NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Indio, il sogno di una rivoluzione mai combattuta

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Perlotto - Indio

Quella che lei narra è una storia romanzata, ma c'è dentro anche un messaggio forte, quale?

Perlotto - Indio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Bruno/Urimàn/Indio è molti personaggi reali in uno. Molto c’è di me stesso nei dieci anni in cui ho vagabondato per l’Amazzonia. Molto ho tratto da personaggi davvero incontrati. Insomma, un collage di cose vere riunite a costruire un personaggio che in certi versi mi assomiglia. La parte legata alla montagna deriva dalla mia lunga esperienza di scalatore ed alpinista. Indio è il mio secondo romanzo. Il primo - La terra degli Invisibili - del 1996 è stato ripubblicato nel 2011 col titolo La Montagna degli Invisibili. Anche questo primo romanzo era ambientato tra Amazzonia e Veneto, due realtà molto consistenti nella mia vita, ed è la storia di un esploratore anni cinquanta che rivede il suo concetto di scoperta e di esplorazione dopo aver incontrato un gruppo di indios che non avevano mai avuto contatti con l’occidente. Incontro che ho vissuto in Brasile negli anni 80 con un gruppo di Yanomami che ho trovato alle sorgenti del Rio Marauià, sulle montagne al confine col Venezuela. Dal punto di vista letterario non sono un gran produttore e solitamente scrivo poco. Nei racconti brevi ho avuto anche qualche premio letterario. Insomma la sintesi è dettata dall’ansia di dire in poco spazio più cose possibili. È sempre stato un mio stile anche nella vita, anche se non sempre è positivo".

Amazzonia, terra di conquista per i poteri forti ma anche terra di forti emozioni e meraviglie: lei come l'ha vissuta?

"Sono da sempre un appassionato della geopolitica, quella di Yves Lacoste del quale fin da giovane ho divorato i trattati. Dal mio primo incarico in cooperazione allo sviluppo, ho sempre cercato di creare equilibri a favore dei popoli beneficiari del programma del quale ero responsabile. Così ho fatto per gli Indios Yanomami come per i Bantu del Congo. Importante per me, oltre al programma che seguivo che poteva essere di carattere sanitario o agronomico, era affiancare quei popoli perché potessero contare di più nei contesti locali, dove spesso erano bistrattati dai governanti o dalla politica internazionale. Sicuramente è servito, ma spesso ho dovuto scontrarmi con poteri forti. Tante volte sono riuscito a gestire situazioni a favore dei più deboli, tante volte ho dovuto desistere. Così come l’avevo impostato, il programma contro gli incendi forestali nell’Amazzonia brasiliana, ad esempio, era un programma dove i contadini senza terra sono diventati i più grandi difensori del loro territorio. Nei quaranta comuni dove sono intervenuto, la battaglia è stata vinta. Una goccia nell’oceano, ma quella gente, con il mio aiuto, ha creato un modello virtuoso da seguire.

Perlotto - Indio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il sogno di cui scrive nel libro ha un suo senso?

"La stravaganza del sogno del protagonista è suffragata da una reale necessità di dignità dei popoli dell’Amazzonia, ma rimane un sogno fantastico e solitario. In realtà le multinazionali cattive non esistono, come non esistono le multinazionali buone. Sono strutture potentissime che fanno semplicemente i loro interessi con tutti i mezzi possibili. Non hanno un’anima, né perversa né buona. In Brasile ad esempio, purtroppo in zone ristrette, ho visto realtà locali bloccare l’avanzata delle multinazionali colluse con la politica, semplicemente facendo politica attiva. Quando in una piazza di Alta Floresta nel nord del Mato Grosso hanno visto riunirsi pacificamente trentamila contadini, i poveri, che volevano difendere l’Amazzonia dagli incendi forestali, i politici locali sono saliti sul palco per raccogliere consensi, ed hanno dovuto scendere a compromessi con i loro interessi privati nelle multinazionali. In quel territorio la frontiera agricola si è fermata e la convivenza con la foresta ha fatto crollare dell’80 per cento l’incidenza degli incendi devastatori".

Qual è oggi il grido che il polmone verde della terra lancia al resto del mondo?

"Ho scelto come copertina un olio su tela del pittore brasiliano Candido Portinari, il quale è noto in Brasile, molto meno tra noi, per aver lavorato con Oscar Niemeyer, il genio che ha rivoluzionato l’architettura latino americana con la costruzione di Brasilia. Il titolo del dipinto di copertina è Descobrimento, scoperta. È il simbolico avvistamento da parte degli Indios della caravelle di Colombo che arrivano, ovvero la scoperta dell’America vista dall’altra parte. Spero che questo libro apra uno spiraglio per capire che spesso non sono le rivoluzioni armate, ma gli esseri più dimenticati, i più abbandonati ad avere sogni grandi di giustizia e solidarietà".

Perlotto - Indio (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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