NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Fiore di Cactus

Commedia degli equivoci

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Fiore di Cactus

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

Fiore di Cactus (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Questa settimana a Thiene e a Noventaè andata in scena la commedia brillante di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy “Fiore di Cactus” prodotta da Theama Teatro, diretta da Pergiorgio Piccoli e Aristide Genovese entrambi in scena con tutta la compagnia e con Benedicta Boccoli e Maximilan Nisi. Un giovane dentista (Nisi) fa credere alla propria ragazza, perché non si leghi troppo a lui, di essere sposato con tre figli, in realtà lui è scapolo. Quando sarà il momento di inscenare un finto divorzio l'uomo chiederà alla sua segretaria, segretamente innamorata di lui ( Boccoli), di reggergli il gioco fingendosi la fantomatica moglie. La pièce verrà replicata al Comunale di Vicenza il 31 dicembre. Info www.theama.it e www.tcvi.it



La commedia è originariamente scritta per il teatro è diventata famosa con un film del ‘69 con Ingrid Bergman, Walter Matthau, che fa la parte del medico che tu interpreti e Goldie Hawn, in quella della fidanzata, che vinse l’Oscar. Nel film il ritmo è decisamente più lento. Rispetto al film e al testo, quali altre modifiche ha fatto Piergiorgio Piccoli?

Maximilian Nisi: “Nel film Walter Mattahu, grandissimo attore, si trascina un po’ il personaggio addosso: il ruolo è scritto per un attore sui 40 anni come me, è un donnaiolo un po’ scavezzacollo che non ha voglia di impegnarsi. Il testo teatrale è ancora più lungo e l’ultima scena non è solo con due personaggi, come è stata risolta qui e nel film, ma con tutti, ha un finale abbastanza acceso; si è scelto di dare un retrogusto sentimentale. Rispetta le ambientazioni e gli spazi,è il giusto connubio tra l’opera teatrale e il film”.

È una commedia degli equivoci molto classica il cui elemento portante è la tendenza del tuo personaggio a dire bugie e mettere in piedi situazioni ingannevoli con la complicità degli amici. Questo tipo di schema ricorre spesso nel teatro, soprattutto nell’opera lirica. Come mai una caratteristica tanto antipatica come la menzogna rimane una chiave comica che continua a funzionare anche dopo secoli?

Fiore di Cactus (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Le bugie sono direttamente proporzionali alla follia dei personaggi, questo è molto ego riferito e completamente assurdo. Il pubblico è felice quando si riconosce nei personaggi e non possiamo che riconoscerci nella bugia che sia bianca o nera, bianca nel senso delle omissioni, che sai che possono dispiacere a una persona, una cosa a che non viene detta, se so che a te dispiace che io possa tornare di notte con la macchina ti dico che mi sono fermato a dormire in albergo; bugie che si dicono alla mamma o alla fidanzata. Poi il meccanismo comico che si innesca è quando il pubblico sa più cose dei personaggi".

In 40 anni il gusto e la sensibilità del pubblico sono molto cambiati. Come è cambiata la comicità che sorregge una commedia?

Questa è una commedia che vive da 50 anni ed è ancora uno dei più grandi successi. La cattiva televisione ha creato un po’ il dis-gusto del pubblico: si pensa che per far ridere si debba essere eccessivi. Si può far ridere con grande misura e intelligenza, fidandosi di questi autori che hanno scritto delle cose veramente ben scritte. Chi pensa che il testo sia un canovaccio per improvvisare e i portare una risata in più credo che non faccia un buon servizio né al testo né allo spettacolo e nemmeno al teatro. PG Piccoli è una persona che io considero un grandissimo artigiano del teatro,lo conosco da davvero tanto tempo e a volte, in scena, lui si concede un margine di improvvisazione che però è misurata e consona".

Tu hai lavorato con Strehler e Ronconi. Cosa lasciano oggi a chi non li ha conosciuti?

Non credo di avere il verbo assoluto e ho avuto la fortuna di avere i due insegnanti più importanti del ‘900, antitetici tra loro, e con necessità artistiche differenti che non erano mai casuali e che erano approfondite: tutti gli elementi artistici, musica, testo,luci, scenografia, coreografia, dovevano convergere in un’unica direzione. Adesso c’è una dissociazione deleteria: spesso chi deve fare la scenografia non ha letto il testo, persone che non sono coordinate. Altri riferimenti che ho avuto sono stati Vasiliev, Sandro Sequi, Terzopoulos, che mi hanno stimolato moltissimo. Con Strehler abbiamo fatto più ore di movimento fisico che di interpretazione: per lui era fondamentale l’utilizzo del corpo, in continuo movimento. Oggi questo elemento è molto desueto: all’estero gli attori italiani vengono considerati delle “radio ambulanti” persone che si muovono per la scena con una voce impostata e diaframmatica perché noi veniamo dal doppiaggio, dal bel parlare e dal recitar cantando. Quando guardo dei video fatti a teatro tolgo l’audio e mi piacerebbe capire, e spesso non accade, indipendentemente dalla parola e dalle battute che vengono dette, che non è che sono poco importanti ma vanno a completare ciò che è accaduto già precedentemente, che è una cosa fisica e poi di pensiero che si trasferisce alla battuta. Dall'altra parte Ronconi era il maestro del verbo che mi ha legato ai testi: ho sempre tanto rispetto, anche delle virgole. Devo dire che in questa esperienza lavorativa che hai visto, grazie anche alla struttura che ha voluto dare PG Piccoli, e l’approccio è completamente diverso che ha dato Benedicta, che ama divertirsi in scena, si divertono loro e mi voglio divertire pure io”.

Fiore di Cactus (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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