NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Fiore di Cactus

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Fiore di Cactus

Oggi c’è molto contemporaneo ma si ricerca anche nel passato, analizzando la Commedia dell’Arte e sfruttandone stili ed elementi adattandoli ai nostri tempi. Secondo te si tornerà a un teatro tradizionale dove le riletture ardite avranno magari meno spazio?

Io sono anni che dico che tornerei alle scene dipinte. Non abbiamo avuto cura della nostra tradizione teatrale: a Londra abbiamo Shakespeare, in Russia Cechov, in Francia Molière, Racine, Sartre. Se a una compagnia veneta dico che facciamo Goldoni mi dicono che è una cosa un po’ amatoriale. Goldoni ha scritto 150 opere, alcune bellissime e mai state rappresentate. Pensa a quanto ha scritto per le donne: “La vedova scaltra”, “La locandiera”, Giacinta de “Le smanie della villeggiatura”, personaggi di donne talmente forti attorno ai quali ruotano le situazioni. Io credo che i testi universali lo siano nei contenuti: “l’impresario delle Smirne” di Goldoni è attuale perché parla della situazione degli attori che è miserrima, imprenditori e produttori che sono dei lestofanti; è bello e forte se tu lo metti nel ‘700; è più semplice fare un “Romeo e Giulietta” metropolitano ma non necessario perché è l’amore il vero protagonista, un sentimento universale e raccontare un amore del Medioevo forse ha maggiore forza e necessità".

Fiore di Cactus (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Negli anni '60 e '70 c'erano solo due canali, c'erano molto più teatro e sceneggiati tratti da romanzi. Il pubblico popolare li seguiva volentieri mentre oggi non sembra interessato sebbene ci siano molti canali tematici. Non c'è più davvero interesse in queste cose?

Il pubblico è stato catechizzato: un tempo c'era Enzo Biagi, se tu allo stesso orario metti due comici, la gente comunque alle 8 e mezza accende la tv, che non è un elettrodomestico ma ha la possibilità di fare cultura e mantenere le menti della gente elevate. I prodotti televisivi sono spesso molto poveri di contenuti, tipo Bollywood e fotoromanzi di un tempo. “Elisa di Rivombrosa” all'inizio doveva essere la “Pamela” di Richardson poi hanno deciso di fare un'altra cosa che parlava dell'amore di due che sono stati ostacolati e tutti i buoni presupposti storici sono andati a farsi friggere".

C'è un Paese in cui ti piacerebbe lavorare o fare formazione sia in ambito teatrale che cinematografico?

Mi piace molto il cinema italiano, quello buono, che non viene distribuito, l'impegno sociale inglese e l'intimismo francese. Per me il cinema è il momento di più profonda felicità, potrei vedere anche 3 film nella stessa serata; noi a Roma con le grosse multisala abbiamo solo film di cassetta, per vedere “Amore e Inganni” da Jane Austen, sono dovuto andare in una zona periferica e lo hanno tenuto 2 giorni. Mi piacerebbe lavorare in Inghilterra, però loro hanno il rispetto della tradizione e mi prenderebbero per fare l'italiano, hanno un sindacato forte, alla produzione costerei il doppio perchè per darne 1000 a me ne devono dare altri 1000 al fondo di disoccupazione perché io in quel momento sto togliendo lavoro a un attore inglese. Hanno governi che sanno dare, noi ne abbiamo avuti che hanno detto che l'arte è una spesa e intanto hanno venduto opere d'arte. Spiegami perché la musica non viene più insegnata nelle scuole. Stiamo letteralmente boicottando le nostre potenzialità. Il Teatro Olimpico:trovate il modo di vivere questa tradizione, tenete un “Edipo Re” fisso".

Come al castello di Amleto in Danimarca.

É una gita turistica. Fatelo ogni anno, per la città e la tradizione anche con i registi più particolari. È inutile prendere una brava regista come Emma Dante o uno maestoso come Nekrosius se non hanno nessuna regola e possono fare l'Odissea in costume da bagno e poi si dice “terribile”, “scandalo”: loro lavorano in quel modo. Che poi le cose che vanno sui giornali servono a foraggiare perché alla “lettera di San Paolo ai Corinzi” non c'era un posto perché tutti volevano vedere lei che si masturbava col crocifisso".



nr. 01 anno XXII del 14 gennaio 2017

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