NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il passato atomico di Vicenza

Nelle foto scattate dai militari di Site Pluto l’ultimo carico dell’operazione “Silent Echo”, quella ordinata da Bush padre per smantellare gli arsenali nucleari dall’Europa

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Il passato atomico di Vicenza

Una foto, una storia

Sapete cosa rappresenta la foto che state vedendo? Potrebbe essere l'ultima testata nucleare caricata nella base Pluto di Longare e trasferita negli Stati Uniti. Per carità, nulla di eccezionale, né di segreto, ma vederla così, a colori, fa una certa impressione. Così come fa impressione sapere che nella base Pluto di Longare le bombe atomiche c'erano davvero e ci sono state per un lunghissimo periodo di tempo, rappresentando il principale arsenale di armi nucleari del Paese. Parafrasando un noto spot televisivo, recentemente registrato dal Presidente del Consiglio, potremmo dire: “Lo sapevi?”. Certo la base americana di Longare si chiama Site Pluto per un motivo, e non perché si faccia riferimento al cane di Topolino, ma ovviamente perché si trattava di conservare in quelle grotte del plutonio. Ma questa storia va raccontata dall'inizio e come spesso accade alle storie migliori, l'inizio è assolutamente casuale.

L'editore vicentino Alberto Brazzale sta cercando materiale per realizzare una nuova guida di Vicenza, una guida che ripercorra le bellezze vicentine e che tracci la storia di una città che è sospesa fra modernità e passato. Nel fare questo tipo di ricerca si è imbattuto in documenti storici secondo i quali sotto i Monti Berici, già nel Settecento, era conosciuta una grotta di straordinaria bellezza, la grotta del Covolo di Costozza. All'epoca il sito era tanto noto da aver attirato anche il poeta tedesco Goethe, che si sarebbe fermato ad ammirarla nel corso del suo famoso viaggio in Italia. Una grotta di dimensioni enormi, quattro ettari, con un lago sotterraneo di straordinaria bellezza e ampiezza. Bene, si chiede Alberto Brazzale, dove diavolo sarà finita quella grotta? I documenti fanno pensare che si tratti della zona di Longare e che in effetti sia stata trasformata nella base americana Pluto intorno agli anni '50. È da questo punto di partenza, eminentemente storico-paesaggistico, che parte una ricerca su internet attraverso la quale ci si imbatte in un sito davvero interessante: www.sitepluto.com


Benvenuti nella casa della 69th

La homepage del sito dice che siamo capitati nella casa virtuale della 69th Ordnance Company, una compagnia specializzata dell'esercito americano che aveva come base proprio la caserma Pluto a Longare, Vicenza. È su questo sito che si trova la fotografia che vi ho mostrato all'inizio di questo pezzo, assieme ad altre che mostrano un elicottero Chinook che viene caricato nell'eliporto della base. Tutte sono titolate come “The last load”, l'ultimo carico. Ed evidentemente un motivo deve pur esserci...

Andiamo ancora con ordine e cerchiamo cosa sia stata la 69th Ordnance Company. Immettendo il nome puro e semplice in un motore di ricerca, si scopre che la maggior parte dei veterani della compagnia in questione erano “Nuclear Weapon Technician”, ovvero tecnici di armi nucleari. Uno dei link principali risulta essere quello con un libro tedesco: “Geschichte der NATO im Kalten Krieg”, cioè Storia della Nato nella guerra fredda. In questo modo si scopre che vicino alla Germania, la Nato costruì un più vasto punto di forza della infrastruttura nucleare. Le armi atomiche statunitensi, si legge, erano in Italia, in Grecia e in Turchia. Lo stesso sito mostra questo diagramma con le unità americane impegnate e il luogo di dislocamento.

Il passato atomico di Vicenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

Quindi a Longare c'erano la 559th USAAG e la 69th Ordnance Company. Cosa è la 559th? Si tratta di un distaccamento della United States Army Artillery Group. In genere, chi oggi pensa ai gruppi di militari presenti alla Ederle, pensa alla 173rd brigata aviotrasportata, i famosi parà della Ederle. E invece si scopre che a Vicenza le cose funzionavano, almeno all'inizio, in modo diverso. C'era la 559th artiglieria, perché si trattava dei militari addestrati a guidare due tipi di missili: i Corporal e gli Honest John, i missili che erano destinati, negli anni '50, a trasportare le testate nucleari. I componenti della 69th, invece, erano i tecnici in grado di armare e di far funzionare, oltre che di conservare correttamente, i proiettili nucleari, le testate, che quei missili dovevano portare. In questo senso è di straordinario interesse leggere un articolo, riportato nel sito web della storia della Setaf e risalente al 13 luglio del 1959. Lo scrive l'inviato Charles Newton, executive editor della rivista americana “Missiles and Rockets”, Missili e Razzi. «VICENZA- The Western World's first army missile command is stationed here as part of NATO-earmarked forces wich are armed with obsolete weapons, recently reduced in strenght by half – and still a potent force because of the “mystery of atomic power». 

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