NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Una sartoria collettiva, ovviamente a Schio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Schio Collettivo

L’idea è bella e intrigante: com’è nata e come l’avete realizzata?

"Samarcanda si occupa di progetti al femminile e di promozione delle pari opportunità di genere da molto tempo. Collettivo Sartoriale fa parte di un progetto più ampio, che prevede percorsi di opportunità e accompagnamento per donne in condizione di povertà e disagio sociale. Per accompagnamento intendiamo il supporto alle donne nella ricerca dell’autonomia, lavoro, casa e comunque del benessere personale. I percorsi di accompagnamento utilizzano diverse modalità tutte mirate all’attivazione delle potenzialità personali delle donne coinvolte, tra queste l’esperienza laboratoriale e l’attività di gruppo. Samarcanda organizza da tempo laboratori di cucito, ricamo e socializzazione, e sono queste esperienze che hanno portato all’ideazione del progetto, esperienze che riproporremo all’interno di Collettivo Sartoriale ed alle quali si aggiungeranno corsi di cucito professionali aperti alla cittadinanza e serate informative e culturali sul tema della moda e della sartoria. Ci piacerebbe che il Collettivo diventasse un luogo dove le donne si incontrino e re-imparino la cura di se stesse".

Schio Collettivo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il progetto vedrà le donne protagoniste. Una realtà in controtendenza nel mondo lavorativo di oggi?

"Probabilmente si, siamo in controtendenza. Il fatto è che il mondo lavorativo di oggi, purtroppo, non vede i lavoratori come protagonisti, siano essi uomini o donne. Noi pensiamo che le donne debbano tornare ad essere protagonista intanto della loro vita, è a questo che i laboratori e le situazioni di incontro che creeremo mireranno. Quello che vorremmo fare con il Collettivo, e con la rete che speriamo di creare, è recuperare le enormi professionalità che ci sono in questo territorio nell’ambito del tessile. Schio è stato per due secoli un’eccellenza del settore, le competenze e l’esperienza sono nelle mani e nel cuore delle donne che da sempre qui hanno lavorato in piccole e grandi imprese tessili. Vorremmo che questi saperi non si perdessero, che venissero rivalutati e riconosciuti anche come una cultura del bello, del fatto bene".

Con il vostro lavoro unite creatività, lavoro e solidarietà: crede sia la ricetta giusta in questo momento difficile?

"Forse non esiste la ricetta giusta. Noi però crediamo molto nella condivisione, pensiamo che l’intreccio di più contesti, l’incontro di situazioni di difficoltà con la promozione della qualità, della manualità, della creatività e, perché no, mondanità possa portare alla ricostruzione un nuovo tessuto sociale. Pensiamo che sia indispensabile che più piani sociali si incontrino, si conoscano perché questo porta ad un miglioramento ed all’accrescimento delle esperienze di tutti. Secondo noi questo incontrarsi è agevolato dalle situazioni positive, creative, dalla bellezza delle cose che si propongo e della scoperta della bellezza che esiste in tutte le persone che incontriamo. Abbiamo con queste modalità incontrato l’attenzione di quella parte di società civile, che magari in genere non ha la possibilità di incontrare e occuparsi di chi vive in difficoltà. Società civile che noi abbiamo visto molto attenta, interessata e coinvolta nei nostri progetti".

Schio Collettivo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)L’economia e l’industria sono in profonda crisi: realtà solidali come la vostra cooperativa possono rappresentare un nuovo punto di partenza?

"Crediamo molto nella modalità cooperativa di lavorare, ci piace pensare che questa modalità può essere in un certo senso allargata coinvolgendo le altre realtà sociali, le persone, le imprese, un una rete solidale con la quale ripartire. La cooperazione è una modalità impegnativa perché presuppone una motivazione ed un coinvolgimento professionale e personale. Richiede una alta professionalità, una formazione continua perché gli ambiti di intervento sono complessi, ed una condivisione quotidiana delle decisioni e dell’andamento dell'impresa cooperativa nella quale si lavora. Non per niente la cooperazione in Italia, e soprattutto nel nostro territorio, ha retto alla crisi in modo coraggioso, portando avanti gli impegni presi nei confronti dei propri soci ed operatori, in termini di occupazione, e nei confronti dei propri committenti e quindi delle persone che nei vari ambiti sono coinvolte ed assistite tra mille difficoltà e ristrettezza.

Si è parlato tanto in questi anni di crisi del lavoro, delle imprese, ma non abbiamo visto tanti studi e dibattiti fatti sulla modalità cooperativa ed è un peccato. Se qualcuno si prendesse la briga di fare un’analisi seria potrebbe scoprire grandi potenzialità riapplicabili in altre esperienze di impresa. Certo che bisognerebbe fare in fretta perché le difficoltà continuano ad aumentare ed anche la cooperazione potrebbe non resistere".

Come vede il futuro del tessile e del lavoro in generale nella nostra provincia?

"Domanda difficile. Il nostro collaboratore esperto del settore, Alessio Berto, ci dice sempre che il futuro del tessile è nella riconsiderazione delle proprie origini. Si riparte solo dalla rivalutazione delle cose fatte bene e della qualità. E questo passa anche per la sensibilizzazione dei consumatori rispetto la qualità e la capacità di riconoscerla".

Schio Collettivo (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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