In una bella serata culturale alla libreria Galla Franco Barbieri, noto personaggio della cultura vicentina, ha presentato assieme all'autore il nuovo libro che il disegnatore berico Giovanni Giaconi ha interamente dedicato alla figura di Vincenzo Scamozzi, architetto rinascimentale che a Vicenza ha legato il proprio nome. Un libro con immagini inedite e mai pubblicate prima dei progetti di uno dei più famosi architetti veneti, corredato dai puntuali testi in italiano dell’architetto vicentino Giovanni Battista Gleria (tradotti anche in inglese) e che offre al lettore una visione unica della vita e dell’opera di Scamozzi ed un’anteprima della nuova collezione di 32 acquarelli dell’illustratore Giaconi, che rimarranno esposti in mostra da Galla fino al 10 aprile.
Partendo dal fatto che nel 2016 cadrà il quarto centenario della morte di Vincenzo Scamozzi, nato a Vicenza il 2 settembre 1548 e morto a Venezia il 7 agosto 1616, Giaconi ha voluto rendere omaggio al grande architetto contribuendo a celebrarne la memoria con un lavoro che riproduce quasi tutte le opere esistenti a lui riconducibili o attribuite. Un volume che fa seguito ad altri due, che Giaconi aveva dedicato all’architettura vicentina: nel 2003 infatti uscì (solo in inglese per il mercato americano) The Villas of Palladio e nel 2009 un altro testo di acquerelli dedicato ad Andrea Palladio. Un libro – come sottolinea l’autore – nato anche perché, mentre sul Palladio esistono decine e decine di pubblicazioni, su Scamozzi i libri sono rari e poco conosciuti, le notizie scarse e spesso errate o imprecise, specialmente sul web. Era giusto dunque rendere omaggio a questo grande vicentino che ha avuto, tra i suoi meriti, quello di raccogliere l’immensa eredità di Andrea Palladio dopo la sua morte
Negli ultimi anni gli studi su Scamozzi hanno conosciuto un notevole impulso che ha permesso di definire aspetti inediti e originali della sua opera, rivisitando con nuovi strumenti critici e rinnovato interesse vecchi luoghi comuni che, ancor prima di essere smentiti, sono stati reinterpretati alla luce del nucleo di verità che potevano contenere, dando maggior spessore e risalto al personaggio. Sono più chiari i presupposti della sua architettura, che non è solo accademica ma è semmai sovrastata da un abito intellettuale ostico e poco diretto, che esige sovente un attento lavoro di approfondimento per essere pienamente compresa e apprezzata, qualcosa cioè che non si coglie con istintiva naturalezza ma si conquista in un processo di avvicinamento, in cui anche l’appagamento è un atto di conoscenza consapevole.
Scamozzi fu una figura singolare tra gli architetti del tardo Rinascimento di cui incarnò due aspetti complementari: l’attività pratica e quella teorica. La sua attività professionale si sviluppa nell’arco di quarantasei anni ed è lui stesso che ne colloca l’inizio nel 1569/70, ma se si considerano anche le precocissime esperienze giovanili, svolte in collaborazione con il padre Giandomenico, si devono aggiungere altri cinque sei anni: dunque molti considerando che visse sessantotto anni. Operò principalmente nel territorio della Repubblica di Venezia, spaziando dall’architettura civile a quella religiosa e teatrale, da quella privata a quella pubblica, realizzando ville, palazzi urbani, ponti e scenografie, in un crescendo di incarichi e relazioni con i principali esponenti del mondo culturale e politico, che ne fecero un protagonista assoluto dell’architettura del suo tempo e tra i principali artefici che contribuirono alla diffusione dell’architettura rinascimentale e veneta, soprattutto nel nord Europa.
Abbiamo incontrato Giaconi nel suo studio di disegnatore.