NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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"Tutto Shakespeare in 90 minuti"

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Tutto Shakespeare in 90 minuti

Il ritmo di questa pièce è frenetico, il taglio quello del mimo, del cabaret, teatro di figura, farsa, avanspettacolo, tutto. Utilizzando la poesia di uno dei più grandi del mondo, quando ci sono le rivisitazioni ardite nel contemporaneo, lo dite anche voi, vengono acclamate come arte, interpretazione ecc, quando c’è la comicità difficilmente viene vista come arte. Perché?

Perché i comici sono sempre stati considerati di serie B, questa è la verità. Poi si dimenticano del fatto che Shakespeare ha inventato il fool, cioè nei suoi spettacoli c’è il pazzo, il comico. Quindi il comico è messo in questa maniera, fermo restando che è fondamentale: questo è uno spettacolo che sono 32 anni che viene rappresentato all’estero, è la prima volta che viene fatto in Italia, noi lo facciamo da 3 anni ormai, e abbiamo debuttato al festival shakespeariano di Verona, facendo una scommessa perché era difficile pensare che un umorismo del genere potesse funzionare, invece ha funzionato".

Tito Andronico diventa Masterchef perché vengono cucinati i mutilatori di Lavinia, “la moncherina”, che poi parla come “la Linea” di Osvaldo Cavandoli, Otello che diventa musica rap: il legame tra questi generi diversi rene la sequenza veramente irresistibile.

È fatta apposta, sono stati gli autori inglesi a scriverlo perché poi lo spettacolo in prima lettura è di facilissima fruibilità ma in realtà da fare è difficilissimo perché salti da un genere all’altro, rompi continuamente i ritmi tenendoli però sempre costanti, in più hai i virgolettati di Shakespeare e devi dirli giusti perché non è una parodia, è una versione stringata da ridere".

Però il pubblico non solo l’accetta, perché chiaramente viene a vederlo, ma lo accoglie volentieri e con calore: quand’è che il pubblico contemporaneo smette di vedere queste cose come delle aggressioni verso il testo?

No no, il pubblico teatrale non lo vede come un’aggressione una roba del genere".

Da sempre?

Secondo me da sempre. Ti dirò di più: più finiamo in un teatro “togato”, con un pubblico di un certo tipo, più questo spettacolo funziona, 10 volte di più, assolutamente. Al Verdi di Padova o allo Stabile di Trieste uno stadio sembrava, perché beccavano anche le virgole, capivano tutto e quindi ridevano".

C’è la scena in cui voi fate la Champions’ League, con la musica, la storia dei Tudor con tutti i re. Gli intrighi di corte hanno sempre ispirato dei grandi testi, oggi invece il potere politico genera al massimo dei buoni film. Cosa si è perso secondo lei?

La capacità di conoscere le storie. Il problema è che quando si fa una storia di satira o su qualche argomento, il comico ha bisogno di sapere che chi sta dall’altra parte capisca quello che sta dicendo, altrimenti come fa a ridere? Il problema è che la gente è informata ma ignorante. Ormai confonde la cultura con l’informazione, legge 10 robe su internet e d è convinta di sapere le cose come stanno".

Ci sono delle parti virgolettate, tra l’altro quelle serie le recita tutte lei, però senza appesantirle e la gente le viene dietro.

Sì, si bloccano".

Si sì. Passando dal registro comico a quello serio, la forma con cui si recitano le parole, riesce davvero a smontarle, arricchirle, impoverirle, svuotarle?

Sì. Questo è uno spettacolo che noi riusciamo a fare per un motivo molto semplice: perché siamo dei comici. Attori di teatro non riuscirebbero mai a farlo perché hanno l’impostazione e perché non hanno il senso del comico. L’attore di teatro si prende sempre molto sul serio, il comico no".

Ma perché è molto faticoso…

Perché, fare il comico no?? Ma per favore! Il problema è un altro, è che noi abbiamo preso una strada che è quella che hanno preso gli inglesi: se tu vedi Shakespeare fatto da loro non lo recitano come noi italiani. Tu hai visto il nostro Cechov ( intervista a Zuzzurro e Gaspare pubblicata su La Domenica di Vicenza versione cartacea il 12 dicembre 2009 ndr): ci venivano a dire che quello era alla Zuzzurro e Gaspare, quello era il Cechov originale, come lui lo ha fatto, mentre qui lo facevano tutto drammatico. Lui l’ha scritto in modo comico e in Russia lo fanno così: noi abbiamo visto come lo faceva il Teatro di Stato Russo e siamo impazziti, abbiamo capito delle cose che prima non capivamo: perché lui ha gli attacchi di cuore e muore? È un cretino che ha dei tic! Se tu non vedi l’originale come fai a sapere?”.

Tutto Shakespeare in 90 minuti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Voi fate delle citazioni da film, Obi Wan kenob da Star Wars, Psycho, Lo Squalo: le opere di Shakespeare sono talmente famose che quasi sembra che sia più sedimentato lui nella memoria che non questi film che hanno segnato l’immaginario e il gusto visivo di generazioni. Come mai?

Eh perché Shakespeare è lì da 500 anni, Lo Squalo da 40. Te lo porti nel DNA: basta che io dica “la scena del balcone” e la gente ride anche se non lo ha mai visto; ha visto la parodia, ne ha sentito parlare, sa che è il balcone di Giulietta. Sono cose che ti entrano dentro, dal Carosello rifatto, al Bacio Perugina, la scuola, la zia che dice una cosa: te le ritrovi appiccicate".

Io sono rimasta colpita dal fatto che Lo Squalo non è stato colto subito…

No!”.

Psycho non l’ha colto nessuno!

Nessuno, nessuno".

Obi Wan…

Due o tre, ma Psycho è la cosa più clamorosa. Dipende dal pubblico e dalla serata, come è vero che l’effetto è molto inferiore rispetto a quello che uno si potrebbe aspettare".

 

nr. 14 anno XX dell'11 aprile 2015

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