NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Uno zaino, il cammino
e tanta provvidenza

Il libro di Francisco Sancho Fernandez

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Uno zaino, il cammino<br>
e tanta provvidenza

Se la settimana scorsa abbiamo raccontato un cammino tutto vicentino, quello denominato Fogazzaro Roi, un percorso che parte da Montegalda e, attraversando Vicenza e un'altra quindicina di Comuni, arriva a Tonezza del Cimone, questa volta ci occupiamo di un altro cammino, ben più lungo e impegnativo. Un cammino che si snoda attraverso l'Europa e assume un significato non tanto turistico o conoscitivo, ma più profondo e spirituale. Ad averlo percorso è Francisco Sancho Fernandez, nativo di Barcellona ma vicentino di adozione, il quale pubblica in queste settimane il nuovo libro Sette stagioni, uno zaino e tanta provvidenza che racconta in parole e immagini un'impresa straordinaria: il suo più recente e lungo cammino, iniziato l’8 settembre 2015 a Czestochowa con l’obiettivo di unire tre dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del Medioevo - Roma, Santiago de Compostela e Frederickshavn - e conclusosi dopo 15 mesi lo scorso 8 dicembre al Santuario di Monte Berico a Vicenza. Lungo i 13mila chilometri di pellegrinaggio, Francisco ha percorso 31 Cammini europei tra cui la Romea Strata - un progetto molto caro all'Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza - attraversato dieci nazioni e consumato cinque paia di scarpe. Sancho ha fatto del pellegrinaggio, iniziato negli anni Novanta con Santiago di Compostela, l’espressione concreta e tangibile della sua vita. Attualmente sono 24 i Grandi Cammini da lui realizzati, per un totale di circa 38 mila chilometri percorsi.

Uno zaino, il cammino<br>e tanta provvidenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sette stagioni, uno zaino e tanta provvidenza raccoglie molte delle più belle fotografie scattate lungo il Cammino, mediante le quali il lettore viene condotto all’interno della straordinaria magia dei luoghi attraversati. E in queste settimane per Francisco è in corso un altro tipo di cammino, con il quale condividere la sua straordinaria esperienza con il pubblico. Attraverso una mostra fotografica itinerante e l’organizzazione di un fitto calendario di incontri, ha voluto invitare chiunque abbia il desiderio e la possibilità di vivere un'esperienza così coinvolgente a mettersi in cammino con lui. Infatti, in concomitanza con le numerose serate di presentazione del libro in tutta la provincia, il pellegrinaggio di Sancho è diventato anche una mostra itinerante che è visitabile proprio in questi giorni nella Sala dei Sette Santi della Basilica di Monte Berico a Vicenza fino al 9 aprile; si sposterà poi a Cornedo Vicentino in villa Trissino dal 12 al 30 aprile e successivamente a Montecchio Maggiore in villa Cordellina dal 26 al 28 maggio. La mostra sarà in seguito portata anche in Friuli, Emilia, Toscana, Lazio e Umbria. "L'8 Settembre 2015 - dice Sancho - è stata una data che mai dimenticherò. Quel giorno ha visto concretizzarsi un sogno che cullavo da anni: un lungo e solitario pellegrinaggio per i santuari Europei. Il 15 Febbraio 2017 è stata un’altra data importante per me: l’inizio di un nuovo viaggio, non più solitario, ma circondato da persone desiderose di condividere quanto ho vissuto, di incontrarmi e di incontrarsi, di stare assieme e ripercorrere al mio fianco questa esperienza. È stato l’inizio di una serie di serate in cui presentare il mio nuovo libro fotografico ed il video con per far rivivere i momenti salienti di quanto ho vissuto. Soprattutto è per me la continuazione del mio pellegrinaggio, rivivendolo non più da solo ma in compagnia di tutti".

Chiunque abbia la fortuna di condividere con Francisco un po’ di strada, sia di cammino che di vita, ne rimane colpito - racconta l'amico e compagno di viaggio vicentino Massimo De Tomasi, autore un paio d'anni fa di un piccolo libro dedicato al Cammino di Santiago che abbiamo raccontato in queste pagine -. A me in particolare sembra di conoscerlo da sempre e spesso mi sono chiesto che cosa in lui maggiormente catalizzi l’attenzione delle persone che hanno il privilegio di conoscerlo. Una delle risposte che più mi convincono è che Francisco assomiglia moltissimo alle parole che dice. In questo momento storico in cui tutto è social, in cui il tradizionale essere o non essere è stato sostituita dall'essere o apparire, la comunicazione ha raggiunto livelli impensabili. Francisco, dal punto di vista di uno che come me affonda le sue radici comunicative in due barattoli uniti da uno spago teso, diventa l’emblema stesso della sincerità, della comunicazione vecchio stile, quella fatta di parole che pesano e di silenzi che spesso pesano ancor più. Siamo come siamo, non come vorremmo che gli altri ci vedessero. Francisco è come è, questo traspare di lui. La sua genuinità, unita ad una morale ben tracciata e mai di comodo, fa sì che poche anime risultino immuni al carisma di questo strano pellegrino. Pellegrino per sempre, Pellegrino d’altri tempi, Pellegrino per vocazione profonda e vera. Ho un ricordo che, più di altri, affiora in me in questi giorni. Durante una delle innumerevoli telefonate, verso la fine del suo pellegrinaggio, Francisco mi disse candidamente che era stanco, che voleva tornare, voleva chiudere il cerchio. Certo, parole più che comprensibili dette da qualcuno che per così tanto tempo ha vagato da solo per l’Europa. In quella frase però c’è qualcosa che non riuscivo a conciliare con l'immagine che ho di Francisco: il chiudere un cerchio sottintende che ci sia una fine, un limite. Qualcosa non mi tornava. Poco per volta il pensiero di cerchio chiuso ha evocato in me un’immagine che ritengo assomigli molto più a lui, che ne catturi meglio l’essenza. L’immagine di quei cerchi che si formano gettando un sasso nelle acque quiete di uno stagno, che si propagano lentamente in tutte le direzioni, uno, un altro, un altro ancora e così via. Ecco, questo è il Francisco che ho la fortuna di conoscere: un cerchio chiuso sì, ma che ne genera altri in continuazione, altre idee, altri sogni, altri progetti, altre condivisioni. In questo volume abbiamo il privilegio di vedere, con gli occhi di Francisco, alcuni tra i luoghi più rappresentativi da lui attraversati. Citando Agostino, posso dire anch'io che "Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina".

Abbiamo incontrato Francisco Sancho e dialogato con lui.

Uno zaino, il cammino<br>e tanta provvidenza (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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