NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Andrea non ha più paura

Il nuovo libro della vicentina Lorenza Farina

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Andrea non ha più paura

Andrea non ha più paura (Edizioni Paoline) è il nuovo libro illustrato per bambini che la vicentina Lorenza Farina ha pubblicato affiancandolo ad alcune presentazioni nelle migliori librerie della provincia, una delle quali in marzo nella prestigiosa Palazzo Roberti a Bassano del Grappa, mentre la prossima in calendario sarà il 21 aprile alle 17.30 a Vicenza da Galla Libraccio. Un piccolo grande libro poetico in cui si affronta il tema della separazione e si mostra il potere benefico della natura e l’importanza della figura dei nonni, pilastro della società e forse troppo spesso dimenticati o non sufficientemente riconosciuti. Arricchito dalle belle illustrazioni di Manuela Simoncelli (già illustratrice de La bambina del treno), il libro mostra anche il potere benefico della natura e l’importanza della figura dei nonni, qui rappresentata dal grande e tenero Ulivo. Se nel precedente libro illustrato La bambina del treno (già raccontato a suo tempo in queste pagine) le due autrici narravano la storia di Jarek e Anna, due bambini ai tempi della seconda guerra mondiale nella terribile realtà del campo di sterminio nazista di Auschwitz, in questo nuovo volume le stesse propongono ai giovani lettori dai 5 agli 8 anni una storia delicata attraverso cui riflettere sul difficile tema della separazione.

Andrea non ha più paura (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Da quando il papà è andato via, infatti, il protagonista Andrea ha paura di addormentarsi. Per fortuna, oltre alla mamma, c’è in giardino un ulivo a proteggerlo. Una notte, Andrea sente la voce di Nonno Ulivo che lo tranquillizza e lo aiuta a superare le sue paure dovute ai rumori misteriosi che Andrea sente: quel rumore non è un drago ma il lupo che ulula, non è uno scheletro ma lo scoiattolo che sgranocchia. In una società in cui la figura paterna è sfuggente, in cui ci sono genitori separati o divorziati, in cui i bambini soffrono la mancanza paterna, il contributo delle autrici rappresenta quasi uno stereotipo: un bambino il cui padre è lontano da casa - non è dato sapere se per lavoro o per altri motivi familiari - ma che dovrebbe tornare perché il cancello di casa è sempre aperto. Andrea e la madre aspettano il suo ritorno, ma di notte il bambino ha paura del buio e tutte le sue paure prendono forma e vita, diventando di volta in volta un gigante dalle mani di ferro, un drago dagli occhi di fuoco, uno scheletro o addirittura un vampiro. Nonostante tutti i suoi sforzi per addormentarsi il sonno non arriva e proprio quando teme il peggio ecco arrivare finalmente una figura rassicurante e salvifica, quella di Nonno Ulivo, che tende i suoi rami verso di lui e lo incoraggia a non aver paura. L'albero ad ogni rumore rasserena il bambino e con i suoi forti rami lo abbraccia finché Andrea finalmente all'alba si addormenta. In questo modo Nonno Ulivo sopperisce alla mancanza del padre e gli parla, gli tiene compagnia, lo protegge finché il bambino si sveglia, un cancello si apre e dei passi percorrono il vialetto. Così Andrea può finalmente tirare un sospiro di sollievo e vedere che "il cielo non era più buio ma punteggiato di stelle".

Andando oltre la storia in sé e volendo scavare un po' di più nel profondo, sul tema dell'assenza del padre nella società moderna val la pena di ricordare il lavoro del noto psicanalista junghiano Claudio Risè, il quale nell'ultimo ventennio con alcuni libri di successo - uno su tutti Il padre, l’assente inaccettabile - ha sapientemente sottolineato, ispirandosi anche allo scrittore e poeta americano Robert Bly e agli antichi miti greci, come la difficoltà di essere padri sia iniziata con l’industrializzazione che ha rotto quell’unità vissuta dal padre con la famiglia, costringendolo a diventare "il grande assente". Una difficoltà che è andata poi accentuandosi nel periodo delle due guerre mondiali, dove il padre è scomparso per necessità e la famiglia è diventata matriarcale. Mentre esplode oggi con lavori che "rapiscono" il padre, il quale riesce ad essere a casa sempre meno e a dedicare ai figli spazi sempre minori con tutte le conseguenza negative che questo comporta. Secondo Risè inoltre, la figura paterna paga oggi il rapporto con un femminile più forte: il rafforzamento del ruolo della donna nella società, fatti salvi i numerosi e giusti benefici che ciò ha portato, ha però indubbiamente contribuito anche a rendere la figura del padre più debole, specialmente dagli anni '70 in poi, quando ha avuto inizio il radicale cambiamento della famiglia e del mondo del lavoro. In quest'ottica, il contributo che le due autrici forniscono con il libro ridona alla figura paterna quel senso di sicurezza, di potenza, di invincibilità che ogni bambino vede in suo padre ma che d'altra parte mostra anche la fragilità dei bambini quando una figura tanto importante per la loro crescita viene a mancare, anche se per poco.

A Lorenza Farina abbiamo rivolto alcune domande sul suo libro.

Andrea non ha più paura (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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