NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lombardi tra la Villa e il K2

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Vittorio Lombardi

Perché a suo avviso la figura di Lombardi era stata misconosciuta pur avendo fatto parte di un avvenimento così importante per l'Italia?

Vittorio Lombardi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Sfortunatamente a Lombardi toccò in sorte di venire a mancare pochi anni dopo la spedizione sul K2 del 1954. Morto di leucemia a Modena nel 1957, il suo nome e il suo ruolo fondamentale venne ricordato da Ardito Desio, ma a partire dai primi anni sessanta la vicenda K2 assunse i toni della feroce querelle che vide contrapposti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli da un lato (che conquistarono la vetta il 31 luglio del 1954), sostenuti dall’organizzatore della spedizione, Desio e Walter Bonatti dall’altro, il cui ruolo fondamentale per il successo della scalata, avendo egli portato le bombole d’ossigeno necessarie a Compagnoni e Lacedelli nell’assalto finale alla vetta, venne riconosciuto solo a seguito di acerbe contese che riempirono le pagine dei giornali per decenni. In quest’ordine, per le due ragioni chiarite, il nome di Vittorio Lombardi passò in secondo piano e sparì dalle cronache. Anche a Montecchio Maggiore, dove Lombardi è sepolto e dov’è ricordato per l’impegno profondo nei confronti della villa Cordellina, il suo ruolo di tesoriere nella vicenda K2 era caduto in oblio. Ne conservava memoria Remo Schiavo che ne parlò con Luciano Chilese, responsabile culturale della Sezione CAI di Montecchio Maggiore che ha commissionato questo volume, il quale ebbe dalla Sede nazionale del CAI di Milano, dove furono reperiti, i verbali inediti della Commissione tecnico-esecutiva della spedizione sul K2 che hanno permesso di chiarire le operazioni organizzative della missione sul Karakorum e, in ambito ad esse, il ruolo fondamentale – in concerto con la direzione di Ardito Desio – di Vittorio Lombardi".

Passione per la montagna e per l'arte: cosa hanno in comune?

"La passione per la montagna e per l’arte è la testimonianza dell’amore per il proprio patrimonio, naturale o culturale esso sia, per il proprio territorio: un territorio contrassegnato dalla bellezza della sua essenzialità quasi incontaminata e dalla grandezza della scrittura in esso condotta dalla mano dell’uomo. Resta il fatto che all’avvio degli anni cinquanta la conquista di una vetta come il K2, la seconda al mondo dopo l’Everest, raggiunta solo l’anno precedente dal neozelandese Hillary con lo sherpa Norgay, rivestiva un significato particolare per l’Italia, in cerca di un risarcimento agli occhi della società internazionale dopo le dolorose esperienze della guerra. Ma questo rilancio del Belpaese passava anche attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Non a caso la prima mostra sulla civiltà della villa veneta, curata a Treviso da Giuseppe Mazzotti, fu nel 1952. Un’esposizione intelligente e fortunatissima che divenne esperienza itinerante, venendo allestita a Milano, Roma e in varie città d’Europa e del Nord America. Un’esposizione, oltretutto, che denunciava il grande valore della villa veneta come patrimonio specificamente italiano unico al mondo nel momento stesso in cui quel patrimonio minacciava rovina. Lombardi fu uomo che seppe intuire le istanze dei suoi tempi, e non esitò a farsi determinante sia nella risoluzione delle questioni economiche per la spedizione sul K2 del 1954, sia nel salvataggio di una villa esemplare come la Cordellina, che egli vide in uno stato di completo abbandono come una donna ferita sul bordo della via un giorno di settembre del 1953, transitando per la prima volta per Montecchio. L’urgenza di andare in aiuto di quella regina spodestata e sola, come ebbe a definirla, fu più forte di lui. E fu dunque così che decise di acquistarla, restaurarla e trovarle una destinazione d’uso futura compatibile con il suo valore. In una parola, fu così che riuscì a salvarla".

Vittorio Lombardi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Oggi le spedizioni in montagna si avvalgono della tecnologia, ma allora c'erano solo forza e resistenza. Ai giorni nostri si potrebbe ripetere un evento come quello?

"Oggi le cose sono molto cambiate. La conquista in nome di un Paese, già ottenuta, non ha più senso e non a caso le vette son conquistate prevalentemente come obiettivo o come successo personale, o di squadra. Sono anni diversi, ma ci sono anche finalità e possibilità indubbiamente diverse. Sicuramente, nonostante gli avanzamenti tecnologici, si tratta anche oggi di successi strepitosi, ma resta il fatto che con le possibilità dell’epoca, si trattò di una conquista epocale. E il fatto che – a esclusione della perdita del solo Mario Puchoz – la squadra sia riuscita a rientrare in Italia senza che vi fossero incidenti è indubbiamente un dato che mi par degno di nota".

Una storia a parte è quella del telegramma che annunciò la conquista del K 2...

"La questione del telegramma è decisamente interessante. Risulta infatti significativo che il primo telegramma inviato da Ardito Desio in Italia non fu per il presidente del CAI nazionale, né per il Presidente della Repubblica o il Capo del Governo, come ci si potrebbe aspettare. Il destinatario del primo telegramma, inviato da Skardu il 4 agosto 1954, fu per l’appunto Lombardi, stretto amico di Desio. Partito Desio per il Campo Base sul Baltoro (alle pendici del K2), negli uffici a Milano, referente a quel punto per la stampa (son noti i rapporti con Dino Buzzati, ad esempio), rimase proprio il Lombardi, in quello che venne definito il Campo Base arretrato. Il telegramma venne scritto in inglese e recita così: Victory dated thirty first July. All well. Together at Base Camp. Professor Desio [Vittoria datata 31 luglio. Tutto bene. Insieme al Campo Base. Professor Desio]. La gioia in Italia, all’arrivo della notizia, fu enorme e non stupisce che proprio a Milano si organizzassero i primi festeggiamenti ufficiali".

Vittorio Lombardi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Da storico dell'arte, qual è il valore artistico di villa Cordellina per il Vicentino?

"È una delle più significative dimore gentilizie del Settecento, in grado di testimoniare non solo il valore della cosiddetta civiltà della villa veneta nei suoi parametri costitutivi e nei suoi rapporti con la circostante realtà paesaggistica, ma anche le modalità di assimilazione della lezione palladiana nell’entroterra veneto nella prima metà del XVIII secolo. Commissionata all’architetto Giorgio Massari dal celebre giurisperito Carlo Cordellina, che volle nella sua villa Giambattista Tiepolo per gli affreschi del salone nobile, la fabbrica rappresenta oggi un tassello evocativo ed eloquente di quella civiltà del passato: un patrimonio che la vedova di Lombardi affidò gratuitamente all’Amministrazione Provinciale di Vicenza nel 1970 affinché quest’ultima provvedesse alla cura, alla conservazione e alla valorizzazione dell’immobile. Una responsabilità indubbiamente di non poco conto, ma che reca con sé l’orgoglio e la testimonianza di un impegno nobilissimo".

Il Governo non si fa in quattro per sostenere arte e cultura in Italia... secondo te ci sarebbe ancora bisogno di persone come Lombardi?

"Lombardi sosteneva all’inizio degli anni cinquanta che non ci si poteva aspettare che fosse lo Stato a provvedere al mantenimento e alla conservazione di un patrimonio vastissimo e inestimabile. Egli credeva fermamente in una borghesia illuminata che avrebbe messo i propri capitali a disposizione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico; di quel patrimonio, cioè, e di quei valori in cui la società si riconosce attraverso la scoperta delle proprie radici culturali. Oggi tutto sembra più difficile, gli impegni economici nel campo della conservazione ma anche della ricerca sono sempre minori ed è indubbio che l’aiuto fornito da enti, istituzioni, ditte e fondazioni, ma anche da privati cittadini particolarmente facoltosi e disposti a mettere i propri capitali a disposizione del patrimonio culturale in termini di manutenzione, restauro, studio e ricerca, rappresenti una chiave sempre più preziosa e una risposta cui affidarsi con sempre maggiore urgenza".

 

nr. 38 anno XIX del 1 novembre 2014

Vittorio Lombardi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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