NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Russia Palladiana

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Russia Palladiana

"La mostra Russia Palladiana - spiega Silvia Burini, direttrice del Centro Studi sulle Arti della Russia di Venezia dell'Università Ca' Foscari - è stata un'occasione importante per il Centro per presentare al pubblico italiano una pagina fondamentale dei rapporti tra l'arte italiana e quella russa. La Russia si è' sempre appropriata in modo creativo di modelli occidentali che si trasformano poi in opere originali. Questa mostra con i suoi ricchissimi contenuti e le importanti collaborazioni con i più prestigiosi musei russi lo ha ampiamente dimostrato".

Russia Palladiana (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La mostra, senza precedenti per i contenuti così come per la modalità di concepimento, ha permesso per la prima volta di seguire la storia tricentenaria del Palladianesimo russo attraverso un numero significativo di materiali inediti e ignoti al pubblico, provenienti dai fondi dei più prestigiosi musei e archivi della Russia. La prima parte della mostra è stata dedicata al Palladianesimo russo della prima metà del XVIII secolo, l’epoca delle riforme di Pietro I che aprirono una finestra sull’Europa. Il manoscritto della prima traduzione in russ del famoso trattato di architettura di Palladio, attribuita a un principe Dolgorukov, data del 1699. Da quel momento, le idee del grande italiano iniziarono a influenzare sempre più spesso gli architetti russi, come appare chiaramente nella costruzione di Pietroburgo. Tuttavia, la passione per l’architettura palladiana conobbe il suo vero apogeo all’epoca di Caterina II. Desiderosa di apparire come una sovrana illuminata, Caterina promuoveva le più attuali tendenze europee, anche in architettura.

Fu lei a invitare in Russia due famosi architetti dell’epoca, Giacomo Quarenghi e Charles Cameron: questi due convinti palladianisti trovarono in terra russa l’opportunità di concretizzare le ide del loro geniale maestro. A loro volta, i progetti dei due architetti esercitarono una forte influenza sullo sviluppo della Weltanschauung del grande maestro russo Nikolaj L’vov – architetto, musicista e poeta. Si può affermare senza esagerazione che furono proprio le costruzioni di L’vov, ispirate a Palladio, a definire un fenomeno tanto unico come quello dell’Usad’ba russa, legato non solo all’architettura, ma all’arte nel suo insieme, alla letteratura e alla vita quotidiana. I lavori di Quarenghi, Cameron e L’vov hanno contribuito in buona parte all’avvento del Secolo d’Oro della cultura russa, epoca che coincise con il regno di Alessandro I e meravigliosamente descritta nelle pagine dell’Evgenij Onegin di Puškin e di Guerra e Pace di Tolstoj. È a quest’epoca che è stata dedicata la parte principale della mostra.

Particolare attenzione era rivolta al Palladianesimo russo del XX secolo, un fenomeno davvero straordinario. In un periodo di entusiasmo generalizzato per il Modernismo, si osservò un improvviso rinnovo dell’interesse per le forme neoclassiche, combinato alla nostalgia per la passata cultura. Alcuni architetti russi che avevano iniziato la propria attività creativa sotto l’influenza delle idee moderniste, si misero a produrre delle opere impregnate dello spirito di Palladio. Del resto, il carattere laconico dello stile palladiano risultava vicino all’estetica rivoluzionaria dell’Avanguardia (com’è noto, l’architetto costruttivista Mel’nikov era un fervente ammiratore dell’opera del grande architetto veneto). L’influenza di Palladio è percepibile anche nell’architettura staliniana, nata dalla complessa fusione tra Neoclassicismo e Avanguardia. La mostra si conclude con un lavoro di Brodskij creato all’alba del terzo millennio, dimostrando così che le idee di Andrea Palladiano sono ancora d’attualità.

Russia Palladiana (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nata da una collaborazione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Centro espositivo-museale di Stato Rosizo di Mosca, con il sostegno del Museo statale di architettura di Mosca, e il Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, la mostra, a cura di Arkadij Ippolitov e Vasilij Uspenskij del Museo Ermitage di San Pietroburgo, nasce da un progetto di Zelfira Tregulova, Direttore del Centro espositivo-museale di Stato Rosizo. L’esposizione, del tutto inedita per i contenuti e i risultati scientifici pubblicati in catalogo, ma anche per la sua ideazione, ha permesso per la prima volta di seguire la storia, ormai tricentenaria, del Palladianesimo russo attraverso un numero significativo di materiali ignoti al pubblico, provenienti dai fondi dei più prestigiosi musei e archivi della Russia.

Tra coloro che hanno partecipato al progetto ricordiamo l’Ermitage e il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il Museo di Stato delle arti figurative A. S. Puškin, la Galleria di Stato Tret’jakov di Mosca, il Museo Statale di Architettura, il Museo Storico di Stato, il Museo moscovita della tenuta di Ostankino, il Museo di Stato delle ceramiche Tenuta di Kuskovo del XVIII secolo, il Museo-tenuta Arhangelskoe, l’Archivio russo di Stato dei documenti antichi, il Museo della Storia di San Pietroburgo, il Museo dell’Accademia russa di Belle Arti, il Museo-appartamento di Brodskij, il Museo-riserva statale Peterhof, il Museo-riserva statale Pavlovsk, il Museo-riserva statale Carskoe Selo, la Biblioteca Nazionale russa, la Biblioteca dell’Accademia delle scienze, il Museo-riserva statale dell’architettura e delle arti di Pskov e il Museo d’arte moderna di Perm.

 

nr. 10 anno XX del 14 marzo 2015

Russia Palladiana (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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