NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La libertà che profumo ha?

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Dal Maso

Dal Maso (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Domanda forse banale e scontata... perché ha voluto scrivere questo libro?

"Superati gli ottant’anni sembra che il tempo corra via più in fretta. Si perde il contatto con il presente perché si fatica a comprenderlo nella sua interezza. Si ingaggia una battaglia, ma spesso subentra la stanchezza e allora si rinuncia, ci si abitua a vivere un po’ in disparte, aspettando... Ma non sempre succede così. C’è chi, una volta accettato che il presente non gli appartiene, cerca di riappropriarsi del passato e scrive. E c’è chi si riappropria di un presente, alla cui comprensione aveva prima rinunciato, vivendo come un dono ogni giorno che gli viene dato di esistere".

In due dei cinque racconti lei, laico convinto, parla dell'amicizia con sacerdoti: qual è oggi la sua idea di convivenza tra fede e laicità?

"La mia esperienza si riferisce alla nostra città. Quando io ero giovane la vita era regolata in modo ferreo dal credo cattolico che si esprimeva politicamente nel partito della D.C, che gestiva il potere e il sottopotere. Per gli oppositori e per i laici in genere la vita non era facile. Per quanto,in seno alla D.C, vi fossero persone che prese individualmente erano eccezionali. Ricordo fra tutte Giorgio Sala, sindaco di Vicenza quando io entrai per la prima volta in consiglio comunale, politico che io considero un maestro di democrazia. Il tempo è trascorso non invano, le lotte per i diritti civili, la diffusione della cultura e del benessere hanno lasciato il loro segno, hanno giocato in favore della laicità. Le chiese si sono progressivamente svuotate, i matrimoni civili hanno pareggiato per numero quelli religiosi e il Papa Francesco arriva a dire 'chi sono io per poter giudicare?' Fra laici e cattolici non solo c'è convivenza ma c'è soprattutto rispetto reciproco. È pur vero che di tanto in tanto riemergono campioni della fede o della laicità, ma le loro sono divenute battaglie di retroguardia. Il cammino è ormai segnato, vi è una progressiva laicizzazione della società, che tuttavia rispetta chi vuole testimoniare, anche in modo appariscente, la sua fede".

Dal Maso (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Qual è la Vicenza che ricorda con più nostalgia, oggi che la modernità ha azzerato quasi tutti i ricordi?

"Non è la modernità che azzera i ricordi ma il trascorrere del tempo. Il passato diviene sempre più sfumato, diviene passato prossimo, passato remoto, trapassato. Nei miei racconti non c'è nostalgia della vecchia Vicenza, quella distrutta dalle bombe, quella esaltante della ricostruzione, quella delle prime battaglie politiche dopo il ventennio della dittatura fascista, semmai la nostalgia nasce dal fatto che quello era il tempo della mia giovinezza. La vita ha le sue stagioni e ogni stagione dà i suoi frutti, ma è innegabile che la primavera ha un fascino particolare. La modernità che azzera il passato non è un fatto legato all'oggi. Ogni generazione ha la sua modernità e le generazioni si sono susseguite le une alle altre, e ogni generazione ha superato o ha contestato la realtà che l'ha preceduta e ha creata la sua modernità. E ogni generazione ha il suo tempo della nostalgia, che compare solitamente quando la vita volge al termine, e che a parer mio non è solamente rimpianto, ma la presa di coscienza che il tempo che ci è stato dato da vivere è ormai quasi del tutto trascorso".

Lei lancia un messaggio ai giovani citando Papa Francesco (non lasciatevi rubare la speranza) e aggiunge: "non lasciatevi rubare la libertà". Come vede oggi i giovani italiani nel drammatico quadro di disoccupazione? Quale libertà hanno?

"Mi sembra che il problema non riguardi solo i giovani, ma anche adulti e vecchi, riguarda un popolo o popoli interi. Certamente i giovani sono la parte più fragile, ma non quella che soffre di più, di fronte alla recessione economica. Infatti i suicidi sono numerosi fra gli adulti mentre tra i giovani non se ne registrano. È più drammatica la condizione di un capo famiglia che perde il lavoro che non quella, seppur frustante, di un giovane che attende un'occasione di lavoro. Comunque il problema non è chi soffre di più ma il perché di questa crisi economica che, in una atmosfera di globalizzazione, investe popoli interi. Il mercato e l'alta finanza governano ormai il mondo e indicano alle nazioni quale sia la strada unica da seguire. Abbiamo inneggiato alla globalizzazione e non ci siamo accorti che contemporaneamente abbiamo dovuto rinunciare a buona parte della nostra libertà. Dobbiamo nascere (in quanti?) vivere (come?) e morire secondo i parametri che il mercato e l'alta finanza ci impongono. Pensiamo di essere liberi ma in realtà la nostra è una libertà vigilata”.

Libertà significa anche speranza?

Dal Maso (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"Io penso che la libertà sia sempre stata una speranza, un'utopia, piuttosto che qualcosa di concreto e tuttavia un sogno necessario all' uomo per dare un senso alla sua vita e necessario soprattutto ai giovani per intraprendere il duro cammino che li attende.

Il mio non lasciatevi rubare la libertà rivolto ai giovani, si riferiva alla libertà politica perché di quella si stava parlando in quel capitolo del mio libro. Le battaglie del passato hanno dato il diritto allo studio, alla salute, al lavoro e su questi diritti si è fondata la democrazia e quindi la libertà. Ma la recessione economica ci ha costretto a rinunciare almeno in parte a queste conquiste e alla libertà che esse ci hanno dato. Purtroppo i giovani rientrano in questa realtà. Ma io penso che l' Italia abbia vissuto momenti peggiori dell'attuale, dai quali ha sempre saputo risollevarsi. L'importante è non sentirsi definitivamente sconfitti. Bisogna resistere. Bisogna sperare. La speranza a questo punto deve divenire un atteggiamento mentale, il più importante tra quelli che ci possono salvare. Alla domanda se l'uomo sia veramente libero, la filosofia non dà una risposta univoca, e noi possiamo coltivare solo dei dubbi ed arrivare a una conclusione certamente non confortante: la nostra libertà può essere solamente una speranza".

Cita in chiusura anche Dante e Catone nel Purgatorio: "libertà vo cercando, ch'è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta". Domanda da un milione... che cos'è per lei la libertà?

"La libertà dell'uomo è di per se limitata perché, per sua natura, egli è costretto a vivere in società e per rispettare la libertà altrui è costretto a porre dei limiti alla propria. Ma dobbiamo anche aggiungere che nei sessant' anni trascorsi dalla fine della guerra c' è stata la ripresa economica, la corsa al benessere, inteso come possesso delle cose necessarie e del superfluo, ma intanto si è persa la coscienza di essere popolo. Il proletariato si è trasformato in gente, e la gente non è fatta da compagni ma da persone e ogni persona pensa solo al proprio interesse, dimenticando il bene comune. La felicità si è concretizzata nel possedere più beni, più cose; ma quello che deve essere posseduto, quello di cui si deve aver bisogno lo stabilisce il mercato attraverso la propaganda, la pubblicità. Quindi lavorare di più per possedere di più di quelle cose che altri decidono essere necessarie per vivere bene. E questa non è libertà ma schiavitù. La schiavitù che ci viene imposta dalla civiltà dei consumi".

 

Franco Dal Maso è nato a Vicenza nel 1932. Ostetrico ginecologo, è stato primario ospedaliero. Nel 2006 ha ricevuto dalla Città di Vicenza la medaglia d’oro per meriti professionali. Socialista, è stato Consigliere comunale e provinciale e Presidente dell’Istituto Salvi. Si è sempre impegnato nelle battaglie per i diritti civili. Ha pubblicato due brevi raccolte di poesie: Primi versi nel 2002 e Liquidambara nel 2005. Luciano Vighy è nato nel 1932 a Vicenza, dove è sempre vissuto. All’Università di Padova ha conseguito la laurea in Lettere con una tesi di Storia dell’Arte. Ha praticato parecchie forme di tecnica artistica. Recentemente si è dedicato agli acquarelli per creare minute rappresentazioni ironiche. Ha trovato attenzione e stima specialmente fra letterati: Comisso, Parise, Bandini, Scapin e altri.



nr. 14 anno XIX del 12 aprile 2014

Dal Maso (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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