NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Danza e canto, la magia dell’Olimpico

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Danza e canto, la magia dell’Olimpico

All’inizio dello spettacolo ci sono dei titoli di testa, con i credits degli attori e dei personaggi, come nei film. È una cosa che di solito a teatro non si fa: è importante il cinema per lei? Succede normalmente nel vostro teatro oppure è una licenza che lei si è concesso, come se fosse un film?

“In realtà non abbiamo avuto una grande influenza da parte del cinema, abbiamo cercato in tutti i modi di far comprendere al pubblico il fatto storico. Siccome ricorre l’anniversario dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Giappone e Italia allora abbiamo pensato di prendere lo spunto dal fatto storico di molto tempo fa, la prima ambasceria che è venuta dal Giappone in Europa. Questa tournèe si conclude a Vicenza dove c’è proprio l’affresco in teatro e per questo, prima di fare lo spettacolo, come avete visto, abbiamo fatto una conferenza per raccontare e approfondire la conoscenza e poi anche i sopratitoli per rendere più facile a tutto il pubblico presente. Questa è una pièce originale che viene presentata in prima mondiale e ho fatto tutto io: costumi, regia, composizione musicale, e volevo far capire nel miglior modo possibile”.

Quindi far capire anche chi è che interpreta.

Danza e canto, la magia dell’Olimpico (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Naturalmente”.

Un’altra cosa particolare è che ha lasciato la cavea illuminata. Di solito, almeno per noi in Occidente, la luce rimane solo sul palco, la sala rimane al buio. Come mai ha lasciato il pubblico illuminato?

“Normalmente, nella rappresentazione di teatro Noh, non c’è un particolare cambiamento della luce quindi il palcoscenico e la sala rimangono sempre illuminati, per noi è normale, è il nostro modo così. Poi, in questa serata, alla fine, sono usciti sul palcoscenico. Normalmente non fanno mai il saluto: finito lo spettacolo, è finito, non vengono a prendere l’applauso, quindi è stata un’eccezione”.

Riguardo al testo, c’è tutta la parte musicale e del viaggio dei ragazzi in cui è tutto molto scarno: la musica è molto semplice e il testo è molto profondo, essenziale e spirituale, sembra quasi un’invocazione religiosa. Il testo è molto poetico: mette in dialogo i personaggi con gli elementi naturali, quindi i ragazzi, il papa che li accoglie, il mare, il cielo, la luna e il vento. In Giappone c’è ancora oggi un rapporto con la natura che magari influenza il modo di fare arte e teatro? Alla gente piace sentir parlare di natura a teatro?

“Il teatro Noh in realtà, originariamente (e ancora oggi), si fa all’aperto per cui mentre si recita si sentono tanti elementi naturali quindi per loro è normale e molto legato alla natura. Poi ci sono tanti modi di fare arte oggigiorno in Giappone: noi che lavoriamo col teatro siamo profondamente legati agli elementi naturali. In questo caso si tratta di una prima assoluta, ho scritto io il testo: io pratico la poesia giapponese waka, formata da 5 sillabe, 7 sillabe e di nuovo 5 sillabe, così anche per i musicisti e gli attori che devono imparare la nuova pièce è più facile lavorare insieme”.

I costumi del teatro Noh sono molto ricchi poiché devono compensare una scenografia molto semplice. Qui abbiamo una scenografia molto ricca e costumi più semplici.

“Sui costumi è vero, c’è già la scenografia in questo spazio però, in realtà, non è stato preso in considerazione il fatto di avere questo palcoscenico molto speciale: ho disegnato i costumi pensando al personaggio e siccome c’erano 3 attori del teatro Noh e due del teatro Kyogen, che ha un suo modo di vestizione, diverso dal Noh, quindi ho messo insieme: l’attore principale, detto shite, l’ho vestito in questo modo molto ricco e per gli altri ho fatto molta attenzione ai colori, rosso, verde e bianco; questi 3 colori spesso vengono usati in Giappone in altre creazioni però, naturalmente, in questo caso, per fare il debutto in Italia, ho pensato anche a questo”. 



nr. 34 anno XX del 1 ottobre 2016

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