NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Toponimi vicentini

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Toponimi vicentini

Toponimi vicentini (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La roba bea ga i oci, scriveva Parolin in apertura del primo volume. Intendendo dire che la sua volontà è quella di recuperare la memoria dei luoghi dove da ragazzo giocava e lavorava. "Abbiamo progressivamente dimenticato il volto della città, ma non possiamo dimenticare che l’identità di una persona, come di un luogo, si fonda sul passato. Camminiamo, ma non vediamo le case, i portoni, i balconi fioriti. Sembra quasi non interessarci più se la bellezza di un luogo sia rovinata da brutture, insegne, telecamere, scritte pubblicitarie. Il patrimonio ereditato dai nostri padri è prezioso e abbiamo il dovere di conservarlo per trasmetterlo ai nostri figli e nipoti”. Il valore più prezioso è quello del bello, sembra dirci l’autore, e a Vicenza il bello non manca. La ricerca della bellezza è da sempre abbinata a quella dell’armonia e dell’utilità. Delle giuste proporzioni. Lo sapeva bene Andrea Palladio, che a Vicenza ha lasciato nobile traccia della sua arte magistrale, che tutto il mondo ci invidia.

Toponimi vicentini (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Gli antichi costruttori, sostiene Parolin, mettevano in primo piano il piacere degli occhi, la contemplazione della bellezza. Sostare in luoghi belli, facendoli diventare spazi di aggregazione e di ritrovo, era un valore aggiunto che attirava le persone non solo per l’otium, ma anche per il più prosaico negotium. Vicenza oggi mantiene ancora le tracce della sua antica toponomastica, dove la via non a caso è chiamata contrà a sottolineare che l’intera contrada era coinvolta dalla vita che nella strada si sviluppava tra incontri, acquisti e trattative, ma anche semplici chiacchiere tra amici. Lapidi, pitture, scritte, capitelli, vetrine ed insegne sono ancora traccia viva e presente di un passato che rimane e si fonde nell’oggi.

Da sempre curioso e ricercatore di documenti storici su Vicenza, per i suoi scritti ha scelto di accedere alle fonti conservate negli archivi del Comune, della Biblioteca Bertoliana, dell’Archivio di Stato, dove si trovano preziosi documenti utili per riscoprire le nostre radici. Prima della trilogia dedicata ai Toponimi, Parolin aveva curato Giornali Murali, un volume che raccoglieva i manifesti pubblici ritrovati consultando l'archivio storico del Comune di Vicenza. Il libro raccoglie una serie nutrita di documenti storici: dallo Statuto albertino del 1848, primo esempio di costituzione breve, alla proclamazione del Regno d’Italia del 1861 e alla fine della dominazione austriaca in Vicenza nel luglio 1866 proseguendo con le innovazioni che hanno trasformato l’assetto e il quotidiano dei vicentini, utilizzando i relativi proclami e avvisi di riferimento che, a seconda dei casi, recavano l’aquila bicipite, lo scudo sabaudo fino ad arrivare alle insegne cittadine con il consolidamento delle strutture amministrative locali, a cominciare dalla definizione degli organismi deliberativi comunali della Giunta e del Consiglio.

Nella sua veste di accompagnatore, Parolin organizza anche alcune visite guidate con ritrovo alle 9.45. Il 23 maggio appuntamento in piazzetta Palladio per I segreti della Basilica; il 26 maggio al Gaia Caffè di piazza Castello per Il Salone Dalmata; il 31 maggio al cimitero monumentale per I monumenti delle nobili famiglie vicentine. Info: Tel. 339.2768692.

Abbiamo incontrato Parolin dialogando con lui sul nuovo libro.

Toponimi vicentini (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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