NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Tra casualità e destino, l’istinto primo

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Bertoli – L’istinto primo

Ancora una volta i suoi romanzi spaziano dal Vicentino a terre lontane e "in via di sviluppo". C'è un motivo particolare?

"Il motivo sta nel fatto che nei romanzi cerco di partecipare al lettore il cambiamento che si sta verificando oggi sia in Italia sia nei paesi più poveri dell’Italia in modo che il medesimo lettore possa avere un quadro antropologico “pulsante” del nostro paese, anzi della nostra Regione, visto nella prospettiva del domani. La mia è sì narrativa, ma narrativa che varca i confini del già visto per invadere, naturalmente tra le righe, terreni di discipline scientifiche, specie l’antropologia, la sociologia, la psicologia e la psichiatria che tanto devono alla narrativa. Per soddisfare la curiosità, dico che finora ho messo a confronto le tradizioni e lo sviluppo, se c’era, dei croati, dei serbi, degli albanesi, dei kosovari, montenegrini, mozambicani, malgasci, romeni e moldavi".

Bertoli – L’istinto primo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Cos'è in sostanza per lei l'istinto primo?

"L’amore, nell’accezione più vasta. Senza l’amore qualsiasi altro istinto svanisce portando l’individuo al vuoto esistenziale, ossia alla morte anche fisica. La vita, infatti, è regolata dal sentimento dell’amore per una data persona, una data comunità, un dato ideale, una certa prospettiva o progetto o anche, semplicemente, per se stessi. Sentimento che si traduce in istinto, si badi".

Lo psicanalista inglese John Bowlby sosteneva che il senso di appagamento non fosse strettamente connesso alla sfera sessuale: un individuo può accoppiarsi con partner differenti, ma continuare ad avvertire un senso di vuoto. Cosa ne pensa?

"Penso che abbia ragione. In effetti, l’unico modo che l’uomo ha per soddisfare pienamente le proprie pulsioni – come sostengo nella Postfazione – è quello di creare legami d’affetto. È il senso di protezione, di continuità fra il sé e l’altro-da-sé a soddisfare completamente la ricerca del piacere e del benessere. Detto in altre parole il sentimento d’amore, e l’empatia che ne scaturisce, appagano l’essere umano molto più del mero accoppiamento carnale. Almeno questo è il punto di vista di Bowlby, da me condiviso. Nel romanzo, il modus operandi del protagonista Fabio Mori riassume bene la teoria psicoanalitica di Bowlby: Fabio, in breve, non è indifferente al fascino femminile, benché tenti di convincersi del contrario - in più occasioni - in nome di un meccanismo di difesa scaturito dal rapporto traumatico con la donna che lo ha ferito, ma non rinuncia alla fisicità propria, ponendosi alla ricerca di qualcosa che la trascenda. E si affida, perciò, agli istinti, ossia alle indicazioni subliminali che l’inconscio gli fornisce. Ma c’è una discriminante non da poco a guidarne l’agire: le donne con le quali entra in contatto devono mostrare atteggiamenti materni, protettivi, in sintonia con quanto sostengono gli studiosi della teoria dell’attaccamento, Bowlby in primis".

Il suo romanzo parla dell’amore in chiave psicologica. Qual è la sua teoria, che lei espone anche nella postfazione?

"È la teoria elaborata appunto da Bowlby, il quale sosteneva che l’attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba. All’inizio della vita – ha scritto – l’essere nutriti equivale all’essere amati . Il bisogno biologico legato all’alimentazione è presente insieme a un altro bisogno, anch’esso fondamentale: quello d’essere amati, nutriti d’amore e di essere considerati, voluti e accettati per quello che si è".

Il protagonista di mestiere fa il libraio... una scelta non casuale per lei che scrive libri.

"Stavolta ho pensato ai librai coi quali ho un ottimo rapporto e ai quali chiedo sempre consigli. D’altronde il loro lavoro consiste nel vendere i libri, anche il mio, spero".

Quanto è difficile oggi per un autore locale (e un piccolo editore) farsi spazio in un mercato in crisi come quello dei libri?

"L’istinto primo è in libreria da poco e la campagna promozionale è appena iniziata, ma sta dando già buoni frutti, secondo la casa editrice. Il prossimo libro? È al vaglio editoriale, ma credo verrà pubblicato il prossimo anno, salvo sorprese. Vuol conoscere in che paesi, in che contesti mi sono tuffato? Nel Veneto, ovvio, e in Lettonia, ovvero l’Europa del Nord".

Ausilio Bertoli, sociologo della comunicazione e giornalista, vive tra Grumolo delle Abbadesse, dov’è nato, e Padova. Ha fatto il ricercatore sociale, l’assistente universitario a Urbino e collabora con la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova. Scrive testi di narrativa, di psicosociologia e di critica culturale. Tra i suoi libri: I temi della comunicazione (2004), L’amore altro. Un’odissea nel Kosovo (2009), Rosso Africa (Mimesis, 2011).

 

nr. 16 anno XIX del 26 aprile 2014

 Bertoli – L’istinto primo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

 



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