NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Adele Pergher e il sogno di poter tornare a casa, sull’Altopiano di Asiago

Raffaella Calgaro ha racchiuso in un libro la storia di una delle tante donne che ha dovuto fuggire a seguito della spedizione punitiva degli austriaci, iniziata il 15 maggio 1916

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Adele Pergher - Profuga, una storia dimenticata

Chi era Adele, strappata agli affetti e alle sue radici cimbre per scappare a Milano sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale? La sua storia, tra le meno conosciute nella pur ampia bibliografia dedicata alla Grande Guerra, è quella di una giovane donna che sogna sempre di tornare a casa, sull'Altopiano di Asiago, dove vive la sua gente e dove c'è tutto il suo mondo. La storia di questa donna in fuga è il tema del libro, e del successivo spettacolo teatrale, Adele Pergher - Profuga, una storia dimenticata (ArchiMedia - Fabio Coluccelli Editore). Scritto da Raffaella Calgaro, insegnante all'Istituto Chilesotti di Thiene, il libro parte da radici vicentine ma si sviluppa e si amplia fino a diventare una storia femminile esemplare valida sotto ogni cielo del mondo. Adele rappresenta infatti tutte le donne realmente esistite che si sono ritrovate a fuggire dall'Altopiano dei Sette Comuni a seguito della Spedizione Punitiva degli austriaci, iniziata il 15 maggio del 1916. Un racconto denso, che si nutre di storie vere per parlare di tutte le vicende di sradicamento a causa delle guerre. Dopo un secolo, in una sorta di denuncia, la storia della profuga getta luce su una vicenda drammatica, vissuta realmente da migliaia di persone che non hanno avuto voce: sono i dimenticati dalla grande storia di un'Italia che molto spesso dimentica, o peggio, ignora, che anche noi siamo stati profughi, non molto tempo fa.

Adele Pergher - Profuga, una storia dimenticata (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Era proprio la montagna il filo conduttore che univa quelle comunità, rendendole simili nella costruzione delle abitazioni fatte di legno e di pietra, nelle feste dalle origini antiche e nella lingua parlata. Gran parte della popolazione non sapeva né leggere né scrivere e il cimbro rimase nel corso dei secoli essenzialmente orale. La fuga e l’abbandono forzato della terra natia ha fratturato lo sviluppo naturale della loro storia. Ma non solo. Evento non previsto, in quanto simbolo per alcuni versi di una guerra non vittoriosa, la profuganza è stata una memoria scomoda, che contrastava nettamente con l’immagine mitizzata del soldato-eroe. Se questa vicenda è stata rimossa dalla storiografia nazionale (non è presente neppure nei manuali scolastici) ancora più impercettibile è giunto sino a noi il ruolo femminile: del grande esodo si è parlato poco o nulla al femminile, come se fosse una faccenda quasi privata o peggio, scontata. Eppure, il dolore della guerra, vissuto al di là della trincea, fu enorme e sconvolse la struttura stessa della famiglia-profuga, disgregandola. La donna iniziò a vivere una sorta di emancipazione che la vide nel ruolo di capofamiglia, costretta ad esternare un potere decisionale senza precedenti. I ruoli tradizionali iniziarono ad entrare in crisi e, a guerra finita, non tutto poté tornare come prima.

Lo spettacolo tratto dal libro - rappresentato qualche settimana fa a palazzo Leoni Montanari di Vicenza, contestualmente alla presentazione del volume - è prodotto da Lessico Armonico per la regia di Elda Olivieri. Ci troviamo nell’ufficio del Prefetto di Milano, al termine del conflitto, Adele è in speranzosa attesa di ricevere i documenti per poter tornare a casa sull’Altopiano. In una sorta di colloquio - soliloquio ripercorre le tappe della sua vita: dalla fuga sui carri con altre centinaia di persone, all’arrivo in treno a Milano; dallo scoppio delle granate, alla ninna nanna cantata sottovoce per addormentare i piccoli; dai ricordi delle belle feste lassù sui monti, alla scoperta del grammofono e del bel canto nella sala della Società Umanitaria a Milano in via Solari. L’iniziale difficoltà di comunicazione, perché, pur avendo studiato l’italiano, parla soprattutto la lingua cimbra, si intreccia proprio con un magico incontro: Ernest Hemingway. Autista barelliere della Croce Rossa americana in Italia, Hemingway soccorrerà Adele subito dopo lo scoppio della fabbrica di munizioni dove aveva trovato lavoro appena arrivata a Milano. Il caso vuole che lei provenga dalla zona dell’altopiano di Asiago dove lui si recherà come inviato, proprio pochi giorni dopo il loro incontro.

Si scambieranno pensieri, sensazioni, ricordi. Lui in seguito le scriverà. Adele, strappata dalle sue radici, dalla sua terra, accoglie con grande coraggio questa forzata emancipazione a cui va incontro. Malgrado l’assenza di suo marito Toni, del quale perde le notizie intorno al 1916, si ritiene comunque una donna fortunata perché ha trovato lavoro e guadagna da vivere per sè e per i suoi figli. Scoprirà anche, durante il ricovero in ospedale, quanto la sua conoscenza delle erbe medicinali sarà utile per portare sollievo alle ferite fisiche e mentali dei reduci di guerra. Infine si accorgerà di come quest’ultima rivelazione abbia tracciato la via del ritorno a casa. Istruita, più forte, più sicura, più determinata, più motivata, Adele desidera fortemente ricostruire la sua vita, rendersi utile e mettere al servizio della sua gente tutta la consapevolezza di donna emancipata del primo novecento. Lo spettacolo è corredato da immagini dell’epoca dal prezioso Archivio storico fotografico Bonomo di Asiago e da immagini della natura dell’altopiano di Asiago di Roberto Costa.

Adele Pergher - Profuga, una storia dimenticata (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale al teatro Millepini di Asiago il 20 marzo scorso per poi approdare al teatro AltaLuce di Milano in aprile e alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano in maggio. Il 24 maggio, data fatidica, alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, è stato presentato il romanzo e subito dopo rappresentato lo spettacolo. L'11 luglio ad Asiago, Piazza II Risorgimento, alle 17.30 ci sarà un'altra presentazione del libro e a Cesuna, Cinema Teatro Andrea Palladio, alle 20.30 sarà proiettato il documentario L’Altipiano delle Meraviglie. Il 23 luglio alle 20.30 a Cesuna, Biblioteca Mario Rigoni Stern, ancora una presentazione del libro.

Ai progetti editoriale e teatrale ne è legato anche un altro di carattere paesaggistico: l'Altopiano delle meraviglie, un viaggio nella profondità della natura dell'Altopiano dei Sette Comuni. Nato dall'amicizia dello scrittore Mario Rigoni Stern con il fotografo naturalista Roberto Costa, l'Altipiano delle Meraviglie è stato prima un libro e oggi è divenuto un film documentario per la regia di Luca Benetti e Fabio Coluccelli. Attraverso la voce appassionata di Elda Olivieri, il filmato presenta una sequenza di immagini e video sullo spettacolo della vita negli angoli più appartati e segreti dell'Altopiano dei Sette Comuni. Un viaggio straordinario alla scoperta dei boschi e della montagna alta con gli occhi di un grande fotografo e le parole di un narratore indimenticabile.

Abbiamo incontrato l'autrice vicentina rivolgendole alcune domande.

Adele Pergher - Profuga, una storia dimenticata (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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