NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il Parco del Sojo, fatto dalla natura

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Parco del Sojo

Parco del Sojo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lei ha fatto nascere il parco: ci racconti il percorso, dall'inizio alla realizzazione finale

«L’idea di creare un parco non è nata subito, ma solo successivamente. Inizialmente pensavo ad uno spazio personale, riservato, in mezzo alla natura, una piccola casetta essenziale, un bosco, un luogo ideale nel quale vivere con la mia famiglia, con i miei figli, a quel tempo piccoli. Quando ho visto questo pezzo di montagna ho capito che era quello che cercavo. I primi anni abbiamo lavorato sodo, perché l’intera area era rimasta in stato di totale abbandono per oltre trent' anni, i fabbricati ridotti a ruderi, con i tetti crollati, tutto infestato da erbacce e roveti. Non so quanti sabati e domeniche ci son voluti per goderci delle meritate pause, ed è stato in quel momento che abbiamo rinsaldato il legame di amicizia con i residenti della contrada del Covolo. Qui è nata l’idea di inserire, nell’area, qualche scultura di mio papà Severino, famoso scultore. A dir la verità doveva essere un abbellimento della casa, poi mi sono reso conto che il contesto è unico ed ho cominciato a chiedere ad altri artisti di realizzare delle sculture da inserire in quello che poteva diventare un parco dell’arte ed è così che la storia è iniziata».

La peculiarità del parco è di unire bellezze naturali e opere d'arte: com'è arrivato a questa scelta?

«Penso che inserire delle opere d’arte in un contesto, di per se già ricco di bellezze naturali, non possa che essere inteso come un valore aggiunto. Le opere subiscono mutamenti a seconda delle stagioni, si arricchiscono della patina del tempo e nello stesso tempo diventano parte integrante di un unicum incontaminato, di un paradiso ricco di storia, di tradizioni, di riti secolari sedimentati nel trascorrere quotidiano e resi vivi dagli abitanti della zona, persone semplici che con il loro sacrificio hanno mantenuto indenne l’intera area dal degrado e dall’abbandono».

Parco del Sojo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Avete finanziamenti oppure dovete fare tutto da soli?

«L’area è privata, pertanto finanziamenti di un certo spessore non ne abbiamo mai avuti. Gli unici enti che hanno sostenuto le nostre iniziative sono state la Comunità Montana dei Sette Comuni, per il restauro delle calcare, all’interno del parco, la Provincia di Vicenza ed il Comune di Lusiana, con contributi limitati alle manifestazioni organizzate. Le spese sostenute per l’acquisto delle opere e la loro installazione sono state sostenute da me. Devo aggiungere che alcune opere sono state donate dagli stessi artisti, altre acquisite da sponsor e in seguito donate al parco stesso. Certo, ora è sempre più difficile trovare sponsor disposti ad investire nella cultura e nell’arte contemporanea in particolare. Questo per noi non rappresenta un assillo, molto siamo riusciti a realizzare, ben oltre le più rosee aspettative, ora, a piccoli passi continuiamo il percorso iniziato anni or sono».

Anche quest'anno proponete un calendario di eventi: come risponde il pubblico?

«Uno dei fattori che condiziona maggiormente le iniziative organizzate nel parco è il clima. La totalità degli eventi si svolge all’aperto pertanto se il tempo non è dei migliori l’affluenza ne risente in modo significativo. Sinceramente devo anche dire che questo non mi preoccupa più di tanto, l’importante è proporre iniziative di qualità, ovviamente comparate alle nostre possibilità e mezzi. Il nostro impegno è massimo e ad esempio quando si svolgono rappresentazioni teatrali nel teatrino del parco, immerso nel verde e con sfondo le montagne ad est, la risposta del pubblico è sempre copiosa e gratificante».



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