NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Ferrovie di Guerra nel Vicentino

Francesco Brazzale e Roberto Sperotto hanno curaro un volume che si occupa di un aspetto da “retrovie” della grande storia che ha attraversato la Grande Guerra

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Ferrovie di Guerra nel Vicentino

La Grande Guerra è un evento che evoca battaglie epocali, migliaia di caduti anche in una singola giornata, scenari di neve e ghiaccio, trincee fangose dove per anni uomini di diverse nazionalità sopravvissero in condizioni estreme e ove freddo, malattie e sporcizia uccidevano al pari del nemico. Nel Vicentino, "l’altra guèra" come venne popolarmente chiamata dopo il secondo conflitto mondiale (titolo anche di un recente libro fotografico a firma di Bepi Magrin per i tipi di Edelweiss Schio), richiama soprattutto nomi come Grappa, Cengio, Ortigara, Tre Monti, Lèmerle: teatri di cruente lotte per il possesso di una cima, a volte persa dopo poche ore e riconquistata con un altissimo tributo di sangue.

1915-1918 Ferrovie di guerra nel Vicentino - La linea Decauville Marostica-Breganze-Calvene-Thiene e altre storie è un recentissimo libro dei vicentini Francesco Brazzale e Roberto Sperotto, presentato in anteprima a Breganze nella serata inaugurale di Senza Orario Senza Bandiera, rassegna giunta alla decima edizione che tocca varie località della provincia con un lungo calendario di eventi. Un lavoro per conoscere un piccolo ma significativo tassello nella storia della Grande Guerra vissuta nelle retrovie dell’Alto Vicentino. La Prima Guerra Mondiale fu non solo un evento drammatico che coinvolse milioni di persone, ma anche un gigantesco meccanismo che produsse l’organizzazione di un più efficace sistema di trasporti e l’allestimento di servizi logistici di grandi dimensioni. Furono costruite, in una sorta di lotta contro il tempo, strade, difese, baraccamenti, magazzini, linee ferroviarie, sistemi idrici che permettessero la permanenza delle truppe in linea.

Ferrovie di Guerra nel Vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In questo quadro, fu subito evidente l’importanza dei collegamenti stradali e ferroviari e anche l’Alto Vicentino fu interessato dalla creazione di una fitta rete di strade, ferrovie e teleferiche verso l’Altopiano, a partire soprattutto dall’offensiva austriaca del maggio 1916; di tutte queste strutture restano naturalmente le strade che portano in quota o che attraversano i boschi del versante meridionale, mentre delle teleferiche sono rintracciabili i basamenti dei tralicci e le aree delle stazioni d’arrivo. Si sono invece perse le tracce e ormai anche le memorie delle ferrovie a scartamento ridotto che collegavano la linea ferroviaria nazionale alle zone prossime al fronte. I manufatti riconducibili agli impianti sono pochissimi e d’altra parte nell’immediato dopoguerra le decauvilles furono dismesse ovunque; tra queste, la linea Marostica-Beganze-Calvene-Thiene.

Con questo lavoro abbiamo tentato - scrivono gli autori - di rendere giustizia a un trenino dimenticato che correva lungo il pedemonte e del quale abbiamo recuperato inaspettate informazioni e memorie; il lettore troverà, oltre ai dati tecnici e riferimenti storici, aneddoti curiosi, immagini inedite, diari di guerra. Non mancano naturalmente i necessari dati generali sulle ferrovie nell’area veneta durante il conflitto. Confidiamo dunque di aver fornito elementi per la riscoperta di un piccolo ma significativo tassello nella storia della Grande Guerra vissuta nelle retrovie dell’Alto Vicentino; e senza dimenticare il significato della tradotta nella memoria collettiva, canto noto a tutti i combattenti e omonimo giornale di trincea.

Nel 1914, di fronte alla favorevole situazione austriaca, l’Italia disponeva di una rete ferroviaria scarsa. Due sole importanti linee ferroviarie indipendenti portavano dall’interno del Paese alla frontiera giulia: la Verona-Vicenza-Castelfranco-Treviso-Casarsa-Udine, a doppio binario e con una capacità di 45-50 treni al giorno fino a Casarsa, a binario semplice e con una capacità di 20 treni al giorno; la linea proseguiva, sempre a binario unico, fino a Cividale del Friuli a cura di una società privata; la Monselice-Padova-Mestre-Portogruaro-Cervignano, a doppio binario e con una capacità di 40-50 treni al giorno fino a Mestre, a binario semplice e con una capacità di 20 treni al giorno. Da Treviso partiva una terza linea, ad un solo binario, che per Motta di Livenza giungeva fino a San Vito al Tagliamento. Unica linea d’arroccamento per il celere spostamento di truppa e di materiali dal saliente trentino alla fronte giulia, era la Brescia-Vicenza-Padova-Mestre-Treviso-Casarsa-Udine.

Ancora più deficitaria era la potenzialità del trasporto ferroviario verso il saliente trentino e verso il Cadore. Dal Pasubio all’Altipiano di Asiago esistevano in particolare la Vicenza-Schio, nonché la Thiene-Rocchette-Asiago e la Rocchette-Arsiero, entrambe a binario unico a scartamento ridotto; inoltre alcuni tronchi tranviari d’importanza locale come Vicenza-Recoaro e Vicenza-Marostica-Bassano (con progetto di diramazione per Breganze rimasto sulla carta). Le necessità belliche portarono alla costruzione di nuove linee e al raddoppio del binario di altre esistenti, come nel caso della Vicenza-Schio; a Vicenza fu pure realizzato il passante di Anconetta per collegare la Vicenza-Treviso alla Vicenza-Schio a Cavazzale bypassando la stazione della città, mentre a Bassano un raccordo consentì di collegare la stazione ferroviaria cittadina a quella delle Tranvie Vicentine di Angarano, attraverso il Ponte Nuovo. Tutte le stazioni della Vicenza-Schio, della Vicenza-Treviso e della Vicenza-Bassano (Marostica in particolare) furono infine ampliate con nuove aree di sosta e raccordi con i depositi militari.

Esemplare la cronaca del 20 maggio 1915. Don Bortolo Vidale, parroco di Salcedo, decide di partire per il Cadore. La dichiarazione di guerra è nell’aria, il parroco lo sa e vuole portare parole di conforto ai suoi giovani parrocchiani arruolati e colà trasferiti. "Il 20 maggio 1915 partimmo da Salcedo ed in carrozza, guidata da Barba Toni, diretti a Bassano, prendemmo il primo treno del pomeriggio per Castelfranco, Montebelluna, Feltre, Belluno, Calalzo. La dichiarazione della guerra era vicina. Verso le ore 2 del pomeriggio partimmo da Bassano. A Castelfranco, ma più a Montebelluna, trovammo soldati diretti verso il Cadore. A mezzanotte arrivammo a Belluno, ci presentammo a diversi alberghi domandando alloggio, ma per noi non vi era posto; ritornammo alla stazione... ed io per 5 ore camminai su e giù sotto la tettoia della stazione aspettando il giorno. Nel contempo arrivavano treni diretti a Calalzo, carichi di soldati, munizioni, derrate. Nella parte morta, sui binari si trovavano vagoni carichi di foraggio e soldati adagiati che dormivano saporitamente. Finalmente spuntò l’alba e verso le 10 partimmo per Calalzo. Lungo la via, fanciulli che al passaggio del treno agitavano bandiere inneggianti alle truppe di passaggio, gridando "evviva l’esercito, evviva la guerra!". Don Vidale riesce ad incontrare alcuni compaesani a Tai e a Valle di Cadore e ad informarsi su altri giovani acquartierati ad Auronzo, quindi prende la via del ritorno: "Quando fummo a Belluno vi era giunto fresco il giornale da Roma colla descrizione in prima pagina a caratteri cubitali, della storica seduta del Parlamento che decise unanime la proclamazione della guerra".

Abbiamo incontrato uno dei due autori, Roberto Sperotto.

Ferrovie di Guerra nel Vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar