NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dal gelo all’Olimpico

Ospite delle Settimane musicali il violinista cinese Dan Zhu, il primo ad esibirsi in una base al Polo Sud, applaudita la sua esibizione sulla scena di Tebe

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Dan Zhu

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

Dan Zhu (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il Festival di musica classica Settimane Musicali al Teatro Olimpico ha ospitato in prima nazionale il violinista cinese Dan Zhu che si è esibito, accompagnato al piano da Oliver Triendl, in 3 pièce: la Sonata in Mi bemolle maggiore op.18 di Richard Strauss, le Tre Fantasie dell’autore contemporaneo cinese Bright Sheng e la Sonata in La maggiore di César Franck. Giovane star internazionale della musica classica Dan Zhu ha esordito a 9 anni in Cina e a 18 alla Carnagie Hall di New York con il concerto per violino di Tchaikovsky. È stato il primo violinista a suonare in una base al Polo Sud. Dan Zhu suona un violino Carlo Antonio Testore del 1763 prestito della Fondazione Alexis Gregory.

 

Dan Zhu (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In questo concerto abbiamo ascoltato alcuni brani di musica classica della fine dell’ ‘800 di Richard Strauss e César Franck e, per la prima volta in Italia, 3 brani composti nel 2006 da un compositore contemporaneo cinese, Bright Sheng, che scrive musiche per film, teatro e danza e che ha studiato con Leonard Bernstein.

Dan Zhu: “Esatto, lui è stato un prodigio di Bernstein quando si trasferì a New York nei primi anni ’80 ed era appena laureato".

Come è stato deciso questo programma?

“L’ho selezionato io: sono in tournèe e ho diversi programmi, questo è uno di quelli della mia stagione. Il motivo per cui l’ho scelto è che sia Strauss che Franck sono entrambi dei grandi maestri della musica tardo romantica ma la cosa molto interessante è che Strauss scrive questa sonata per violino quando ha solo 23 anni , appena laureato, nel 1887, e César Franck scrive la sua quando è già anziano, nel 1886, 4 anni prima di morire. Queste due sonate hanno un solo anno di differenza ma rappresentano due parti completamente diverse della vita dei due compositori: Franck è un musicista affermato e riconosciuto, una figura di spicco della musica francese, sebbene sia belga, ma è uno dei padri della scuola tardo impressionista francese, e molti come Vincent D’Indy, Debussy e altri hanno subito la sua influenza. Questa sonata è forse la più importante e conosciuta delle sue opere ed è stata scritta per Eugène Ysaÿe, uno dei più importanti violinisti della fine del XIX inizi XX secolo, anche lui belga, e per il repertorio violinistico è una delle opere principali. Per me quest’opera rappresenta la vita dell’autore già nei primi 3 movimenti: iI 1° è come un sogno, il 2° è più plateale e turbolento, il 3° è intitolato “Fantasia” e forse rappresenta la predizione della morte che sta per avvenire e lo si può sentire molto nel dialogo tra violino e pianoforte, e poi l’ultimo che prende un giro diverso e forse la storia più famosa di questa pièce è che fu un regalo di nozze per il giovane Ysaÿe che aveva quasi 30 anni. Quella di Strauss, come dicevo, è una delle prime opere che lui scrive prima di diventare molto famoso, più avanti, quando si focalizzerà principalmente sulla lirica, sui poemi sinfonici e opere più grandi ma le sonate, i concerti e la musica da camera sono proprio dei primi anni. Era molto giovane, pieno di passione e innamorato della sua futura moglie, un famoso soprano, Pauline De Ahna, e questa pièce è già piena di idee romantiche, melodie e cose come vocalizzi o tonalità perché era già ispirato da lei, per la quale scriverà poi opere importanti come “Der Rosenkavalier” o “Salomè” però, sebbene non abbia ancora scritto lirica, in questa sonata si può sentire che c’è già una grande idea di musica vocale che sono una firma che lui usa con toni eroici e appassionati".

Dan Zhu (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La musica europea che abbiamo ascoltato è musica assoluta, quella di Bright Sheng è ispirata alla tradizione folk lorica cinese e in qualche modo ci racconta una storia. La musica astratta può coinvolgere lo spettatore tanto quanto la musica a programma, più facile per il pubblico, come mai?

“Penso che la buona musica di qualsiasi periodo o stile abbia una storia importante ed efficace da raccontare anche se molto semplice, e il modo dell’espressione musicale è già di per sé uno storytelling: anche la musica più astratta può avere una storia magnifica. La musica a programma è più facile che coinvolga il pubblico perché ha delle linee melodiche più chiare e i temi hanno sempre catturato il cuore della gente, così come le armonie che cambiano struttura e progressione in modo chiaro. Penso che, in effetti, forse, Birght Sheng è proprio nuovo al pubblico di ieri ma penso che abbia una storia molto profonda da raccontare: già nei titoli di ogni movimento è già detto molto ma di certo se uno non ha esperienza di questa cultura risulta molto nuovo. Penso che siano storie che si possono immaginare come film, come un paesaggio, uno scenario, il modo un cui la gente vede questa parte di mondo; nella parte rurale della Cina, quella occidentale, c’è un mix di culture etniche molto colorato e interessante. Tutti conoscono la Via della Seta, un passaggio attraverso una mescolanza di culture dal cuore della Cina portate in Europa. Quindi ho voluto portare queste pièce perché questo mix con musica europea del XIX secolo, le due sonate e la Fantasia ( di Bright Sheng ndr) sono state scritte in periodi completamente diversi ma l’essere umano condivide sempre le stesse passioni e amore e penso che per la gente di oggi sia molto importante riconoscere ed essere consapevole di questo perché aiuta a risolvere molti problemi. Penso che questa pièce rappresenti un ponte, perché è del 2006 ma è scritta con elementi e influenze di musica etnica antica dal Tibet, Kazakistan, Mongolia, tutte civiltà e culture molto antiche ed importanti che volevo presentare al pubblico che magari è rimasto affascinato da qualcosa di nuovo ma al tempo stesso antico".

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