NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Interventi

Le fughe

di Mario Giulianati
18 aprile 2015

facebookStampa la pagina invia la pagina

Interventi

Le fughe

 

È sempre accaduto, almeno dall’inizio della repubblica, che i partiti subiscano delle scissioni. Storica, e importantissima decisione quella operata da Giuseppe Saragat, quando, lasciando la casa madre, del PSI (che in realtà si chiamava Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria), fondò il PSDI (gennaio 1947) suscitando anche rabbiose reazioni soprattutto da parte del PCI, ancor più che da parte dei ex fratelli del PSI. Nel gennaio del 1964 altra scissione del PSI, che nel frattempo aveva rinunciato a parte del suo nome (Unità Proletaria) e Tullio Vecchietti fondò un nuovo partito chiamato con il nome storico di PSIUP che visse una stagione abbastanza breve ma anche molto intensa, concludendo la sua esistenza nel luglio del 1972. Queste scissioni del socialismo italiano furono generate da precise, e sofferte, valutazioni squisitamente politiche, da una visione del futuro dell’Italia che differiva sostanzialmente e inequivocabilmente. La visione di Saragat fu attaccata in maniera virulenta, e solo tantissimi anni dopo venne riconosciuta quale una scelta giusta e meritevole di un plauso. La visione di Vecchietti era esattamente, pur anni dopo, il contrario della scelta di Saragat. L’alleanza con il PCI doveva essere rafforzata e il PSI non doveva cedere alla lusinga dell’ingresso nella stanza dei bottoni. Sia per il partito di Giuseppe Saragat, al di la del ruolo personale ricoperto, si aprì una stagione faticosa, così come per il partito di Vecchietti, la scelta apri, ai suoi aderenti, una strada, stretta e impervia che si concluse con una sconfitta e con una diaspora. Recupero questa memoria perché le scissioni, piccole o grandi, le fughe da un partito o da un gruppo parlamentare, consigliare ecc,- da qualche anno sono diventate così numerose e così personalizzate che si fatica a riconoscerne le motivazioni politiche anche se i protagonisti solitamente trovano nel loro vocabolario le parole per cercare di nobilitare le loro scelte. Fra i tantissimi casi che i mas media ci hanno raccontato in questi anni ne cito un paio. Uno a livello nazionale e uno locale. Il senatore Sandro Bondi, un passato da uomo di sinistra, approdato in Forza Italia, dove aveva trovato oltre che una nuova casa politica anche una accoglienza straordinariamente fraterna da parte del fondatore Silvio Berlusconi,ricambiato con autentico spirituale amore tanto da farli scrivere delle poesie esaltanti il Presidente Berlusconi. Ne cito una, brevissima, dedicata alla Madre dell’ex Premier:

A Rosa Bossi in Berlusconi: Mani dello spirito. Anima trasfusa. Abbraccio d’amore Madre di Dio

La giostra delle tasse (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Dove, è evidente, che il “dio” qui è proprio Silvio Berlusconi. Poi, recentemente l’idillio si rompe e Sandro Bondi, senatore, abbandona il suo totem, e si rifugia nel Gruppo Misto - Naturalmente una ragione politica, e non sentimentale, viene fornita al popolo. Il senatore ritiene che ora sia necessario sostenere il Governo Renzi, cosa ornai indigesta a Berlusconi. Ognuno è, anche per la Costituzione, libero di esprimersi come meglio ritiene opportuno e di operare le scelte, libero da ogni vincolo di mandato. Ma, da un personaggio così delicato nel suo linguaggio e nel suo comportamento, come è sempre apparso il senatore Bondi, mi sarei aspettato che la sua scelta fosse rimandata di qualche settimana e non giungesse proprio alla vigilia delle tormentate elezioni regionali. Vero che, almeno secondo quanto riporta il sito Openpolis, dall’inizio della attuale legislatura, febbraio 2013, ad oggi i movimenti dei parlamentari, sommando anche quelli che hanno cambiato casacca più di una volta, sono stati circa 250. Quindi il sen.Bondi è in “buona” compagnia ma tutto ciò non modifica la natura del suo comportamento. L’episodio locale è, a mio parere, più semplice e più facilmente comprensibile. Leggiamo su Il Giornale di Vicenza di qualche giorno fa, che i vertici dell’Udc, locale, lasciano i loro incarichi e non aderiscono a Area Popolare, cioè alla coalizione di centro formata appunto da Udc e Ncd.

La giostra delle tasse (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) Le personalità dell’Udc che scelgono di abbandonare il partito sono evidentemente la chiave di volta del’Udc vicentino: Roberto Cavazza e Massimo Pecori, seguiti immediatamente dalla signora Annamaria Cordova, assessore della Giunta Variati, e preceduti dall’ing. Guarda, uni consigliere comunale vicentino che aveva già annunciato la sua candidatura alle Regionali in sostegno della candidata del PD. Quello che manca,stando a quanto riportano i mas media, in questa circostanza, è una qualsiasi motivazione, seppur minima, di ordine politico.

La giostra delle tasse (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Qui si legge solo che “I sottoscritti non intendono aderire e confluire in Area Popolare”- Punto. Due brevi considerazioni. La laconicità di questa dichiarazione lascia il campo aperto a tutte le illazioni possibili e immaginabili. E questo è un errore non di poco conto. Poi vi è l’intervento,successivo, del sentore Antonio De Poli, vicesegretario vicario dell’Udc che, a commento dell’uscita dei vicentini, dichiara (Giornale di Vicenza) “Il percorso politico che l’Udc ha intrapreso con la nascita di Area Popolare segue in modo puntuale la road map sul futuro del partito che venne tracciata nel congresso Udc….

La giostra delle tasse (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Rispetto il dissenso dei singoli e prendo atto che oggi, alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, viene espressa una presa di distanza sulla linea politica del partito stabilita più di un anno fa al congressoLa politica è fatta prima di tutto di coerenza”. Non vi sono commenti da fare solo interrogativi che non hanno bisogno di risposte.

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar