NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il “Do” a Thiene l’ha dato Amadeus

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Amadeus

Aldo, come attore, cosa percepisci di analogo e irraggiungibile rispetto a ciò che potrebbe essere Mozart per un musicista? Con chi ti confronti?

A.O.: “Con tutta la scuola anglosassone, dove sono veramente dei “mostri” per me: hanno una tradizione completamente diversa, escono dalle scuole di teatro che cantano, ballano. Poi noi in questo momento stiamo proprio precipitando clamorosamente, veniamo da anni che non c’è più il piacere del lavoro di un certo tipo: ti dicono che basta che sei come sei, bello naturale, spigliato e puoi trovare un lavoro in questo ambito, ma anche in altri. Invece in realtà il lavoro comporta ore di fatica, studio e sacrifici. Poi il talento è fondamentale”.

uomo_con_la__maskera (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)È il secolo dei lumi, ma qui è l’irrazionale che prevale, sia l’importanza che Mozart dà al sogno dell’uomo con la maschera e il mantello nero, sia il rapporto un po’tribale che ha Salieri con Dio: prima viene glorificato con devozione tramite l’amore per la musica poi viene rinnegato e sfidato perché non è stata esaudita la supplica di ricevere in dono una capacità di creare opere potenti. Sembra quasi che Salieri desideri la sensibilità analitica che ha Mozart perché si rende conto che la perfezione formale non basta. Come si contrappongo nel profondo questi due personaggi?

mozart1 (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)T.S.: “Mozart era uno che studiava tantissimo, che viveva di musica, esattamente come Salieri, tra i due la differenza è stata soprattutto col senno del poi, perché allora una rivalità di questo genere sarebbe stata incomprensibile, casomai si poteva rappresentare al contrario: Mozart che voleva uccidere Salieri, ché era conosciuto, era il primo kapelmeister, era stimato rappresentato ecc. Quel di più che ci ha messo Dio, secondo Salieri scriteriatamente, è quel talento che supererà i secoli, questa è la grande differenza che lui avverte”.

Come pubblico italiano abbiamo l’idea del film, che è un po’ diverso, qui nella pièce si vede che chi usa un linguaggio maggiormente tecnico è proprio Salieri, ha la parte più tecnica, da intellettuale e studioso. Aldo, quando ti sei confrontato con il testo quanto ti ha influenzato il film?

tom__hulce1 (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A.O.: “Non l’ho voluto rivedere perché l’ho visto due o tre volte e ho molto chiara l’immagine di Tom Hulce  che se l’avessi rivisto…”

… ti avrebbe influenzato troppo.

A.O.: “Anche perché poi inevitabilmente lo spettatore ha delle aspettative, è un film che praticamente hanno visto tutti, Shaffer ha esasperato gli aspetti per cui uno sembra molto “sul pezzo” e l’altro preso da tutt’altro chela musica: loro si incontrano ma è come se percorressero dei binari diversi”.

C’è la scena in cui Mozart è morto e Salieri rientra e spegne le due candele, letteralmente spegne i lumi: è morto un genio che nella sua musica aveva già anticipato dei temi musicali del Romanticismo. La rivoluzione francese è cominciata da due anni, Salieri è stato maestro di Beethoven, Liszt e del figlio dello stesso Mozart. Ha vissuto uno dei cambiamenti culturali ed estetici più profondi: il passaggio dall’illuminismo al romanticismo (Salieri morirà solo 2 anni prima di Beethoven ndr). Al di là della personalità dipinta da Shaffer, che idea vi siete fatti di lui?

T.S.: “In realtà abbiamo voluto rivalutarne l’aspetto di consapevolezza ed i ironia, non lasciarlo solo preda di questa invidia maniacale, demoniaca ma farlo vivere anche un po’ nell’epoca in cui è calato, farlo relazionare con la corte anche in momenti in cui lui si trova gratificato. All’interno di questa parabola diabolica, ci sono dei momenti in cui Salieri si rende conto di non essere l’ultimo arrivato, anzi, partendo dalla provincia più provincia italiana, Legnago, arriva ad essere il primo kapelmeister di Giuseppe II d’Austria, è comunque un personaggio solido”.

Anche perché lui, dicendo che è l’unico in grado di capire la scrittura di Mozart…

T.S.: “…È comunque darsi la patente di grandissimo professionista. C’è quel qualcosa in più che permetterà all’altro di rimanere famoso in eterno e lui no, però la Scala di Milano è stata inaugurata a metà ‘800 con un’opera di Salieri”.

 

nr. 40 anno XIX del 15 novembre 2014

Amadeus (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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