NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Ali” dall'Adige al Brenta

Luigino Caliaro firma un volume che illustra, grazie ad una splendida collezione fotografica, l’attività aerea e dei campi di volo situati all’interno dello spazio delimitato dai due grandi fiumi veneti

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ali dall'Adige al Brenta

Pochi giorni prima di Natale, l’auditorium del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza ha ospitato la presentazione del volume Ali dall’Adige al Brenta del vicentino Luigino Caliaro, pubblicato dall'editore friulano Aviani & Aviani, che, grazie a un’importante selezione fotografica, parte della quale proveniente dalle raccolte del museo vicentino di Villa Guiccioli, illustra l’attività aerea e dei campi di volo ubicati all’interno dell’ideale confine geografico delimitato dal corso dei due grandi fiumi veneti. Con l'occasione, è stata anche aperta una mostra fotografica sulla Grande Guerra aerea, che rimarrà allestita al Museo del Risorgimento per tutto gennaio ad ingresso libero.

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La profondità delle ricerche d’archivio, la logica e la razionalità con la quale una grande quantità di dati è stata verificata, la descrizione dei documenti con approfondimenti bibliografici e storiografici fanno di questo volume un contributo destinato a segnare in modo importante gli studi sulla Prima Guerra Mondiale proprio in un momento storico in cui tutto il Veneto, compresa Vicenza e provincia, dedicano al tema del Centenario ampi dibattiti, incontri, mostre e pubblicazioni a tema. L'energia, l'intensità, l'efficacia, assieme all'emotività e alla suggestione delle fotografie che accompagnano la ricerca, che in qualche caso superano qualsiasi potenzialità di altre fonti documentarie, ci fanno toccare vicende di quella guerra che in alcuni momenti hanno assunto significati di una vera e propria epopea.

Le quasi 500 immagini per lo più inedite, con didascalie anche in lingua inglese, sono senza dubbio il fiore all'occhiello di questa bella pubblicazione che riteniamo imperdibile per gli appassionati del tema guerra e aviazione. Del resto Caliaro, con attività a Sovizzo, non è nuovo a imprese del genere, dal momento che appena un anno fa aveva pubblicato un altro volume sul tema aviatorio - C’era una volta un campo di volo - un libro fotografico che raccontava la storia del campo di volo di Villaverla e Thiene nella Grande Guerra. In quel caso si trattava di un libro frutto di anni di ricerche dell’Associazione Ricercatori Storici Aeronautica Dogfight, costituita da un gruppo di appassionati di Storia Aeronautica nel 2010, per divulgare la memoria storica dell’aviazione dalla sua nascita ai giorni nostri, focalizzando l’interesse alla storia aeronautica del Vicentino. Nel corso dei pochi anni di attività, l’Associazione si è distinta per l’allestimento di numerose mostre fotografiche ed eventi divulgativi, nell’Aeroporto di Thiene Arturo Ferrarin e al di fuori del territorio thienese.

"Sicuramente è un bellissimo sport, ma non vedo utilità per l'esercito". Così si esprimeva il Generale francese Foch mentre assisteva ad una esibizione aerea un paio d’anni prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Mai affermazione però, si rivelò così inesatta, poiché a distanza di pochi mesi l’aeroplano ebbe modo di affermarsi come una delle nuove armi più letali ed importanti degli arsenali militari, capace di portare, fatto questo raramente accaduto prima, la guerra fuori dagli schemi classici dei campi di battaglia. Gran parte di questi campi di volo erano ubicati nel territorio vicentino, in posizione ideale per le operazioni sul massiccio del Pasubio, sull’Altopiano di Asiago e sul Monte Grappa, montagne che nel gioco complesso e talora contraddittorio delle vicende che caratterizzarono il corso della Prima Guerra Mondiale sul fronte italiano avrebbero costituito - per caratteristiche morfologiche, per valore strategico e soprattutto per le ripercussioni morali e psicologiche degli avvenimenti che in esse si svolsero - un settore di primaria importanza, tale da condizionare ad un certo momento lo svolgimento dell’intero conflitto.

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Negli anni di guerra, il controllo dell’aria divenne altrettanto strategicamente importante come quello sul territorio e migliaia furono i voli e i duelli nei cieli. E anche se lo sviluppo dell’aereo come arma ausiliaria fu sempre in rapporto con la guerra terrestre, i ruoli della forza aerea si decuplicarono così da impiegare gli stessi velivoli in ogni ruolo: ricognizione, caccia e bombardamento. Aumentò la consapevolezza che la “nuova arma” potesse divenire l’elemento decisivo del conflitto e gli sforzi nella produzione e nell’addestramento dei piloti arrivarono a toccare, nel 1918, livelli impensabili, fino a portare l’aeronautica a essere una delle più clamorose conquiste tecnologiche del tempo, con immense ripercussioni in campo civile nel dopoguerra, che trasformò ben presto i primi piloti in autentici “cavalieri del cielo”.

L'aviazione divenne anche una potentissima arma psicologica - scrive Caliaro nella prefazione al libro - terrorizzando gli abitanti delle città con bombardamenti e attacchi notturni, sviluppando nel contempo, un’interazione sempre maggiore con le forze terrestri, grazie soprattutto alla ricognizione fotografica, che consentiva ai comandi di carpire preziosissime informazioni oltre le linee nemiche. Con l’avanzare del conflitto e la presa di coscienza dell’importanza dell’aviazione, iniziarono a comparire velivoli sempre più specializzati, fatto questo che portò ad una nuova organizzazione dell’aviazione militare in generale, con reparti e scuole di volo dedicate a operare e formare velivoli ed equipaggi specifici. Parallelamente ci fu un miglioramento delle dotazioni tecniche e agli iniziali scontri tra piloti che si sparavano con fucili e pistole, si arrivò a dotare i velivoli cacciatori di mitragliatrici fisse e sincronizzate per sparare attraverso l’elica, mentre i ricognitori e i bombardieri venivano dotati di armi per l’autodifesa e aumentavano il carico bellico impiegabile. Con la comparsa di velivoli sempre più evoluti e specializzati, fu necessario adottare nuove tattiche di volo, che fecero perdere l'aspetto "cavalleresco" dei primi combattimenti aerei, per perseguire il risultato finale, la supremazia aerea sull'avversario.

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Nel corso degli ultimi anni - dice Caliaro - ho effettuato numerose ricerche di archivio in musei, istituzioni pubbliche e collezioni private, raccogliendo una considerevole collezione fotografica, in gran parte dedicata all’attività aerea del cosiddetto Saliente Trentino. Per questo motivo, ho pensato ad una pubblicazione che, grazie al supporto di una eccellente documentazione fotografica, fornisse al lettore una adeguata panoramica dei mezzi e degli uomini che per tre anni combatterono nei cieli delle montagne tra le province di Vicenza e Trento operando da un serie di importanti campi di volo addossati al fronte alpino, compresi all’interno dell’ideale confine rappresentato dai fiumi Adige e Brenta. La drammaticità della guerra è evidenziata dalla serie di nitide immagini scattate dai velivoli da ricognizione che mostrano le devastazioni di alcuni paesi e città, oggi fiorenti centri turistici, dell’Altopiano di Asiago, ma anche dalla serpentina di trincee disegnate su quelli che, pochi mesi prima, erano pacifici prati e pendii montani. Altre assolutamente inediti immagini aeree di alcune delle principali città, risulteranno senza dubbio di particolare interesse, oltre che per la loro unicità, per il fatto di mettere bene in evidenza le modificazioni del paesaggio intercorse con l'urbanizzazione, per certi versi selvaggia, dell'ultimo secolo. Nonostante la parte fotografica del libro sia prevalente rispetto al testo, ho sempre cercato di essere il più rigoroso possibile nella ricerca storico documentale, ricostruendo anche la storia e l’avvicendarsi dei reparti nei vari campi di volo e riportando alcune delle azioni più famose".

A Caliaro abbiamo rivolto alcune domande sul libro e sulla sua attività di appassionato ricercatore.

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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