NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La tentazione del sabato riagita la scuola

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La tentazione del sabato riagita la scuola

Esiste a proposito del sabato e quindi dei cambiamenti di orario degli altri giorni anche il problema di come risolvere il vuoto delle ore prima del rientro: anche qui, con quali risorse e con quali spazi disponibili?

ELENA DONAZZAN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ELENA DONAZZAN- Soprattutto gli istituti superiori ma anche il resto della scuola sono condizionati dalle mense e da queste strutture che chiedevo di rivedere perché si mette in moto un volano economico non indifferente; oggi c’è già chi fa ore nel pomeriggio e vedo che i ragazzi si attrezzano con una certa agilità. Cambiare l’organizzazione della scuola solo per questione di costi significa sbagliare perché le scuole possono essere utilizzate per tutta la giornata così da non diventare delle realtà inutili se non c’è lezione; nel Veneto abbiamo fatto grandi investimenti ma bisogna sfruttarli fino in fondo; allora c’era una linea di finanziamento con i fondo comunitari, oggi c’è ancora e credo si potrebbe sfruttare.

CECILIA CORREALE- È stato fatto qualcosa per valutare la volontà degli studenti; al Pigafetta si voleva mantenere il sesto giorno e così si è fatto per mantenere il carico di lavoro e le migliori condizioni di apprendimento. Altre scuole hanno deciso più io meno così. Sono anni che chiediamo occasioni e spazi maggiori e momenti di condivisione perché sua reale la nostra idea di scuola dove ci sia discussione e dibattito anche oltre la materia curricolare: ci troviamo sempre di fronte a limiti economici che sono insuperabili e in larga parte sono al causa stessa di questa ipotesi di scelta sulla settimana corta. È un controsenso proporre un investimento sul patrimonio scuola allargando lo spazio pomeridiano e avere invece motivazioni economiche che contraggono questa possibilità.

GIANNI ZEN- Non mi fa affatto paura il discorso dell’assessore Donazzan; nella mia scuola ho due plessi uno dei quali resta aperto tutto il giorno, ad esempio. Le occasioni ci sono, fanno tutoring, i bravi danno una mano a quelli in difficoltà, ma non c’è solo questo. Il problema è riuscire a costruire attorno alle scuole il sistema che le aiuti a lavorare, il campus è l’ideale anche perché annulla le distanze. Qui occorre impegno degli enti locali e della politica per non vedere più la scuola come un elemento estraneo, così come bisogna che le scuole non siano così chiuse come sono ancora oggi: tra organismi scolastici non sempre ci si parla. Bisogna ragionare attorno alle cose già oggi possibili tenendo conto che le opportunità ci sono. Il momento è difficile, non basta più rivendicare, siamo chiamati a dare una svolta in termini di cultura ma occorre uscire dalla logica del piccolo campanile, trappola in cui anche le scuole ogni tanto cadono. Da qui ad iniziare forme di collaborazione la distanza non è impossibile. Anche la controparte deve dare una mano, cioè la politica deve tornare a progettare anche se i prossimi anni ci sembrano sempre difficili. Occorre indicare delle priorità e la priorità è investire sulla formazione che garantisce poi l’innovazione. Il 45%k dei nostri ragazzi già protettati nel mondo del lavoro scelgono professioni lontane dal titolo di studio. Anche la scuola si deve trasformare e rispondere alle proprie stesse domande.

tina cupani (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)TINA CUPANI- Mi riallaccio al discorso del preside Zen sulla rete; nella proposta del ministro c’è questo concetto nel momento in cui non si lega più l’organico dei docenti e del personale al numero delle classi e dei ragazzi perché in questo modo si può gestire ampliando l’offerta formativa anche nel pomeriggio un organico ed un finanziamento stabilizzato anche nei tre anni con una serie di attività che vanno al di là delle ore di insegnamento. Linee guida e non più organico funzionale di scuola sono i due concetti che arrivano subito dopo la prima proposta del ministro, come dire che c’è da subito un rallentamento di questa prima idea. Resta il fatto che il concetto del tempo mensa e della responsabilità della scuola, con la sicurezza da assicurare, rimane sullo sfondo a dire che una riforma come questa si fa solo con mettere insieme tutto un modello che funziona oppure non è corretto neppure pensarci perché non diamo dignità ai ragazzi e nemmeno sicurezza.

PIERANGELO PERETTI- Questo è l’aspetto che più preoccupa i genitori perché mancando il personale all’interno delle scuole i dirigenti scolastici sono costretti ad una posizione che non li aiuta certo a lavorare. Questo è sicuramente uno degli aspetti che ci preoccupano di più così come gli orari di ritorno che spesso sono molto pesanti per dei ragazzi i quali partono da casa la mattina molto presto.

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