NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quattrocento pagine per “Documentare Vicenza”

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Documentare Vicenza

"Anche Vicenza ha avuto una sua anima ed è ancora in grado di averla - aggiunge - . Il volume presenta il volto di una Vicenza che è stata fortemente voluta, sia quando i suoi palazzi e le sue case e le sue chiese sono stati edificati per la prima volta lungo il tracciato delle vie, sia quando, dopo la barbarie della guerra e lo sconcerto della distruzione, sono stati riedificati, ad affermare, a sancire, quasi a imporre e gridare una identità a cui i Vicentini non intendevano rinunciare. L’opera paziente e intelligente della Soprintendenza di allora, che nel corso della Seconda guerra mondiale ha censito fotograficamente i principali monumenti cittadini, e della Soprintendenza di oggi, che quelle fotografie ha recuperato, ordinato ed efficacemente presentato in questo volume, restituisce alla città la consapevolezza, vorrei quasi dire la gloria di ciò che essa è stata, cosicché si renda, oggi, degna e capace di considerarsene e di esserne erede".

Documentare Vicenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Si di un tema così importante e coinvolgente per l'intera città non potevano mancare anche le parole del Sindaco Achille Variati, il quale ha espresso grande soddisfazione per la pubblicazione di quest’opera di documentazione della città di Vicenza, "perché si tratta di un volume importante per ricordare la nostra storia in un momento di grande sofferenza a causa della Seconda guerra mondiale che distrusse molte parti della città e perché porta al centro dell’attenzione la necessità di avere cura, oggi come allora, del nostro patrimonio artistico unico al mondo. Un’opera importante non solo per la memoria storica, ma anche per l’attualità. Basti pensare al lungo e delicato restauro della Basilica palladiana terminato nel 2012, dopo aver curato le ultime ferite causate dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, o al disinnesco del 25 aprile di quest'anno del grande ordigno rivenuto nell’area dell’ex aeroporto Dal Molin, che ha costretto 30mila vicentini a lasciare le proprie case per consentire di mettere in sicurezza la bomba".

Documentare la storia e il passato di una città d'arte e di grandi tradizioni come Vicenza coinvolge ovviamente anche la Chiesa vicentina, che per bocca del suo attuale massimo rappresentante, il Vescovo Beniamino Pizziol, interviene sull'argomento sottolineando come la Chiesa sia stata attraversata nel ventesimo secolo da due eventi che l’hanno profondamente scossa e segnata: le due guerre mondiali. La prima aveva come fronte di guerra l’Altipiano di Asiago -compreso oggi nella diocesi di Padova - e la Pedemontana, in una serie di tragici eventi che hanno visto fuggire le popolazioni dell’Altipiano in varie parrocchie vicentine.

Documentare Vicenza (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Dopo quella 'inutile strage', come ebbe a dire papa Benedetto XV, la Chiesa vicentina, guidata dal vescovo monsignor Ferdinando Rodolfi, ebbe un momento di grande ripresa, morale, spirituale e pastorale, con la forte riscoperta di quei valori cristiani che diedero fiato ad una ripresa in grande stile di tutto il territorio - scrive Pizziol - . In questi frangenti, dove si evidenziava tutta la fragilità economica della società dopo il primo immane conflitto, le popolazioni della diocesi vicentina seppero trovare forza per ripartire, anche se i mezzi a disposizione erano scarsi e difficoltosi da reperire. La volontà di vivere e rinascere dopo quella triste esperienza, portò a un fiorire di costruzioni nelle parrocchie: nuove chiese, oratori, case della Dottrina Cristiana; segni di una vita cristiana che, sotto la guida paterna, energica e lungimirante del vescovo, aveva ripreso slancio e vigore e voleva segnare con i propri valori i passi della storia".

La Seconda guerra mondiale vide due eventi segnare la vita diocesana: una serie di terribili bombardamenti soprattutto sulla città di Vicenza, che causarono distruzione e morte, e il fenomeno della Resistenza che coinvolse molta gioventù vicentina. A causa dei bombardamenti molti edifici di grande pregio e valore storico furono devastati e la città di Vicenza piangeva i morti in un mare di rovine. I simboli della Chiesa vicentina furono colpiti: la cattedrale fu pesantemente danneggiata e l’episcopio raso al suolo.

"Ancora una volta, dopo l’immane conflitto, la nostra Chiesa guidata da monsignor Carlo Zinato ritrovò la forza per ripartire – aggiunge Pizziol - . Oltre all’aiuto materiale alle popolazioni stremate, si ebbe il coraggio di ricostruire ciò che era stato distrutto. L’attore che collaborò con il vescovo in questa impresa fu l’architetto Ferdinando Forlati, persona di primo piano nella ricostruzione della città di Vicenza. Grazie al suo impegno fu rifatto l’episcopio e restaurata la cattedrale, edifici realizzati con alcune novità architettoniche che il Forlati riteneva opportune. Molte altre strutture civili ed ecclesiastiche videro il suo apporto competente e creativo".

 

nr. 37 anno XIX del 25 ottobre 2014

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