NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Coltivare la vite è coltivare il paesaggio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Coltivare la vite è coltivare il paesaggio

Com'è nata l'idea di questo volume così originale?
"È stata una gestazione piuttosto travagliata perché come al solito di questi tempi trovare editori è impresa quasi impossibile. Ci sono stati quindi momenti di grande fretta perché tutto sembrava urgente e poi dall’altro canto piatta assoluta perché l’iniziativa si spegneva per vari motivi. Quindi un libro nato con continui “stop and go” che non hanno certamente favorito il lavoro. Alla fine il merito va soprattutto ai due autori Moriani e Tomasi che hanno trovato le strade giuste per portare a termine il tutto".

Coltivare la vite è coltivare il paesaggio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Che soggetto è il vino (e la vigna) per un fotografo esperto come lei?
"Con quello che è successo – positivamente - in Veneto, con la coltivazione della vigna e tutto il suo corollario è stato un vero piacere affrontare l’argomento. Molto della visione del paesaggio è quasi totalmente cambiata, e raramente in peggio. Questo dovuto alle geometrie sempre perfette che esige l’architettura della vigna e l’attenzione dei produttori a migliorare anche tutto l’ambiente circostante perché, è importante fare del vino eccellente ma, altrettanto se non di più avere un paesaggio suggestivo che alla fine diventa il marchio di un territorio e l’unico alla fine che il visitatore ricorderà molto più a lungo di un buon bicchiere di vino".

Qual è a suo avviso la "grande bellezza" del territorio Veneto?
"All’epoca di Goethe, che amava molto il Veneto, si riteneva che quello veneto fosse il più bel paesaggio del mondo. In realtà, non era per nulla una esagerazione, perché il Veneto racchiude dentro i suoi confini una varietà paesaggistica che non trova riscontri in nessun altro luogo se non prendendo a confronto un intero continente. Purtroppo però, questo piccolo continente negli anni del “boom” economico ha subito danni irreparabili dalle Dolomiti al mare. Non tutto però è andato perduto e con un minimo di pazienza e con la voglia di voler guardare i luoghi di eccellenza ci sono ancora e, la grande bellezza, come la chiama lei, la ritroviamo soprattutto nei territori collinari dove la cultura del capannone ha fatto meno danni".

Fotografare paesaggi diversi è stato una sorta di viaggio? Cosa le è rimasto?
"Per me partire, qualsiasi sia la meta lontana o vicina, è già fonte di grande soddisfazione. Aver battuto in lungo e in largo e dall’alto il mondo della vigna è stato una esperienza straordinaria che, contrariamente al viaggio esotico mordi e fuggi di 10/15 giorni, mi ha riempito il cuore e la mente di momenti indimenticabili a causa della lunga e approfondita frequentazione di situazioni uniche".

Coltivare la vite è coltivare il paesaggio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Pensa che il settore vinicolo possa fare da traino per un turismo gastronomico?
"Non c’è il benché minimo dubbio che il settore vinicolo sarà il traino principale del turismo "tout court” e specialmente gastronomico con vantaggi molteplici per i settori più svariati - moda, alberghiero, design - perché il turista gira e vede. Ma, attenzione, perché in futuro non sarà la grande bravura a produrre vini superiori - e con il tempo ci arriveranno anche i cinesi - che ci farà mantenere la supremazia, ma sarà il nostro paesaggio che gli altri non hanno".

Cesare Gerolimetto, bassanese, viaggiatore e fotografo, ha compiuto lunghi e rischiosi raid automobilistici trans-continentali in Africa e Asia senza macchina fotografica. Nel 1976, alla vigilia del suo raid più impegnativo (il giro del mondo in camion, riconosciuto poi dal Guinness book of Records come il primo e il più lungo giro del mondo: due anni e sette mesi, per un totale di 184000 Km) comprende quanto importante sarebbe stato documentare anche dal punto di vista fotografico il viaggio. Così la fotografia irrompe nella sua vita. Dal 1984 diventa la sua scelta professione esclusiva. Oggi collabora con le più importanti riviste nazionali ed estere ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni: New York, San Francisco, Israele, Il giardino Veneto, Veneto l'immagine dell'anima, Il paesaggio veneto, Roma, Venezia Plaga Felix. Numerose le mostre personali (Salisburgo, Innsbruck, Cortina, Belluno, Cremona, Trento) e anche le proiezioni dei suoi documentari in tutta Italia. Ha tenuto corsi di fotografia a Spilimbergo, Belluno, Montebelluna, e Bassano anche se afferma di non possedere, essendo autodidatta, basi abbastanza solide per insegnare.

 

nr. 38 anno XX del 24 ottobre 2015

Coltivare la vite è coltivare il paesaggio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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