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La vicentina Giuliana Fontanella, presidente dell'Istituto Regionale per le Ville Venete, scrive in una nota di prefazione che per proteggere, tutelare e promuovere questo patrimonio, è stato costituito nel 1958 l’Ente Nazionale Ville Venete, nato per volontà di intellettuali veneti come Giuseppe Mazzotti, Silvio Negro, Renato Cevese, Giuseppe Comisso, e molti altri, sostenuto da una campagna di stampa, documentazioni fotografiche e da una mostra e che attraversò l’Europa, suscitando scalpore e grande interesse. Alla scadenza naturale della Istituzione, la Regione Veneto, d’accordo con la Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia, si attivò per promuovere la costituzione di un nuovo ente pubblico strumentale interregionale, che ne raccogliesse l’eredità e ne continuasse l’opera. Con Legge Regionale veneta del 1979 e analoga legge del Friuli Venezia Giulia del 1980 nasceva quindi l’Istituto Regionale Ville Venete con compiti di salvaguardia del patrimonio culturale – che si manifestarono attraverso interventi diretti e indiretti di consolidamento e restauro – e con attività di valorizzazione, che ne favorirono la miglior utilizzazione e la promozione della conoscenza. Dopo cinquantasei anni di attività l’Istituto continua le opere dei fondatori, collaborando con i proprietari delle ville, non solo sostenendo il restauro, ma anche promuovendo studi e ricerche come quella che si presenta con questa qualificata pubblicazione, ricca di immagini e di materiali di approfondimento, elaborati con il contributo di giovani studiosi, in grado di mettere in relazione architettura, territorio, paesaggio, enogastronomia, sistema economico. A dimostrazione che le ville venete si propongono come ideale terreno per sperimentare accordi di collaborazione tra più istituzioni, le Università, gli Istituti di Credito. Grazie alla attivazione di significative azioni di ricerca interdisciplinare come quella odierna, il sistema di luoghi della cultura costituito dalle ville venete diventa quindi sempre più accessibile, aperto e sensibile alla diversità, capace di includere e accogliere, per facilitare la fruizione e la comprensione, senza confini e barriere culturali.
Il volume, ricalcando un modello già sperimentato da Terra Ferma, si chiude con un’apparato gastronomico che collega alta cucina con cultura delle ville. Il circuito dei Ristoranti della Modernità, sostenuto e promosso da FriulAdria e Terra Ferma Edizioni, nasce come spontanea conseguenza di un importante progetto editoriale sviluppato nel corso di 7 anni e articolato in altrettanti prestigiosi volumi raccolti nelle collane I luoghi della modernità e Comune e diverso. Gli chef e i ristoranti che hanno collaborato all’iniziativa sono oggi in rete per testimoniare la prosecuzione di questo ambizioso progetto.
Giuseppe Barbieri è professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università Ca’ Foscari Venezia, dove dirige anche la Scuola dottorale in Storia delle Arti. È membro del Consiglio scientifico del Centro internazionale d’arte contemporanea di Punta della Dogana. Allievo di Lionello Puppi, testimonia una solida preparazione in campo storico artistico con monografie e oltre cento saggi che riguardano soprattutto la trattatistica e l'iconografia rinascimentale, la storia dell’architettura e dell’urbanistica in età moderna. Si è dedicato inoltre a figure e contesti di ambito più contemporaneo nella lunga collaborazione con la William Congdon Foundation e in anni più recenti coordinando una serie di iniziative e di collaborazioni di Ca' Foscari con le principali istituzioni veneziane nell'ambito dell'arte contemporanea. Nel corso dell'ultimo decennio è diventato una figura di riferimento per quanto riguarda l’uso della multimedialità nell’approccio all’opera d’arte.
nr. 01 anno XX del 10 gennaio 2015
