempo che bisogna gestire diversamente così come i rapporti personali, occorre passare più tempo assieme.

La tentazione del sabato riagita la scuola (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)GIANNI ZEN- Siamo nel mezzo di una rivoluzione della quale abbiamo scarsa percezione e che cambierà tutto da qui a pochi anni. Oggi buona parte dei nostri ragazzi sono in giro per il mondo e hanno questa possibilità perché il mondo non ti chiede il pezzo di carta ma ti valorizza per quel che sai fare e per la cultura che hai. Tutto quello di cui stiamo parlando ha senso se la scuola e l’università recuperano quella centralità culturale che non è scontata ma va conquistata sul campo. Come? Dimostrando che effettivamente possiede un valore reale ed è possibile valutarne il livello. Occorrono riconoscimenti anche economici, bisogna andare oltre la prassi del tutti uguali indipendentemente dal valore. Non è solo parlare con buon senso ma tentare di cambiare radicalmente la situazione dando ad esempio anche ai migliori studenti la possibilità di pensare al loro futuro nella scuola come insegnanti; la scuola di oggi è un mondo di vecchi con età media ad esempio dei presidi che vale oltre 60 anni. Bisogna avere il coraggio di dire queste verità anche se tocchiamo consuetudini consolidate e incrostazioni difficili da rimuovere, ma l’operazione verità di cui parla Monti va fatta mantenendo le cose che valgono e cambiando le cose che vanno cambiate.

TINA CUPANI- Da una parte abbiamo bisogno di questo, una scuola più giovane, dall’altra mi innalzano il limite di pensione a 66 anni; si rendono conto cosa significa nella scuola primaria avere una persona di 66 anni che gestisce una sezione con 30 bambini; un po’ di coerenza dobbiamo averla noi stessi e pretenderla dalla politica. Non parliamo del luogo comune dei tre mesi di ferie. Sulla meritocrazia come Cisl abbiamo sempre sostenuto questo discorso, ma alla Donazzan chiedo come siamo messi come decentramento scolastico, c’è una legge specifica? No, non c’è una legge regionale che abbia risposto alla riforma del Titolo Quinto. Riconoscere a chi dà tempo alla scuola una valutazione economica, io credo al tempi pieno e del resto c’è già in Italia che ha questa pratica, come il Trentino. È tutto un sistema da costruire con pazienza e chiedendo collaborazione prima di tutto alla scuola, le sperimentazioni ci sono per una terza forma di valutazione; apertura completa purché ci sia un dibattito aperto.

GIANNI ZEN- Sono nella commissione nazionale che costruisce queste sperimentazioni ho trovato tanti sì che in realtà nascondono un no, ci sono troppe resistenze; occorre più coraggio, omaggio alla trasparenza della democrazia. Occorre il coraggio di metterci la faccia. Forse questo è il problema vero in questa fase di cambiamento.

 

nr. 04 anno XVII del 4 febbraio 2012

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