NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Il sassofonista che ha fatto impazzire piazza dei Signori

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Napoli Trip

Fin dai suoi esordi lei è impegnato nella denuncia sociale, dai tempi del gruppo operaio dell’Alfasud, gli È Zezi con Marcello Colasurdo. Negli anni ’80 chi ascoltava musica di protesta si identificava con quelle problematiche, chi ascoltava la New Wave si riconosceva in determinate correnti letterarie. Come mai oggi in Italia non ci sono correnti musicali che attecchiscono anche sul piano culturale? È la gente che si è talmente differenziata oppure si sono impoveriti i contenuti?

“Non mi sembra nemmeno questo: io trovo che ci siano moltissimi gruppi e realtà a partire da quella dell’Hip Hop, per esempio, che continua a portare contenuti nei testi e, d’altronde, anche realtà cantautoriali spesso hanno da dire. Ovviamente chi fa l’artista non è che vive fuori dal mondo".

Però non c’è più una corrente.

“Ma c’è una situazione politica che è molto più difficile di quella di 20-40 anni fa e quindi ne risente anche la musica. non c’è più una situazione di conflitto sociale realmente organizzato, realmente forte e automaticamente anche le arti in genere risentono di questo".

Napoli Trip (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Capitan Capitone, è un concept album ispirato a Ulisse e all’Odissea che però finisce in maniera diversa: Ulisse approda in Giamaica. È tutto molto ironico e goliardico, avete coinvolto il cabarettista Gino Fastidio, ma ci sono dei momenti di molta dolcezza e malinconia romantica, un po’amara, come nelle canzoni “L’amore o’ vero” con Gnut, oppure “Bambolina”che riprende la canzone “Bammenella” di Raffaele Viviani. Come, perché voi napoletani riuscite a far ridere in maniera atroce, feroce e veramente corrosiva di tutto e allo stesso tempo a essere di una delicatezza evanescente, profonda, commovente?

“Penso che sia una cosa che appartiene un po’ a tutti i Sud del mondo, perché è lo stesso per quella che è la canzone popolare brasiliana o sudamericana, ma anche testi di canzoni africane hanno questo tipo di rapporto molto strano tra l’allegria, la tristezza tra la vita e la morte e forse ci appartiene. Però questo te lo dico semplicemente perché non conosco benissimo, diciamo, il repertorio popolare bergamasco! Può darsi che anche lì ci sia questo tipo di mood insomma".

Su “Il Mattino” il disco viene definito “Newpolitan sound”. Ha coinvolto 60 musicisti di tutte le migliori band napoletane. C’è da sempre un po’ la diatriba che se i contenuti sono in napoletano non si capiscono, anche a teatro spesso c’è chi si lamenta…

“…Eduardo però se lo vedono e se lo continuano a vedere…”.

Sì però alcuni si lamentano. Perché nessuno si lamenta se una canzone è in inglese o addirittura altre lingue come gli inflazionatissimi Sigur Ros? Jonsi canta in islandese però i dischi se li comprano.

Napoli Trip (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)“Ma infatti si sentono i Sigur Ros che hanno inventato una lingua che non esiste. Io penso che la canzone napoletana e il dialetto napoletano o lingua ( a me piace dire “dialetto” perché ha più a che vedere con il popolo che con l’accademia, non vorrei mai che si dovesse fare gli esami di napoletano, sarebbe una cosa terribile) che pure se vai a Tokyo la gente sa “…o’ paese d’ o’ sole…”senza capire bene cosa sta cantando. Anche io quando sento un blues, non conosco bene l’inglese ma percepisco il mood generale, anche se sento una canzone in occitano, se mi piace casomai mi informo del perché e di cosa sta dicendo. Ma l’esperanto non è diffuso quindi ognuno si tiene il suo linguaggio".

Quindi lei dice che il messaggio viene comunque veicolato, poi se uno è interessato se lo va a cercare.

“Assolutamente si”.

Negli anni ’90 la scena rock italiana era movimentatissima. Le città di riferimento erano Milano e Torino con l’elettronica e rock di Subsonica, Bluvertigo, Marlene Kuntz, Afterhours; Roma con Gazzè, Fabi, Silvestri o gli sciolti Elettrojoyce. A Napoli c’erano le posse, tutta una scena rap e hip hop incredibile che sfruttava la tradizione che ha creato un genere nuovo che si era un po’ perso e che ora sta tornando. Oggi c’è un nuovo fermento?

“Sicuramente c’è un grosso fermento a Napoli e Capitan Capitone voleva fotografare la situazione e dare la possibilità a chi non ci vive di sentire il panorama musicale a Napoli, tenendo fuori tantissime cose. Napoli è una città grandissima, un sacco di gente suona e canta, potevo fare un’enciclopedia della musica napoletana oggi".

Lei anni fa ha fatto un’invettiva contro Saviano. Gomorra è un successo planetario, un prodotto eccellente che sfrutta la cronaca. Ultimamente anche il servizio delle Iene sui boss teen agers ha fatto discutere. Non è un dovere indagare e informare su questi fenomeni?

“Informare si, disinformare no: raccontare che ci stanno containers pieni di cadaveri di cinesi surgelati è disinformare perché non sono cose vere. Ne abbiamo già parecchie di brutture, diventa inutile raccontare cose che non esistono. Quando uno ha delle informazioni sul serio va alla Procura della Repubblica e fa una denuncia e in ogni caso la questione di come informare la gente su certe cose non passa attraverso la spettacolarizzazione".

Perché no? Il teatro civile…

“Il teatro civile lascia il tempo che trova, in ogni caso chi è camorrista sta ai piani alti non bazzica sulle moto da 30 lire, quelli sono i manovali, i soldatini".

Però il fenomeno- Gomorra ha comunque creato del buono: ci sono nuovi teatri e giovani che fanno teatro.

“La gente va a teatro perché gli piace il teatro, non perché c’è stato Gomorra".



nr. 18 anno XX del 14 maggio 2016

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar