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Al di là della facile retorica, ritieni giusto che le giovani generazioni conoscano la storia passata e perché?
"Primo Levi, uno dei miei autori di riferimento, in una sua poesia intitolata significativamente Delega ci sprona a cogliere il testimone. Scrive Levi: Non spaventarti se il lavoro è molto:/C’è bisogno di te che sei meno stanco./Poiché hai sensi fini, senti/Come sotto i tuoi piedi suona cavo. Riflettere sul passato non significa aggrapparsi ad esso o isolarsi dal presente, guai se lo fosse! Conoscere e comprendere il passato, specie il passato recente, ha invece una forte valenza per il nostro vivere. Oggi in Italia e in Europa, nonostante i problemi e le difficoltà, viviamo in pace e in democrazia, ma come possiamo comprendere il valore e l’importanza di esse se non conosciamo i passi che ci hanno portato a realizzarle? Ecco, il mio libro cerca di raccontare uno di questi passi a bambini e ragazzi: gli stessi conflitti che nel corso della vicenda emergono tra i protagonisti e i nuovi amici incontrati si sovrappongono in qualche modo ai ben più grandi conflitti della storia che a poco a poco i bambini scoprono. Due dimensioni che, in ultima analisi, ricevono la stessa risposta: solo vivendo in pace, nel rispetto e nell’armonia delle diversità, è possibile un futuro più giusto e sereno".
In appendice al libro ci sono delle schede didattiche di approfondimento con dei questionari e delle ricostruzioni dei fatti accaduti: perché?
"I questionari e le schede di approfondimento sono una caratteristica della collana di narrativa in cui il libro è stato pubblicato. La Raffaello infatti, da anni porta avanti progetti con le scuole, e i testi usciti si prestano in particolar modo come letture per gli alunni della scuola primaria. Così, accanto al piacere della narrazione, il lettore o l’insegnante che propone il testo ai suoi alunni potrà trovare strumenti utili per un approfondimento degli argomenti trattati nel racconto. Un modo per coinvolgere ancor più il lettore e attualizzare i contenuti, nonché per offrire tagli e prospettive diverse intorno al medesimo tema".
Dopo il successo del tuo primo romanzo dedicato a Montecchio Maggiore hai scelto la letteratura per ragazzi: tornerai alla narrativa adulta o pensi di continuare su questa strada?
"Dopo i primi due libri, usciti entrambi nel 2012, mi sono concentrato soprattutto nel portare a termine il percorso universitario, la laurea il Lettere classiche. L’eco delle battaglie è nato quasi per caso la scorsa estate, mentre preparavo gli ultimi esami, e come già il libro su Alessandro Magno mi ha fatto sperimentare il piacere di scrivere anche per i più piccoli. Si tratta di uno scrivere diverso rispetto a quello per adulti, ma non per questo meno appassionante. Per certi aspetti, addirittura, più affascinante, nonché complesso. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma mi piacerebbe certo anche riprendere il filone per adulti, ampliando lo sguardo, rispetto al Paese silenzioso, alla nostra società, ai suoi problemi, alle sue contraddizioni, specie per quanto riguarda i giovani. Comunque sia, ci penseremo dopo la discussione della tesi, che dovrebbe avvenire a marzo. Nel frattempo anche i miei lettori più grandi potranno, mi auguro, apprezzare L’eco delle battaglie, magari leggendolo assieme ai figli o ai nipoti".
Nato nel 1988, appassionato di montagna, musica, libri e letteratura, Santuliana è laureato in Lettere con una tesi sul mito classico nell'opera di Primo Levi. Nell'aprile 2012 è uscito il suo primo romanzo Il paese silenzioso. Storie del Veneto che non c'è più (Edizioni Biblioteca dell'immagine); nel settembre 2012 ha pubblicato il suo primo libro per ragazzi Alessandro Magno. Sui passi di un condottiero (Raffaello Editrice). Del 2014 è un nuovo libro per ragazzi, L'eco delle battaglie, racconto che ha come tematica di fondo la memoria della Grande Guerra per riflettere sulla pace. Collaboratore di Raffaello Editrice, ha curato gli approfondimenti e le schede didattiche per i testi della collana I racconti del mito.
nr. 07 anno XIX del 22 febbraio 2014
