NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Ali” dall'Adige al Brenta

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Ali dall'Adige al Brenta

Che importanza ebbe l'aviazione nelle guerre del secolo scorso e quali innovazioni portò?
Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"L’aviazione fu, assieme alla mitragliatrice, l’arma nuova del primo conflitto. Grazie anche all’utilizzo di queste armi, venne in un certo senso riscritto il modo di combattere; l’aviazione giocò un ruolo importantissimo, fornendo ai comandi la possibilità di vedere oltre le linee e attaccare l’avversario in modo più dinamico e flessibile, non più ancorato solamente alle capacità del tiro dell’artiglieria. L’aereo inoltre diventava un eccellente strumento anche a servizio proprio dell’artiglieria, grazie alla possibilità di avere la visione del campo di battaglia da un punto di osservazione privilegiato e di conseguenza dare anche le giuste indicazioni e correzione al tiro dei cannoni. Proprio per contrastare tali velivoli dopo i primi mesi di guerra apparvero i primi aerei da caccia, la cui funzione primaria era appunto di impedire a tutti i costi che i velivoli nemici riuscissero ad eseguire la loro missione di ricognizione o di direzione del tiro".

Lei scrive che l'aviazione divenne anche una potente arma psicologica della guerra: perché?

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Questa affermazione è legata al fatto che nel corso della prima guerra mondiale, con l’aviazione la popolazione civile delle città per la prima volta veniva coinvolta dal dramma del conflitto mondiale. Infatti fino al secolo scorso, le battaglie per lo più venivano combattute in campo aperto, tra opposti schieramenti; nella prima guerra mondiale invece, l’aeroplano porta la minaccia alle città, che, anche a causa di sistemi di difesa non particolarmente efficienti si rivelano vulnerabili: Vicenza fu più volte oggetto di attacchi dall’aria che fecero numerosi danni e vittime, ma anche Venezia, pur con i suoi tesori d’arte e monumenti, venne bombardata per oltre una quarantina di volte, con attacchi che provocarono molti danni al patrimonio artistico e monumentale. Sebbene la finalità primaria fosse colpire centri di comando o logistici come depositi, ferrovie e porti, a causa della relativa precisione del lancio gli ordigni spesso seminavano morte e distruzione tra i civili e i palazzi delle città, generando così terrore e insicurezza nella popolazione, inaugurando una filosofia sulla guerra totale che verrà successivamente confermata e purtroppo affinata, dai tragici e sanguinosi bombardamenti delle città europee nel corso del secondo conflitto".

Quale ruolo si ritaglia il suo libro all'interno del Centenaro della Grande Guerra?

"Pur trattandosi di un libro che personalmente definisco prevalentemente fotografico ma non solo, è una delle prime trattazione organiche riguardanti la componente aerea del settore degli Altopiani. Certo i più conoscono le gesta di Baracca, dei bombardieri Caproni, del Raid di Vienna di D’Annunzio, ma pochi, anche tra gli appassionati di storia della 1ma Guerra Mondiale, hanno conoscenza dell’incredibile ed importantissima attività svolta da centinaia di equipaggi e velivoli nei cieli del vicentino. Ancora oggi in molti paesi del Vicentino, sede di campi di volo nel corso del conflitto, molte persone ignorano dell’esistenza di questi siti, ora quasi completamente spariti e dimenticati. Con questo mio lavoro, che non ha la pretesa di essere definitivo ma anzi dev’essere considerato un primo piccolo contributo ad una storia poco conosciuta e soprattutto in memoria di tanti aviatori che in condizioni estremamente disagevoli hanno combattuto e dato la loro vita per il nostro Paese".

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Guerre a parte, cosa rappresenta per lei il volo? E che rapporto ha con la fotografia?

"Il volo rappresenta la passione della mia vita, una passione quasi morbosa, che mi prende interamente. Non ho potuto fare il pilota militare a causa del mio difetto visivo, ma ho sempre cercato di restare nell’ambiente e soprattutto di avere la possibilità di provare l’ebbrezza di volare sia con macchine tecnologicamente avanzate che con velivoli che hanno fatto la storia. Per questo motivo, quando ho iniziato la mia carriera di fotografo aeronautico, ho pensato, a ragione, che unire l’altra mia passione, appunto la fotografica, con l’aviazione poteva essere la svolta. Devo dire che oltre ad essere stato fortunato, elemento che per quanto astratto sento che esiste, ho colto al meglio le opportunità che ho avuto e oggi ho al mio attivo centinaia di ore di volo su aviogetti militari, pattuglie acrobatiche e con velivoli storici. L’unire le passioni della fotografia e dell’aviazione mi ha quindi permesso di vivere esperienze negate ai più e di affermarmi anche nel settore del fotogiornalismo mondiale. Attualmente collaboro con testate specializzate di tutto il mondo e al mio attivo ho oltre una decina di libri fotografici e di carattere storico".

 

nr. 04 anno XX del 31 gennaio 2015

Ali dall'Adige al Brenta (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



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