NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Quello che saremmo stati

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Quello che saremmo stati

Com’è nato questo romanzo a quattro mani con Dal Molin?

Quello che saremmo stati (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"È un libro nato da un’idea condivisa con Ruggero di un testo che parlasse non soltanto della guerra, ma di come le persone ne subiscono la crudeltà, sia direttamente, come i soldati al fronte, sia sul tragico piano delle conseguenze, come i civili. In questo senso la Grande Guerra fu purtroppo un conflitto moderno anche per il coinvolgimento attivo delle popolazioni. Il nostro lavoro - che ci ha impegnati tre anni, dapprima per la fase di documentazione e quindi per la scrittura - è stato un ricordo di tutta la gente che ha patito per un’intera vita il dolore di un’assenza".

La vicenda valorizza anche la figura femminile, come nel rapporto di profondo amore del protagonista con la moglie?

"Quella di creare un personaggio femminile è stata un’idea precisa che avevo. Il fondamentale ruolo delle donne nella Grande Guerra, come sacrificio e come impegno, per lungo tempo non è mai stato posto sotto la giusta luce. Sonia, la moglie del protagonista, è quindi volutamente un omaggio alle donne, alla loro determinazione, alla capacità di rispondere sempre presente cercando comunque di porre ai danni creati dall’uomo, e alla capacità femminile di riuscire a farci riflettere, anche su noi stessi e sui nostri limiti".

La ricerca storica del protagonista diventa anche un percorso personale di consapevolezza alla ricerca di un padre scomparso troppo presto?

"Sì. Il protagonista si è affermato nel campo professionale, è felicemente padre di famiglia, ma in fondo all’animo ha un vuoto. Ad ormai cinquant’anni pensava di averlo colmato, ma ben presto si accorgerà che quella ferita interiore non si era mai del tutto rimarginata. Inizierà così a cercare le tracce di quel padre che gli è mancato, trovando prima di ogni altra cosa la forza dentro di sé".

Quello che saremmo stati (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lei nelle sue conferenze afferma che ci sono ancora molti aspetti della Grande Guerra da esplorare: vuol dire che la sua ricerca storica continuerà?

"Sono un ricercatore storico per passione e per convinzione. La prima motivazione viene dalla mia passione per l’approfondimento degli eventi, per capire il presente partendo dallo studio del passato, mentre la seconda viene dal fatto che la verità storica, spesso, viene scritta dai vincitori o da qualcuno che intende far sapere soltanto la verità ufficiale, di comodo, non quella effettiva dei fatti accaduti. Spero di non dover mai smettere di ricercare la verità in questo senso. Ma soprattutto, ed è quanto sto cercando di portare avanti da tempo col mio contributo personale, spero che le nuove generazioni raccolgano il testimone di noi ricercatori e studiosi della storia e cultura territoriale e portino avanti questo impegno".

Nel finale lei e Dal Molin lanciate un messaggio di pace universale: è una speranza per il futuro?

"È un messaggio di pace non generico, affinché l’uomo non commetta ancora i tragici errori del passato. In quanto tale, la storia ci condanna come esseri ripetitivi. Forse è soltanto un’illusione, ma abbiamo il dovere di continuare a credere in un futuro migliore, soprattutto senza la guerra come risposta ultima alla soluzione delle controversie, al perseguimento d’interessi di parte e come ambizione assurda di una supremazia assoluta dell’uomo sui suoi simili".

 

Saverio Mirijello, nato a Vicenza, ha collaborato con diverse testate locali e regionali, agenzie di stampa e web radio. Ricercatore storico, ha tenuto conferenze in Italia e all'estero sulla Grande Guerra e sul Risorgimento. Suo uno studio completo sulla figura dell'eroe garibaldino Domenico Cariolato (1835-1910) pubblicando poi Il soldato fanciullo e Garibaldi - Domenico Cariolato, uno dei Mille e la storia della sua amicizia con l'Eroe dei Due Mondi. Fra le sue molte pubblicazioni, ha curato inoltre Con il cuore verso Dio - Intuizioni profetiche di Albino Luciani utilizzato dalla testata giornalistica La Grande Storia" di Rai 3. Ha partecipato al Convegno di Cesuna 2014 L’Altopiano di Gianni con un intervento sui neologismi nati nel periodo della Prima Guerra Mondiale. È partner dell’Archivio Storico Dal Molin al quale presta il suo supporto riguardo gli aspetti specifici della lingua italiana nella Grande Guerra. È autore di 1914-18 Parole dal fronte, Attilio Fraccaro Editore.

 

nr. 45 anno XXI del 17 dicembre 2016

Quello che saremmo stati (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar