“Il lupo sta scendendo in pianura. Dobbiamo farcene una ragione. Per anni abbiamo denunciato le predazioni verificatesi nel territorio, dapprima limitatamente alla zona montana, in particolare sull’Altipiano di Asiago, poi sempre a quote più basse. Nei giorni scorsi i 27 Stati membri dell’Unione europea hanno dato il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, che declassa la protezione del lupo da rigorosa a semplice, una notizia positiva e che abbiamo accolto con soddisfazione, ma che non rappresenta un punto d’arrivo, bensì il presupposto fondamentale per la gestione del problema”. Con queste parole il presidente di Zona Coldiretti di Schio, Fabio Scorzato, torna sull’importante tema della presenza di numerosi esemplari di lupo nel Vicentino e sul fatto che, a seguito della reintroduzione della specie, non è stato previsto un necessario piano di programmazione per evitare che la situazione, com’è indiscutibilmente avvenuto, potesse sfuggire di mano.
“La vicenda si fa molto più complicata di quando era “limitata” alle predazioni montane – prosegue il presidente Scorzato – e perciò richiede, con ancor più urgenza, che le autorità competenti, a questo punto il nostro governo, la gestiscano. Occorre parlare proprio di gestione, poiché nessuno vuole eliminare, sterminare o trasferire il lupo, ma se non verrà adottato un piano per la sua gestione sarà inevitabile che queste azioni vengano adottate”.
La Regione Veneto, da un lato finanzia il ripascolamento di alcune zone, attraverso il progetto Habitat, credendo nell’importante ruolo degli agricoltori ed allevatori di manutentori del territorio, ma dall’altro non consente loro di lavorare in assenza di pericoli evitabili, tra i quali le predazioni dei carnivori. Non si possono non citare anche i danni ingenti provocati dai cinghiali, che arano letteralmente i terreni agricoli e sono la causa della diffusione a tappeto della peste suina africana.
L’Alto Vicentino è tra le zone a bassa quota più colpite nelle ultime settimane. Un esempio per tutti è rappresentato dalle predazioni ai danni dell’azienda agricola Grattanuvole. “È sotto gli occhi di tutti che i lupi stanno scendendo in pianura e lo documentano le denunce che abbiamo portato. Se una parte dell’opinione pubblica sosteneva che la montagna fosse la casa dei lupi – sottolinea il presidente Scorzato – non si può dire altrettanto per la pianura. L'Alto Vicentino è decisamente antropizzato e le stalle presenti, come in altre realtà di pianura sono quasi tutte aperte, qualcuna anche con il pascolo. Non è possibile di notte rinchiudere la mandria dentro a dei muri di difesa, poiché gli edifici di ricovero non sono mai stati strutturati per difendere gli animali dalle predazioni o da simili pericoli. Anzi, la mandria di fatto si trova in una “gabbia”, in cui il lupo può entrare a piacimento senza che gli animali abbiano vie di fuga. Per chi ha gli animali al pascolo, invece, i carnivori hanno ancor più ampia possibilità di portare a termine il proprio misfatto”.
I lupi hanno capito che nel Vicentino possono agire indisturbati. Ed i danni verificatisi in questa stagione, che domani si avvierà a conclusione con la transumanza, sono innegabili: oltre 150 animali predati dal lupo nel solo Altipiano di Asiago per un ammontare di danni stimato in ben oltre 10 milioni di euro. “Ormai i lupi hanno capito che predare un vitello, una manza o un asino – conclude il presidente Scorzato – è più facile che catturare un selvatico. Ed i giovani lupi non corrono più dietro a camosci e caprioli, ma si rivolgono direttamente agli animali dei nostri allevatori”.