NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ferrovie di Guerra nel Vicentino

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ferrovie di Guerra nel Vicentino

Sulla Grande Guerra è stato scritto molto: cosa aggiunge il suo libro a questo tema storico?

"La Grande Guerra ha una ricca bibliografia, dal fatto bellico al profugato, dall’impegno del lavoro femminile nell’industria ai cimiteri di guerra, il nostro lavoro invece considera un argomento sinora poco seguito ossia l’utilizzo del treno per esigenze belliche. Quindi l’ampliamento della rete ferroviaria esistente come la linea Vicenza-Schio, il collegamento a Bassano del Grappa della stazione Tramvie Vicentine di Angarano con la stazione Ferrovie dello Stato e la realizzazione del ponte sul Brenta detto della Vittoria, il by pass fra la linea Vicenza Treviso e la Vicenza Schio, da Anconetta a Cavazzale, per alleggerire il carico di treni alla stazione di Vicenza, la costruzione di una linea a scartamento ridotto prima da Marostica per Breganze e Calvene, poi con diramazione a Thiene, e quindi collegata a Dueville. Per non parlare delle rotaie a semicerchio, utilizzate dall’artiglieria ferroviaria francese. Un argomento di solito accennato appena, che qui invece viene affrontato con ricca documentazione originale ed ampio apparato fotografico".

Ferrovie di Guerra nel Vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Cosa rappresentano le ferrovie nel contesto generale della guerra e in particolare nel territorio vicentino?

"Nel contesto della guerra la ferrovia ha sempre avuto un ruolo importantissimo, dal debutto nella guerra di Crimea in poi ha permesso il trasporto in tempi rapidi ed in quantità importanti di quanto necessario alle esigenze belliche. Durante l’offensiva austriaca sugli Altipiani nel maggio del 1916, le ferrovie del compartimento di Venezia in 17 giorni trasportarono 500.000 uomini, 75.000 quadrupedi, 15.000 veicoli e pezzi d’artiglieria, impiegando 563 treni militari con una media di 28 treni al giorno ed un massimo di 43 il 24 maggio 1916. Le linee ferroviarie del Veneto realizzarono quel giorno ben 365 treni per soddisfare tutte le esigenze. Il vicentino aveva bisogno di alimentare i vari fronti esistenti nel proprio territorio, il Pasubio, gli altipiani ed il Grappa. Tutta la rete ferroviaria esistente del compartimento di Venezia, quindi anche il vicentino, divenne zona di guerra, il personale ferroviario fu militarizzato. Le stazioni ampliate per poter ospitare un traffico aumentato a dismisura, nuovi binari collegavano le stazioni ai laboratori del Genio presenti in prossimità".

Quale fu la storia del trenino pedemontano vicentino?

"Lì mancava un collegamento ferroviario diretto. Da Thiene a Bassano non c’erano rotaie. Progetti tanti, promesse ancor di più, ma di concreto nulla. Un progetto del 1904 prevedeva una tramvia elettrica da Thiene a Cornuda, circa l’attuale Superstrada Pedemontana Veneta, con una centrale che dalle acque del Brenta doveva produrre la corrente utile ad alimentare la linea. In altro progetto era previsto il collegamento di Thiene a Lugo Vicentino quindi Breganze per Marostica. Nel 1911 era pure in previsione il collegamento da Padova per Piazzola sul Brenta, la ferrovia del conte Camerini, via Sandrigo per Breganze e Thiene. La guerra nel marzo del 1917 obbligò alla realizzazione di un collegamento, sia pure a scartamento ridotto, da Marostica per Breganze a Calvene. In tre mesi l’opera venne realizzata per uno sviluppo complessivo di 18,450 km. Per la realizzazione vennero impegnati 450 operai, aumentati ad 800 per poter far fronte a Lugo ad un imponente scavo. Per l’esercizio della linea, il 29 maggio 1917, venne costituita la 5° compagnia di Esercizio Decauville, con sede a Marostica. Il 23 giugno 1917, nella relazione di fine lavori, il colonnello Abati annotava che il traffico giornaliero era di 22 convogli. Al capolinea di Calvene un sistema di teleferiche trasferiva al fronte quanto arrivato su rotaia, gli alimenti per i combattenti, il fieno per i quadrupedi ed il munizionamento necessario".

Nel libro ci sono moltissime immagini e documenti storici: quanto tempo e lavoro ci è voluto per raccoglierli?

"Sono stati cinque anni di ricerca in archivi comunali, mercatini e collezionisti. Negli ultimi due la ricerca ha trovato conferma delle varie supposizioni grazie all’archivio del generale Maglietta ed all’archivio del museo dell’Arma del Genio a Roma. Inoltre tante foto sono di provenienza britannica dall’Imperial War Museum di Londra o di amici collezionisti che coltivano l’interesse per immagini della grande guerra. Proprio per l’accresciuta conoscenza in materia, da queste immagini si sono visti particolari ferroviari che prima non erano stati colti".

Ferrovie di Guerra nel Vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel libro scrive dei cosiddetti treni blindati e dei treni ospedale. Cos’erano?

"Più che treni blindati parliamo di carri ferroviari utilizzati a Chiuppano e Piovene Rocchette dall’artiglieria ferroviaria francese. Appositi binari disposti a ventaglio, per ovviare alla mancanza di brandeggio dei cannoni posti sui carri ferroviari, atti ad ospitare le artiglierie ferroviarie, e, denominati spighe di tiro. Si imputa al tiro di questi cannoni la distruzione della Brigata Sassari descritta da Emilio Lussu nel suo celebre libro Un anno sull’altopiano. I treni ospedale invece avevano il compito di trasportare i feriti nei vari centri di cura e riabilitazione a seconda delle ferite subite".

A cosa si deve secondo lei il grande interesse dei lettori vicentini per la Grande Guerra?

"Di sicuro al fatto che tanti campi di battaglia sono vicentini e facilmente raggiungibili, alle cronache dettagliate e puntuali come quelle del De Mori, all’opera di maestri come Gianni Pieropan che ha istruito intere generazioni di vicentini. Non dimentichiamo infine quanto fatto per riportare la vita nei luoghi distrutti dalla guerra con pellegrinaggi di combattenti e reduci, con avvenimenti sportivi sui campi di battaglia dalle manifestazioni di scii ai motoraduni, e qui primeggia l’impegno, ai più ignoto, di Francesco Zambon. Infine in ogni paese della pedemontana sono rimaste tracce delle opere costruite per esigenze di guerra, dalle strade agli acquedotti, dagli ospedaletti ai comandi di tappa. Località come Ortigara, Pasubio, Monte Cengio, Grappa rievocano la voglia di conoscere meglio quanto accaduto. Contiamo anche noi di poter contribuire con il nostro lavoro ad accrescere la conoscenza di quanto fatto e di cosa rimane".

 

nr. 39 anno XIX dell'8 novembre 2014

Ferrovie di Guerra nel Vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)



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