NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Grande Guerra
due comuni insieme

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Grande Guerra

Vicenza e Bassano insieme in un progetto che recupera la nostra storia: sinergia vincente?

Grande Guerra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Certo... Vicenza e Bassano sono due città che sono state considerate dagli storici due "piccole capitali" del conflitto, che con ruoli e tempi diversi hanno determinato le sorti della guerra. Due città che possiedono importanti raccolte memoriali di quel tempo e istituzioni di prestigio nel panorama museale nazionale, che non potevano – soprattutto in occasione dell'anniversario del conflitto – non trovare delle forme di significativa collaborazione non solo dal punto di vista degli studi e delle ricerche, ma anche dal punto di vista espositivo. Si stanno concretizzando con due mostre davvero importanti per il territorio vicentino".

Che significato ha per il nostro territorio il Centenario?

"Un significato determinante, non solo nelle condotte militari, perchè nel gioco delle complesse e talora contraddittorie vicende che caratterizzarono il corso della Prima guerra mondiale sul fronte italiano, il territorio vicentino costituì senza dubbio per caratteristiche geografiche, per valore strategico e soprattutto per le ripercussioni morali e psicologiche degli avvenimenti, un settore di primaria importanza tale da condizionare ad un certo momento lo svolgimento dell'intero conflitto. Questo contesto fu l'unico dell'itera fronte a subire, costantemente e ininterrottamente per tutti i 41 mesi del conflitto, le sorti di uno stato di belligeranza culminati con la grandiosa "Offensiva di Primavera" meglio nota come Strafexpedition, scatenata dagli austroungarici nel maggio del 1916 lungo il vertice del saliente trentino fra il corso dell'Adige a occidente e quello del Brenta a levante. Si trattò probabilmente della più grande battaglia che si sia mai combattuta in montagna e del tentativo militarmente più importante, se si prescinde dalla disperata offensiva del 1918, compiuto dall'Impero Asburgico di stroncare definitivamente l'Esercito Italiano".

Ritiene sia giusto dopo un secolo ricordare un avvenimento così tragico e per quali motivi?

Grande Guerra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Non solo è giusto, ma è doveroso. Trattandosi di uno degli avvenimenti più tragicamente importanti per la storia dell'umanità, che ha visto coinvolta la provincia di Vicenza non solo dal punto di vista militare ma anche per aspetti logistici, medico-sanitari, sociali - basti pensare alla tragedia del "profugato" - le testimonianze che questo territorio ancora conserva di quello che è stato definito il "suicidio d'Europa" rappresentano ancora un valore cruciale nel processo di formazione del nostro Paese. Perchè la memoria della Grande Guerra è quanto di più nostro si possa possedere, e qualora la sua trasmissione, il passaggio della testimonianza, il rituale del ricordo non vengano continuamente riproposti nei grandi accadimenti della nostra storia, perderemmo informazioni e valori importanti per la nostra civiltà".

Le foto di Francesconi sono molto esplicite... volevate impressionare o solo rievocare?

"Non c'è alcun intento rievocativo nella mostra, solo la volontà di presentare quell'avvenimento attraverso frammenti di oggetti utilizzati durante il primo conflitto mondiale, restituiti al contemporaneo con una straordinaria sensibilità, con un'armonia e una bellezza che inducano a meditazioni e riflessioni profondi sugli errori-orrori della guerra. Quella memoria che ha indelebilmente marchiato i luoghi teatro del conflitto ha, come dicevo, continuamente bisogno di essere rielaborata e trasmessa; anche dagli artisti, dalla loro passione e dal loro bisogno di ricordare".

Un cenno all'indotto: eventi come questi aiutano anche il turismo e l'economia?

Grande Guerra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Non so se questa mostra possa aiutare il turismo e più in generale l'economia.... Certo che nel processo di valorizzazione della memoria e dei luoghi della Grande Guerra, il concetto di patrimonio culturale deve essere vissuto come affrancamento progressivo da logiche di mercato di un turismo dei luoghi reinventati, e come altrettanto progressivo allargamento a logiche di autenticità dell'esperienza di visita di questo straordinario patrimonio culturale. Alla base di questo cosiddetto "turismo dei luoghi di guerra" può e deve esserci una pietas sconfinata ed è quello che abbiamo tentato di dire con questa mostra, dalla quale emerge un senso e un messaggio di humanitas che hanno saputo comprendere e rappresentare come poche altre volte i temi della tragica modernità della guerra".

 

nr. 39 anno XXI del 5 novembre 2016

Grande Guerra (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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