NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il filo invisibile

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Il filo invisibile

Nel libro racconta dell’amicizia con il giornalista e scrittore Nico Veladiano: com’è nata e quanto ha significato per lei?

"Amicizia? Che parola importante! Nel mio narrare non avevo mai inquadrato il nostro rapporto con questo termine. Avevo semplicemente tramutato in parole le sensazioni suscitate dalla lettura del suo romanzo, scindendo lo scrittore dall’uomo per le analogie con il mio vissuto. Un incontro che mi spronava a cercare una spiegazione razionale a certi fatti accaduti dopo la morte di mia sorella. Non ero in grado di spiegare l’evolversi degli avvenimenti ma, nel profondo, sentivo che il suo libro mi avrebbe portato alla scoperta di qualcosa che andava al di là della mia comprensione. Ha significato molto per me fare la sua conoscenza, tanto da scrivere la mia storia o… tutto era già stato scritto nelle pagine bianche del destino? C’è senza dubbio nella vita di ognuno, un momento in cui accade qualcosa che spinge l’individuo sulla via che è destinato a seguire, ed è strano ed inspiegabile, come a volte certi fatti accadano e vengano a comporre i tasselli mancanti del disegno della vita. Un dialogo a distanza con incontri non programmati e considerando che entrambi non crediamo nella casualità ci sarebbe molto da dire in proposito. Forse è stato questo a renderlo molto particolare e misterioso".

Ha scelto di vivere a Grancona sui Colli Berici. Quanto è importante per lei essere circondata di pace e natura?

Il filo invisibile (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Non è stata una mia scelta e nel libro spiego solo in parte come si è verificata. Sono state una serie di “coincidenze” sorprendenti che da Milano, Vicenza, mi hanno portato in questo luogo che non conoscevo. Ne avrei avute di cose da raccontare. Un luogo per me magico, in armonia con l’io tanto da riconciliarlo anche con il tempo, il succedersi delle stagioni della vita. Pensavo fossero questa valle, i suoi colori, gli orizzonti sconfinati, ad ispirarmi; solo adesso vi è in me la consapevolezza che poteva accadere anche in un altro luogo dopo, però, aver fatto un certo percorso: toccare con mano la perdita di una persona cara, mia sorella. Nell’intensità di luci e di profumi, proprio fra questi colli, ho potuto rivivere gli attimi più importanti della mia esistenza e la natura nello scorrere fluido delle stagioni, ha fatto da contrappunto e da sfondo ai tanti momenti, sia di estasi che di dolore, vissuti uno dopo l’altro e uno dopo l’altro ricordati e sublimati. Direi che ora, più che mai, sia di vitale importanza riuscire ad attingere dalla natura quell’energia che molto spesso, purtroppo, per il mio stato di salute mi viene a mancare. In quei momenti non penso ai problemi, o alle cose irrisolvibili: respiro profondamente e tuffandomi con lo sguardo in tutto ciò che mi circonda assorbo, mi nutro e mi sento in pace con me stessa e con il mondo".

Qual è il ricordo più importante che ha conservato di sua sorella?

"I ricordi conservati sono ancora molto presenti, essendo legati a periodi ben definiti: le stagioni della mia vita; non ce n’è stato uno che fosse più importante dell’altro. C’era fra noi una tale complicità che rendeva speciale il nostro rapporto. Quando venne il momento di trasferirsi in Germania parlammo a lungo della sua partenza e questo mi aiutò a superare il distacco. La lontananza non ci avrebbe divise e le nostre confidenze si sarebbero rafforzate per lettera. Giornate sorridenti e profumate, l’una più bella dell’altra avevano lasciato in noi impressioni e impronte molto profonde. Era l’amica che forse tutte desiderano: mi consolava, mi consigliava, mi divertiva e, soprattutto, si confidava con me senza freni inibitori come se non fossi la sorella minore. Dopo quanto è accaduto e ho descritto nel libro, penso che il ricordo più importante che conservo di mia sorella sia legato alla sua morte o meglio, a come la sento io, ciò che sta oltre. Un amore profondo che ha unito le nostre anime al di là delle apparenze, al di là di tempo e spazio, attraverso quel Filo Invisibile che lega le nostre esistenze per l’eternità. Il mio libro non intende rivelare, bensì suggerire, evocare, attrarre a un successivo approfondimento. Che la mia storia incoraggi il lettore a parlare con maggior libertà affinché un aspetto misterioso dell’anima umana venga messo maggiormente in luce. Misterioso è il sentiero che conduce ad una intensa e radiosa luce: due sorelle lo percorrono con incedere lento e solo una ne conosce il segreto".

 La sua fede in quel qualcosa in più al di là delle apparenze (quel filo invisibile) quanto l’ha aiutata a superare il dolore e la sua stessa malattia.

"Prima di rialzarmi ed accettare l’evidenza ho dovuto superare delle fasi più o meno sofferte mettendo in discussione tutto ciò in cui credevo. Racchiusa a riccio cercavo di ritrovare il senso degli eventi e… la casualità in cui non credevo? Era dunque questo il mio destino? Poi, ho compreso che dipendeva da me se lasciarmi andare alla deriva oppure reagire aggrappandomi agli affetti, alla natura, alla fede e a quel Filo Invisibile che sentivo ancora forte dentro di me. Ho riletto le confessioni di Sant’Agostino: un’analisi interiore, dove le memorie autobiografiche evocate con vibrante e spontanea sincerità, si intersecano con le preghiere, le meditazioni, le interpretazioni filosofiche e la sublime contemplazione delle cose eterne. Ecco ciò che ho estrapolato: Le tue risposte sono chiare, ma non tutti le odono chiaramente, Ognuno ti consulta su ciò che vuole. Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole ma a volere piuttosto ciò che da te ode”. Giorno per giorno mi dedico alle cose più importanti: la famiglia, il lavoro per il Cenacolo, il mio giardino e ho smesso di chiedermi: Perché a me? La nostra vita è intessuta di rapporti con gli altri e noi siamo legati alle persone che fanno parte del nostro mondo da un filo; quel filo che secondo il mio sentire ci unisce per l’eternità quando l’amore è intenso e profondo".

Lei è anche poetessa e Presidente del Cenacolo Poeti Dialettali Vicentini. Qual’ è oggi a suo avviso il posto della poesia nella cultura e nella società?

"Nel corso della storia il poeta è stato idolatrato, onorato, temuto, disprezzato o ignorato, ma sempre si è continuato a scrivere e a leggere poesie. La vita è sogno, la vita è dolore, la vita è commedia. Non è difficile definire la vita. Difficile semmai è ritrovarsi in una definizione che pretenda di esaurire il senso della nostra esistenza, ricorrendo ad una etichetta di comodo. Nell’attuale civiltà di massa con rapporti di breve durata e di scarsa consistenza morale, con un linguaggio quotidiano ridotto spesso ad una logora serie di luoghi comuni in cui l’esperienza si è fossilizzata e il senso umano della vita essiccato in un repertorio di formule banali e insignificanti, ben venga la poesia. La vita potrà ripresentarsi come tensione e ricerca di quei valori ideali che si rivelano all’uomo quando li scopre e li incontra dentro di sé. Nel ricoprire la prestigiosa carica di Presidente del Cenacolo Poeti Dialettali Vicentini continuerò a dedicarmi con entusiasmo e passione affinché la nostra Associazione continui a divulgare l’amore per la poesia e per il dialetto veneto. Condivido quanto detto dal poeta Fernando Bandini: La poesia basta a se stessa. Se è piccola poesia, il suo destino la porterà a spegnersi in modo dolce e indolore. Se è grande poesia, prima o poi troverà la sua strada, i suoi lettori, il respiro alto e sicuro di una preveggenza luminosa e libera. A mio avviso la poesia occupa un posto ancora importante nella cultura e nella società anche perché il mondo poetico coesiste col mondo reale".

 

nr. 32 anno XIX del 20 settembre 2014

Il filo invisibile (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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