NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Montebello calcio, una partita lunga un secolo

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Montebello calcio, una partita lunga un secolo

Crosara, il suo è stato un lavoro mastodontico e dietro dev'esserci tanta passione per il calcio, ma quanta?
Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Le racconto un aneddoto... le scarpe costavano e noi specialmente d’ estate eravamo in oratorio dall’ alba al tramonto a giocare a calcio. Il mio migliore amico ricevette in regalo dal fratello che lavorava a Roma, alla Lazio, un paio di scarpe da calcio. Mai regalo fu più bello. E Germano, così si chiama il mio amico, un mancino, si tiene la sinistra e a me regala la destra. È fatta, cercavo sempre d calciare con quel piede per salvare la scarpa buona. Un altro momento fortunato, per aiutare la mia passione calcistica successe in terza elementare: una mattina in nostro maestro arriva in classe con un pallone da calcio e lo estrae a sorte per uno di noi... fui io il fortunato a vincerlo. Arrivato a casa feci partecipi i miei e presero buona nota della mia felicità. Da quel giorno la scuola mi divenne più simpatica e studiai di più. Quella palla la consumammo giocando dappertutto. In strada, in campo, dietro al monumento, nel mio cortile dove si bucò cadendo su un palo della recinzione. La festa era finita! Cercai di chiudere quel buco ma inutilmente. Una domenica pomeriggio mi arriva da dietro la schiena un altro pallone nuovo. Lo prendo e corro subito fuori per consegnarlo al proprietario. In strada, di domenica pomeriggio d’estate non c’è neanche un cane, deserto! Di chi è? Torno a casa per chiedere cosa fare ai miei. Sul poggiolo c’era mio padre sorridente, gli faccio vedere il pallone e lui con il capo mi fa cenno di sì...".

Montebello piccola squadra di provincia, eppure leggendo il libro si sente che dietro c'era un mondo...
"Montebello è un paese orgoglioso. Nei primi anni aveva ancora più seguito e tifosi per la novità e probabilmente perché il dopo funzioni pomeridiano, portava in chiesa molte persone che poi andavano ad incitare i nostri. Naturalmente gli entusiasmi sono passeggeri e quando la squadra non funzionava anche il pubblico disertava le partite, ma il nocciolo duro c’era ancora ed era come la brace pronta ad accendersi alla prima soffiata. Purtroppo il Montebello ha sempre sofferto di un male incurabile... la mancanza di schei... che le ha impedito anche di cavalcare categorie maggiori dove era stata promossa. Solo negli ultimi vent’anni è arrivato qualche imprenditore che ha permesso di organizzare la società in modo più solido. Anche ultimamente i cassieri della squadre che ci ospitavano, si sfregavano le mani quando arrivavano i 250/300 orgogliosi tifosi montebellani. Ma non è solo questione di orgoglio: per vari motivi Montebello è un paese di sport e di partecipazione e se la squadra girasse tornerebbero a fare il tifo anche i nostri nonni".

È evidente che per lei il calcio non è solo uno sport... ci racconta allora cos'è?
Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"Dopo quasi una vita trascorsa a praticare e ad insegnare questo meraviglioso sport, ho capito che il calcio, come la società e come il mondo, stava cambiando. Lo sport in generale e il calcio in particolare presentava queste attività più come fonti di guadagno che attività ludiche. Tanti genitori mandavano i ragazzi a giocare al calcio un po’ per liberarsi un po’ nella speranza di poterli vendere a peso. E per prendere soldi dovevano ricoprire i ruoli più pagati. Allenavo un gruppo di ragazzi dagli 8 agli 11 anni e viene una mamma dicendomi che il suo ragazzo fosse più adatto in attacco piuttosto di dove lo facevo giocare io. Un'altra signora mi dice: 'Cosa si potrebbe prendere se io portassi il mio bambino in una società più importante? I papà erano più concreti, venivano a protestare perché il figlio aveva giocato 18 minuti mentre il figlio di Tony ne aveva giocati 22... Allenarsi diventava uno stress, entravi negli spogliatoi e nessuno ti salutava, qualcuno era alle prese con il panino, altri con il cellulare. Poi andavi a casa e sentivi del calcio scommesse, delle partite truccate. In compenso mi sono rimasti i saluti dei miei vecchi ragazzi ogni volta che ci si incontra. Mi si è avvicina un mio allievo, oggi libero professionista in città. Stringendomi la mano mi dice 'Grazie Ernesto, complimenti per il libro, ma soprattutto perché per noi sei stato un papà. Ci hai insegnato a giocare bene, ma anche ad andare d’accordo, ad avere rispetto per tutti, a vivere onestamente".

Lei ha conosciuto un calcio fatto di valori che oggi si sono perduti. Qual è il suo pensiero?
Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"Dal 2005 con Calciopoli che ha coinvolto società di primo interesse, con partite truccate e telefonate intercettate e di quanti interessi ci fossero sotto ho ripensato molto al mio rapporto con il calcio. Aveva perso il suo valore, forse era meglio leggere un buon libro, era più salutare ed educativo. Mi risulta difficile parlare di questo argomento, di persone che si prendono gioco di noi e che continueranno a farlo non appena si ritroveranno a cavallo. D’ altro canto viviamo in un mondo in cui i valori umani sono diventati un optional a pagamento, un mondo che trasuda soldi. Mi ricordo i tempi di tutto il calcio minuto per minuto, in cui tutte le partite, fino all’ ultima giornata, venivano giocate allo stesso orario, non solo allo stesso minuto ma allo stesso secondo per evitare combine. Oggi si gioca a mezzogiorno, al sabato, la domenica sera, il lunedì. E poi ci sono troppi stranieri, troppo pochi sono i giovani italiani che emergono. Pochi sono i vivai e quando è ora di mettere in campo la nazionale, specialmente se Under, ci troviamo in mutande...".

Un’ opinione sul Vicenza. Stagione sorprendente culminata con la delusione finale: come vede il futuro?
"Per il Vicenza è stata una stagione fantastica. Penso fossero in pochi all’inizio che abbiano indovinato come sarebbe andata, anche se la festa purtroppo è stata rinviata. Ma anche successivamente con il ripescaggio e con la squadra approntata per quel campionato, penso siano state più grandi le paure che la gioia di quella inaspettata promozione. Non conoscevo molto Marino, invece probabilmente è arrivato con la giusta determinazione ed è riuscito a dare ai ragazzi la sua voglia di sfruttare questa novità. Per il futuro spero ancora in un campionato d’avanguardia. La squadra parte con una certa compattezza acquistata lo scorso anno, ma dipenderà dall'approccio: se scende in campo con la convinzione, la grinta, la determinazione dello scorso anno, l’orizzonte diventa azzurro. Al contrario se le prime partite sono negative, subentrano nei giocatori sconforto e paura di non essere più una sorpresa ma di essere conosciuti e affrontati adeguatamente".

 

nr. 29 anno XX del 25 luglio 2015

Montebello calcio, una partita lunga un secolo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar