NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il "Così fan tutte" per il quasi esordio di Lorenzo Regazzo

Il già famoso cantante ha firmato l'allestimento mozartiano che ha concluso le "Settimane musicali al teatro Olimpico"

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Settimane Musicali al Teatro Olimpico

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

Foto Luigi De Frenza

 

Settimane Musicali al Teatro Olimpico (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La rassegna di musica classica “Settimane Musicali al Teatro Olimpico” si è conclusa con l’opera lirica “Così fan Tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Proposta in abiti moderni, quest’anno l’opera è stata presentata in forma di più tradizionale, con l’orchestra in buca e il palco utilizzato per la scena. Il M° Giovanni Battista “Titta” Rigon ha condotto l’Orchestra di Padova e del Veneto e l’allestimento è stato firmato da Lorenzo Regazzo, cantante di fama internazionale che qui interpreta la parte di Don Alfonso.

 

Questa opera segna il suo debutto alla regia, cosa l’ha portata a scegliere proprio questo titolo?

Lorenzo Regazzo: “Ho debuttato a gennaio con la “Cenerentola” a Treviso e a Ferrara quello è stato il mio debutto ufficiale, poi c’era stata una precedente esperienza qui, nel 2011 con il “Don Giovanni”, si trattava di una mise en espace, non mi ero firmato però già qualcuno aveva evidenziato che c’era un lavoro di qualcuno e il mio nome era venuto fuori. Diciamo il mio debutto mozartiano, il titolo mi è stato proposto da Titta e negli intenti sarà il primo della serie della trilogia con Da Ponte, prima il Così, poi “Don Giovanni” e poi “Le nozze di Figaro”, Lui ha proposto il “Così fan tutte” e io ho accettato di buon grado perché è un titolo fantastico, che può rispecchiare una contemporaneità perfetta: il fatto che ci siano i doppi innamorati anche se sono molto relegati al ‘700 se noi lo puliamo da queste cose, è un libretto di una modernità sconvolgente per cui proporlo a un regista è un grande stimolo”.

Quest’opera è l’ultima della trilogia scritta da Da Ponte-Mozart che vede come primo titolo “Le nozze di figaro” nel 1786, poi il “Don Giovanni” nell’ ‘87 e per finire il “Così fan tutte” nel ‘90. Queste opere cavalcano proprio il periodo centrale della Rivoluzione Francese, la presa della Bastiglia è il 14 luglio del 1789. Quanto gli eventi storici e le culture di provenienza dei due autori influenzano la scrittura?

“Si parte da “Le nozze di figaro”, siamo in pieno fermento; nel “Così fan tutte” c’è la consapevolezza di un altro tipo di fermento che è tutto intellettuale e illuministico”.

Che poi “esploderà” con il flauto.

“Esatto, ma qui veniamo da un’evoluzione terrena più pratica e di popolo, una rivoluzione che secondo me è proprio dei sentimenti. Io non penso che ci sia stato nessuno che abbia messo in scena un caos così totale anche se tutto rimane sempre a livello di crinoline, però se uno analizza quello che succede nel secondo atto, siamo proprio in una rivoluzione contemporanea a quello che poteva essere quella manifesta ne “Le nozze di Figaro”. Secondo me questo secondo atto del “Così fan tutte” è qualcosa di davvero rivoluzionario perché, pur nella placidità della musica mozartiana non inerte ma commenta sempre con un sorriso, sotto accade di tutto. Nel primo atto abbiamo tutti dei pezzi d’insieme, quartetti, sestetti, poi nel secondo atto tutto si placa, abbiamo una serie di arie che uno dice “che barba” e invece proprio lì ogni aria manifesta un colpo, una reazione a catena e secondo me quella è la bellezza del libretto di Da Ponte e del commento, sempre con questo sorriso. Questa è la categoria del sublime che ci dice: “io non intervengo ma c’è tutto lì”.

Settimane Musicali al Teatro Olimpico (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quando due anni fa andò in scena il Don Giovanni, intervistati il M° Rigon e parlammo di quanto Mozart nel suo teatro abbia delle cose in comune con Shakespeare per la capacità di mettere in scena i paradossi, uno con il linguaggio letterario finissimo, l’altro con il linguaggio della musica. Anche qui ci sono delle similitudini: si parla di uno scambio di persone e di una scommessa, come ne “Il mercante di Venezia”, l’essere umano deve fare i conti con un prezzo da pagare e la posta in gioco sono le stesse persone. Dal punto di vista attoriale ci sono effettivamente dei punti di contatto tra Mozart e Shakespeare nel concepire i personaggi?

“Secondo me è un tesoro: il “Così fan tutte” secondo me è propri la vetta ma l’identificazione del personaggio scritto con la ricerca di un essere umano- individuo, è più vicina a Shakespere, qui c’è tutto. Se andiamo a fondo, Mozart e Da Ponte sono molto simili in questo, noi possiamo analizzare e trovare delle individualità di grande profondità che sono veramente simili a Shakespeare, poi ci vuole un lavoro di regia parateatrale perché il libretto di Da Ponte è fantastico però sul teatro e sui personaggi scaturiscono dalle similitudini molto forti come tu dicevi”.

 Le due sorelle le ha rese un classico del teatro non solo di commedia: il doppio che si manifesta con caratteristiche diverse ma, alla fine, per esprimere un’uniformità: Fiordiligi più riflessiva ed elegante, Dorabella ha invece la presenza scenica di una rockstar sicura di sé, pronta a “mangiarsi” il palco. Però indossano la maglietta con le facce dei fidanzati. Sembra che nel volersi attribuire un ruolo nella società alla fine rientrino in una espressività più conforme al flusso di mode che travolgono le masse.

“Esattamente così”.

In un’altra forma avviene lo stesso ne “La locandiera”, perché il Cavaliere di Ripafratta un po’ la eleva però poi lei ritorna da suo “morosetto”. Don Alfonso poi assomiglia molto a Don Marzio de “La bottega del caffè”, che sta in piazza a fare le chiacchiere e a dir male di tutti, osserva tutti e semina scompiglio.

“Similitudini con Goldoni, la farsa, la Commedia dell’Arte, ci saranno sempre perché gli archetipi sono questi. Ho cercato di evidenziare il problema del Cosi fan tutte è la simmetria: vediamo le due coppie, che sono molto simili, i due maschietti e le femminucce sono molto angeliche si tengono per mano gli altri due sono amiconi, questo secondo me non funzionava perché volevo subito un’esplosione non solamente tra i caratteri, amori ma tra tutti, livello di amicizia, di sorellanza quindi ho stabilito subito che le due sorelle, che dopo si ricongiungono come dici tu, fossero completamente differenti, sempre in un conflitto molto Grande Fratello, un po’da reality: spero di aver eliminato il discorso 2+2 ma di aver fatto 1+1+1+1 perché volevo che ognuno di essi venisse fuori con la propria individualità”.

Settimane Musicali al Teatro Olimpico (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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