NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Gran week end d'opera

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Gran week end d'opera

Rossini nasce l’anno successivo alla morte di Mozart e ne subisce molto l’influenza. Anche lui genio precocissimo, viene chiamato “il tedeschino”. Sebbene abbia scritto anche drammi e musica sacra è famoso al grande pubblico per le opere buffe, e le commedie, come mai?

rigon (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TR: “Perché il suo linguaggio buffo è irresistibile. In tutta la storia dell’opera e della liederistica, da Monteverdi in poi, la musica commenta e dà colore al testo: se un’aria parla dell’acqua senti i violini che fanno un motivo veloce e scorrevole, oppure c’è il personaggio che muore allora c’è la scala cromatica discendente. È pieno, in Mozart, di queste cose. Anche in Rossini c’è questo ma ad un certo punto, soprattutto nei finali molto briosi, il testo diventa un nonsense, quasi un cicaleccio e la musica prende un ritmo incredibile, diventa quasi una cosa dionisiaca, questo aspetto prende molto lo spettatore. Rossini ha avuto un successo davvero travolgente: ha debuttato a 18 anni e neanche 10 anni dopo più della metà delle opere messe in scena in Italia erano sue, in un’epoca in cui non c’erano 13 teatri come oggi, ma decine e decine e le opere venivano sfornate a centinaia, come i film adesso: è come se un regista debuttasse e dopo 6 anni i suoi film fossero la maggior parte. È vero che è famoso per le opere buffe ma anche le opere serie sono bellissime, meno conosciute forse perché siamo legati ancora a questa impostazione borghese post Rivoluzione Francese, si è aggiunto il Romanticismo, quindi sentiamo più vicine quelle trame in cui si parla di cose di tutti i giorni: difficilmente adesso ci identifichiamo in Semiramide o in Aureliano in Palmira, in questi eroi mitologici".

Oppure resta più collegato a un immaginario filmico, le cose epiche le viviamo più come immagini che non come personaggi che ci parlano dal palco.

TR: “Certo. Sono convinto che il Rossini non sia inferiore al “Rossini comico”: a me è capitato di dirigere Semiramide, è un’opera meravigliosa che ha scritto per la Fenice, per altro tutta originale, mentre tante volte, nel repertorio buffo è pieno di auto-imprestiti perché lui scriveva velocissimamente e utilizzava musiche già scritte o arie che avevano successo".

In entrambe le opere ho visto sia te che l’orchestra molto coinvolti e divertiti, l’opera di Mozart l’hai diretta a memoria.

Gran week end d'opera (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)TR: “L’opera per me è una cosa così, non c’è orchestra, scena e canto, è tutto un insieme di cose: la musica nasce legata al testo e al contesto drammaturgico. È chiaro che commenta e aiuta la situazione ma spesso in questo tipo di musica è un gioco di rimandi tra l’orchestra e la scena. Per esempio ad un certo punto, nel duetto “Là ci darem la mano”il corno la prende in giro, per cui è anche bello che il pubblico veda anche il direttore che dà l’attacco al corno. È pieno di questi giochi, Rossini ancora di più: abbiamo proprio l’aria in di Sofia, che di solito si fa col corno inglese, noi facciamo col fagotto, che è tutto un dialogo tra Sofia e il fagottista che sta in orchestra e avrai visto che alla fine il soprano prende i fiori e li va a portare al fagottista. L’orchestra fa proprio parte del gioco".

Nel Don Giovanni, Mozart e Da Ponte si avvicinano a tematiche romantiche come il contatto con l’aldilà e l’introspezione non solo spirituale ma anche psicologica. Mozart è immerso nel Secolo dei Lumi dove la ragione prevale, eppure lui riesce sempre a indagare nell’animo umano e negli aspetti anche meno razionali, anche usando degli strumenti leggeri come la commedia o strutture musicali meno “scure”. È un tipo di ricerca che riesce anche a Rossini?

Gran week end d'opera (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)TR: “Sicuramente, anche se Mozart rimane un ideale insuperato, se tu leggi le sue lettere vedeva la vita come un teatro, vedi come inquadrava le persone, come capiva subito e coglieva gli elementi e questo si sente tantissimo nella sua musica, che è prettamente teatrale. Non che Rossini non sia teatrale, però Mozart scriveva tanta altra musica strumentale e secondo me se uno non conosce la sua musica teatrale non capisce bene la musica strumentale".

Perché?

TR: “Perché proprio i sentimenti della sua musica nascono da situazioni drammatiche del teatro e della vita. Chiaramente tutta la musica è così, esprime dei sentimenti, senza entrare in discussioni estetiche di Stravinsky o Schoenberg, c’è chi ha una visione più oggettiva e chi una più emotiva e passionale. Rossini a modo suo ha anche lui un ventaglio di espressioni assolutamente completo, d’altra parte non sarebbe un grande".

Le nozze di Figaro” e “il barbiere di Siviglia” vengono spesso confusi.

TR: “Beh la storia è la stessa: Le nozze di Figaro sono la prosecuzione del Barbiere, entrambe derivano dalla trilogia di Beaumarchais, peccato che manchi la terza opera, “La madre colpevole”, ma è più debole come drammaturgia".

 

nr. 23 anno XX del 13 giugno 2015

Gran week end d'opera (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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