NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dal gelo all’Olimpico

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Dan Zhu

Eravamo tutti molto contenti di questa scelta perché non era solo ciò che siamo abituati a sentire ma anche qualcosa di nuovo, interessante e molto bello.

“Sono felice di sentirlo perché penso che il pubblico occidentale quando sente parlare di musica cinese pensi principalmente alla lirica; questa è una pièce davvero recente ma ci sono anche cose più vecchie che sono rappresentative della musica , esiste questa varietà e versatilità e voglio presentare questa cultura diversa al pubblico europeo".

Dan Zhu (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A quando risale il primo impatto tra musica cinese ed europea? Quanto la cultura occidentale ha influenzato e magari rivoluzionato la tradizione musicale cinese?

“Fino alla fine del XIX secolo la Cina è rimasta chiusa nella propria musica sebbene ci fossero mercanti e missionari che venivano in Cina e credo che ci siano tracce di musica religiosa degli inizi del XVI secolo, con i portoghesi, in piccole comunità. L’influenza maggiore avviene alla fine del XIX secolo e nel XX quando la Cina ha cominciato ad aprirsi e molti musicisti europei vennero a suonare. Tra le due guerre mondiali molti cittadini europei emigrarono verso est, specialmente le comunità ebraiche, si stabilirono in grandi comunità con le loro orchestre locali con violinisti che vennero a tenere concerti negli anni ‘30 come Fritz Kreisler o Jascha Heifetz. Però penso che forse sia stata più la musica cinese a influenzare l’Occidente, ancor prima che l’Occidente stesso arrivasse, per esempio compositori come Debussy o Saint-Saëns. “

Madame Butterfly di Puccini.

“Esatto, questo è un ottimo esempio. C’era già molto interesse, l’Europa era ansiosa di scoprire il mondo, erano molto chiusi e volevano cercare un modo per spezzare tutto e ed entrare in contatto anche semplicemente per divertirsi“.

So che i cinesi amano molto la lirica italiana, quali sono le opere preferite?

“Tra la gente comune quelle più famose sono Traviata e Butterfly, ma se chiedi a gente un po’ più esperta probabilmente ti diranno Tosca. La mia preferita è Norma, e certamente mi piacciono molto Tosca e Traviata. La lirica negli ultimi anni, in Cina, ha guadagnato molta popolarità perché penso che la cultura cinese e quella italiana siano molto importanti nel mondo della lirica e anche se hanno stili, drammaturgie e teatralità molto diverse ci sono molte similitudini".

Non è la prima volta che vieni in Italia ma la prima al Teatro Olimpico, dicci le tue impressioni.

“Forse il più unico dei palcoscenici. Prima di venire qui ne ho sentito tanto parlare e stare lì con questo concerto è stato travolgente, senti proprio che stai camminando dentro la storia e te ne senti parte, non mi sembrava nemmeno di stare su un palco ma sul palco di una grande civiltà. È un’energia che ti prende e ti ci porta dentro".

Quindi ti sentivi parte del teatro: anche se avevi la prospettiva alle tue spalle ti sei sentito travolto.

“Certamente, non si può ignorare che è lì da 5 secoli ed è difficile da spiegare a parole ma ti travolge senza portarti via energia ma ti dà un grande sostegno e incentivo".

Dan Zhu (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ho visto che sulla home del tuo profilo Twitter c’è una foto in cui suoni vicino a degli iceberg, dov’eri?

“Antartide! Era un concerto di un’organizzazione ambientalista chiamata Antarctica Forum formata da scienziati, intellettuali e diplomatici e come musicista sono stato invitato a far parte di questo gruppo. Sono stato nel 2013, due volte, documentavano la vita e le attività al Polo Sud e la bellezza della natura è veramente l’ultima terra del pianeta che rimane così com’è. È stata una grande lezione di rispetto per ciò che è la vita selvaggia in questo continente".

E come si collega la musica classica con un ambiente così selvaggio?

“Credo che tutta la buona musica e le arti più belle debbano arrivare nel modo più naturale possibile. Credo che la natura e l’universo siano così potenti che danno agli artisti l’ispirazione e la motivazione a creare qualcosa di bello. È importante focalizzarsi sulle partiture e i dettagli che creano cose belle e importanti ma spesso ci dimentichiamo che la natura e la Terra nella sua essenza originaria sono la cosa più bella e potente, anche superficialmente: gli iceberg, l’oceano, il cielo azzurro, poche cose che dimentichiamo perché siamo presi dagli impegni quotidiani della città. La bellezza del pianeta non si basa sulle automobili o su tutte le meraviglie della meccanica. Apprezzare la bellezza della pura natura nel mondo, e non solo preservarla, può prolungare la vita per molte generazioni".



nr. 25 anno XX del 2 luglio 2016

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